Pagine

sabato 8 maggio 2021

Inner Prospekt

INNER PROSPEKT – Canvas Two
Somnus Media Ltd
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2021




La band romana di Rock Progressivo Italiano (RPI)  Mad Crayon ha lasciato nel suo percorso storico quattro album importanti.  Tralasciando il demo “Far From The Clouds - Someone Wants To Play” del 1992, l’esordio ufficiale risale al 1994 con “Ultimo Miraggio” (Cygnus Records). Questo album mostra al pubblico uno stile radicato nell’ RPI più classico, quello suggerito da band come Genesis, Orme ma soprattutto Banco Del Mutuo Soccorso.
Il viaggio sonoro prosegue sino ai nostri giorni con l’ottimo “Drops” (2020), autoproduzione digitale uscita solo su internet in FLAC. Il talentuoso tastierista dei Mad Crayon si chiama Alessandro Di Benedetti e nel 2014 inizia la carriera da solista con l’album “Dreaming Tony Banks” (autoproduzione). Il titolo lascia trapelare le origini alle quali si ispira, il suono delle tastiere di Tony Banks (Genesis) hanno segnato la storia sia del Progressive Rock che della musica Rock in generale.
Alessandro quindi fonda il progetto Inner Prospekt con il quale negli anni rilascia ben dieci album. “Canvas Two” è l’undicesimo da studio e seconda parte di “Canvas One” realizzato nel 2020 del quale esiste anche una versione completamente strumentale.
“Canvas Two” è suddiviso in otto tracce e ci suonano Alessandro Di Benedetti (tastiere, voce, batteria), Rafael Pacha (12-string e chitarra elettrica), Federico Tetti e Carmine Capasso (chitarre), Giovanni Maucieri (batteria nel brano “Abby's Escape”) e Giuseppe Militello (sassofono).
Difficile non restare concentrati durante l’ascolto di questa musica che sembra voler ipnotizzare l’ascoltatore, di certo non adatta ad un ascolto distratto o perlomeno superficiale.
Proprio il pianoforte apre la strumentale “Glimpse”, composizione leggera ma al contempo sofisticata, arrangiata con archi in maniera accurata.
Come il genere spesso ci mostra, non manca nell’insieme la lunga suite, qui intitolata “Soul Of Hundred Lives” della durata di diciassette minuti abbondanti. In essa circolano differenti soluzioni e cambi di ritmo, perfino schegge di Jazz caldo e riflessivo. Qui c’è il cantato in lingua inglese, la voce non è incisiva ma neppure scadente, diciamo che è da contabilizzare nella media del genere italico, dove solitamente risulta essere vero e proprio tallone d’Achille. Mentre la suite prosegue di sorpresa in sorpresa con energia, molto spesso compaiono durante l’ascolto sonorità e situazioni tipicamente anni ’70. A mio gusto questa musica è perfetta per accompagnare anche dei telefilm di quegli anni, tanto per rendere l’idea di come riesca a far confluire nella mente dell’ascoltatore immagini nitide e precise. Sempre protagoniste le tastiere in generale, in “King Of Spades” però sono il sassofono e le chitarre arpeggiate ad arricchire il contesto e l’atmosfera si fa immediatamente calda e soft. Qui migliore anche l’interpretazione vocale ed evidente l’ispirazione a Tony Banks. Personalmente apprezzo molto “Why Me” che mi riporta anima e corpo dentro il mondo Genesis anni ’70, ma anche di personalità con un equilibrio che apprezzo vivamente. “Abby's Escape” prosegue il contesto senza aggiungere o togliere nulla, facendo così proseguire l’ascolto nella fluidità. Altre mini suite portano il titolo di “White Skies” e “The Knight And The Ghost”, nuova vetrina per i musicisti impegnati oltre che per le tastiere di Alessandro. A concludere giunge la bonus track “The Queen Of Clubs”, sexy, fumosa e da drink, grazie ancora al sax di Giuseppe Militello.
Quindi avrete avuto modo di capire cosa elargisce la musica di “Canvas Two”, un disco che coccola ma al contempo sa colpire. MS





2 commenti:

  1. Mad Crayon soprattutto con il loro album "Diamanti" del 99, realizzarono un album di prog leggero con melodie facili da ricordare. Da segnalare soprattutto "l'allegra brigata" brano malinconico e romantico che è sicuramente l'apice del cd. Fa piacere scoprire che il tastierista, che rappresentava il suono del gruppo abbia continuato a suonare, ovviamente nell'oblio più totale. Diamanti a distanza di anni rimane un cd dal suono fresco, brani di durata media con riferimenti ai grandi giganti dei 70. Ricordo che composero una suite di 25 minuti per le raccolte che proponeva la musea record. Non un granché, molto meglio nei brani contenuti. Un ottimo ricordo di quegli anni, quando il prog italiano sfornava buoni dischi a ripetizione, e una società non tossicamente dipendente dai social, dai cellulari, quando i cd si compravano. Io continuo a farlo!

    RispondiElimina
  2. Splendidi ricordi e condivido in pieno il tuo pensiero.

    RispondiElimina