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mercoledì 24 novembre 2021
Anima Mundi
ANIMA MUNDI – Insomnia
martedì 23 novembre 2021
Visionoir
VISIONOIR
– The Second Coming
Revalve
Records
Avantgarde - Prog Metal
Supporto: mp3 – 2021
Dietro
al nome Visionoir si cela il polistrumentista (tastiere, basso, chitarre e
batteria) Alessandro Sicur proveniente da San Daniele del Friuli. Sin da
piccolo si avvicina allo studio del
pianoforte per poi passare al basso, ma la folgorazione per la musica
Rock e sperimentale gli giunge con l’uso della chitarra elettrica. La
formazione culturale di Sicur è ampia, derivativa degli ascolti di generi come
il Progressive Rock, il Progressive Metal, la sinfonica e la psichedelia. Tutto
questo forma nell’artista un carattere deciso e ricco di forti spunti, i quali
lo aiutano a comporre musica di certo mai banale.
Il
progetto Visionoir prende forma nel 1998 e poco dopo vede rilasciare il demo’EP
"Through The Inner Gate", ma subisce un lungo stop nel tempo che vede
appunto Sicur impegnato in queste numerose altre collaborazioni. Il debutto
ufficiale quindi risale al 2017 con il titolo
di “The Waving Flame Of Oblivion" (autoproduzione), nove canzoni
che mettono in luce le caratteristiche dell’artista portandolo alla
visione/ascolto del grande pubblico grazie soprattutto a canali mediatici come
Bandcamp.
Internet
si sa, per la musica è croce e delizia.
Accasatosi nell'indipendente etichetta Revalve Records, Sicur ritorna con la sua musica in
questo nuovo album intitolato “The Second Coming”. Il disco è composto di nove
canzoni che si dilettano a sguazzare di genere in genere, toccando ogni tipo di
stile, questo per la gioia di chi crede nella musica totale. Mai banale,
sicuramente un prodotto destinato a chi non ha paura di variare e quindi ascoltatori
dalla mentalità aperta.
Dieci
sono le canzoni che compongono l’album che grazie a “Lost In A Maze” si apre
massicciamente, con tutte le caratteristiche del Metal Progressive sul tavolo e
molti Blind Guardian. Il cantato è ad opera dell’ospite Fabio Vogrig. “The
Snooping Shadow” invece ha alla voce un amico del Metal avanguardistico,
Alessandro Seravalle che ha militato nei gloriosi Garden Wall, band che dai
primi anni ’90 ai 2.000 inoltrati ha saputo scrivere pagine importanti per la
storia del genere, e non solo del suolo italico. Con buoni arrangiamenti il
brano è ricercato, mai banale, con la forza della batteria esso si svolge in
scale che salgono e cambi di tempo. Per approccio mi ricorda molto il Metal
degli svizzeri Celtic Frost.
“The
Vulture Eye” è graniticamente caracollante e sembra uscita dalla discografia
dei Candlemass ma con un finale alla “Mesmerized” (Celtic Frost). Tutti questi
accostamenti che sto facendo non sono perché la musica è una sorta di copia
incolla, al contrario, Sicur dimostra di aver assimilato la storia del Metal e
quindi la ripropone attraverso sfumature intelligenti, gli accostamenti servono
solamente per farvi focalizzare al meglio lo stile proposto.
“Breathless”
batte violentemente il ritmo e in una staffetta di dai e vai propone stati
d’animo altalenanti, l’elettronica completa il tutto. Nella strumentale “Horror
Vacui” esce il lato progressivo dell’artista, le tastiere sono protagoniste ma
anche il sax di Clarissa Durizzotto in un ruolo importante per l’economia del
brano. Le atmosfere sono scure e rilassate, un bel modo di spezzare l’album a
questo punto dell’ascolto. Il piano apre “They Speak by Silences” altra vetrina
strumentale delle capacità di Sicur, qui siamo nel Metal Prog classico. Torna
Seravalle in “No More”, la voce dona all’ascolto dolore e rabbia, e il Metal
fuoriesce in tutto il suo fragore. “Born Like This” prosegue nella fase più
progressiva del Metal, così “Silent Sea” racconta un'altra storia elettrica. In
conclusione torna il sax nella ricercata “The Second Coming”.
Visionoir
è un progetto davvero intrigante e adatto ai gusti di chi ama sia il Metal sia
il Metal Progressive anche quello più ricercato e il fatto che sia un disco
italiano ci riempiono d’orgoglio. Tante sensazioni, tante atmosfere.
Consigliato. MS
sabato 20 novembre 2021
Starsabout
STARSABOUT
– Halflights
Progressive
Promotion Records
Distribuzione
italiana: G.T. Music
Genere:
Progressive/Post Rock
Supporto:
cd - 2017
Nuova
band dalla Polonia di Post Rock dalle contaminazioni Progressive Rock. Dico
nuova in quanto questa nazione ultimamente sotto certi aspetti ci sta invadendo
con decine e decine di band dedite a sonorità nostalgiche ed oniriche, per la
gioia del sottoscritto ovviamente. Non nascondo che le chitarre scintillanti,
sostenute e Psichedeliche in me rovistano l’anima, proprio come hanno saputo
fare certi Pink Floyd, Anathema, Airbag e Porcupine Tree. Quindi
in teoria sono di parte, ma la mia recensione viene comunque scritta con
orecchio attento e corretto, badando esclusivamente alla sincera sostanza.
I
Starsabout si formano nel 2012 a Bialystok e i membri che li compongono sono
Piotr Trypus (chitarra, voce), Tomasz Kryjan (chitarra), Piotr Ignatowicz
(basso) e Sergiusz Pruszyriski (batteria). Esordiscono discograficamente nel
2014 grazie all’EP “Black Rain Love”, ma il vero full-lenght inizia la
registrazione nel 2016 e la Progressive Promotion Records lo relega fra le
proprie file nel 2017 con il titolo “Halflight”. Otto canzoni ben registrate e
calde, ad iniziare dalla title track “Halflight”. Il cantato è in lingua
inglese e le atmosfere che scaturiscono sin dalle prime note sono un equilibrio
stilistico fra Airbag e Anathema, così nell’impostazione vocale.
Malinconia
che stratifica a mezz’aria, echi dall’ampio respiro, un movimento che può far
tornare alla memoria materiale dei Pink Floyd, e ben ci si incastona. L’uso
delle percussioni è presente in “Every Single Minute”, più canzone sotto
molteplici aspetti. Tutto molto semplice e curato. Personalmente sento la
mancanza di un efficace assolo di chitarra che ben si inserirebbe nel contesto,
quei assolo che ti entrano dentro e ti fanno chiudere gli occhi, perché le
atmosfere in fin dei conti sono quelle.
Un
arpeggio di chitarra apre “The Night” e la notte arriva nella mente, una
notte però non totalmente oscura, lievemente illuminata dalla luna. Il suono
dei Starsabout è semplice, mai alla ricerca di strade impervie, si gioca sul
sicuro e si punta più allo spirito che al corpo, i sette minuti di “Black Rain
Love” ne sono testimoni. Con una ritmica insistente “Escaped” penetra e perdura
nel suo incedere, ancora una volta sottile ed eterea. Qui finalmente un breve
assolo di chitarra ma non di Pinkfloydiana memoria come ci si sarebbe potuto
aspettare. Suoni Porcupine Tree con tanto di voce filtrata nell’inizio di
“Sway”, ancora una volta intrisa di sonorità pacate ed ipnotiche. Gradevole
nella melodia la strumentale “20.000 Miles”, canzone più Progressive Rock
rispetto il materiale ascoltato sino ad ora. Il disco si conclude con “Bluebird”,
otto minuti che esprimono il carattere della band e molto di quanto
descritto nella recensione.
“Halflights”
gode di luce tenue, quasi uno spiraglio, non ama sonorità solari, anche se i
voli pindarici di tanto in tanto fanno salire di quota. Questo, già lo so, farà
la gioia degli estimatori del genere. Una sorpresa. MS
STARSABOUT
– Longing For Home
Progressive
Promotion Records
Distribuzione
italiana: G.T.Music
Genere:
Progressive/Post Rock
La
band polacca Starsabout prosegue il proprio cammino nel Post Rock con il
successivo “Longing For Home” dopo il buon debutto “Halflights”. Ritornano
pressoché immediatamente (neppure ad un anno di distanza) con otto nuovi brani
e un ottica leggermente focalizzata verso un genere che ha saputo rapire con
sonorità semplici. Ebbene rispetto al debutto qui ci sono dei raggi di luce più
evidenti, la malinconia la fa sempre da padrona, quella raccontata da Airbag o
Anathema per intenderci, ma in maniera meno marcata. La personalità accresce e
la si evince sin dal brano di apertura dal titolo “Blue Caress”. Ancora più
attenzione per il motivo di facile presa nella successiva “Longing For Home”, semplice
da memorizzare e da cantare assieme a loro. Potenziale singolo. Come nel
precedente album però mancano certi assolo, ed è un peccato perché renderebbero
tutto molto più fruibile, lo spezzare l’ascolto è fondamentale per non ricadere
in loop ridondanti di riff più o meno noti. Malgrado tutto i Starsabout la
sanno raccontare giusta, “Cry Me No Tears” per credere.
Apprezzo
di più la pacatezza e la gentilezza di “Hourglass”, dove la chitarra acustica
accompagna la voce soave di Piotr Trypus nell’inizio del brano il quale lascia
campo ad un brano in perfetto stile Anathema, e qui chi ama il gruppo dei
fratelli Cavanagh mi capisce molto bene. Dolce sognare, eppure il raggio di
luce a cui mi riferivo in precedenza è sempre presente.
“Stay”,
calcisticamente parlando, gioca un ruolo nella discografia Starsabout da
mediano, ossia colui che si trova in ogni dove e si sacrifica per la squadra.
Qui in definitiva un sunto dello stile e delle capacità tecniche, sempre senza
strafare ovviamente, come oramai avrete ben capito. I volumi si alzano e quindi
anche nuove sensazioni.
“I Will Never” è una altro potenziale singolo,
sia per motivi di durata (quattro minuti e mezzo) che per linea melodica. Più pacata
“Thief”, delicata e sognante. Senza strafare si raggiungono traguardi
interessanti, almeno a livello emotivo, perché la musica dei Starsabout è
proprio li che va a parare.
Chiude
l’album in bellezza il brano più lungo con i suoi otto minuti eabbondanti dal
titolo “Million Light Years” e i giochi sono fatti.
Non
ho molto da aggiungere in quanto questa essendo musica minimale e diretta all'obbiettivo, non necessita di inutili orpelli. Chi ama il genere sa cosa
intendo e chi invece non lo conosce,
magari proprio con questo “Longing For Home” potrebbe avere una bella occasione
per addentrarcisi. MS
giovedì 18 novembre 2021
Alusa Fallax
ALUSA FALLAX
Intorno Alla Mia Cattiva Educazione
Fonit / Mellow
Distribuzione italiana: si
Genere: Prog
Support: Lp 1974 - CD 1994
Nell'intrigato mondo del Rock Progressivo italiano degli
anni '70, abbiamo assistito a numerosi fenomeni mordi e fuggi, spesso dalle
realizzazioni a dir poco discutibili. Eppure un certo fascino c'è sempre, non
solo per i collezionisti disposti a tirare fuori centinaia di euro per una
copia di questi dischi stampati generalmente in poche unità (in questo caso
5.000), ma soprattutto per gli stranieri che a differenza nostra, apprezzano
molto di più quest’operato (vedi Giappone). Il Progressive italiano gode dunque
di un certo seguito, specialmente oggi più che allora in diretta, grazie ad
internet (altrimenti questi lp non sarebbero mai stati ascoltati, solo che da
pochi appassionati) e alla meticolosa Mellow Records, sempre in prima linea
quando c'è da scommettere su piccoli gioielli passati al tempo in sordina.
Intorno Alla Mia Cattiva Educazione
Fonit / Mellow
Distribuzione italiana: si
Genere: Prog
Support: Lp 1974 - CD 1994