NONSOLO PROGROCK, blog di informazione musicale ed altro
a cura di MASSIMO SALARI
Pagine
▼
lunedì 9 novembre 2020
Il Tusco
IL TUSCO – Abbandonare La Città Andromeda Relix Distribuzione: G.T. Music Genere: Rock Supporto: cd – 2020
Come
sappiamo tutti perché lo stiamo ancora vivendo in diretta, il Covid ha reso la
nostra vita molto più difficile, settaria e in alcuni frangenti addirittura
monastica. Tutto si è ripercosso soprattutto contro il mondo artistico, in cui
il distanziamento ha fatto da mannaia fino a bloccare ogni tipo di evento. Il
musicista che vive di concerti è il primo ad aver subito questo interminabile
torto. Durante il lockdown molti si sono riversati sui strumenti per ingannare
questo tempo di reclusione, creando molto, ad esempio il cantautore valdostano
Diego Tuscano in arte Il Tusco ha pensato e composto “Abbandonare La Città”
proprio come una sorta di fuga dalla realtà, per ritrovare nella musica la
purezza dell’infanzia. Apprezzato
artista nella band SanniDei, Il Tusco realizza da solista nel tempo tre album a
partire dal 2015 sino a giungere oggi a questo quarto capitolo formato da otto
tracce sonore. L’album viene registrato nel giugno 2020 e potete capire dopo un
lungo periodo di astinenza sonora quello che si può provare nel ritrovarsi
assieme e poter suonare guardandosi negli occhi. La gioia è immensa e questa si
ripercuote inevitabilmente sull’esito del lavoro. Gli autori di questo incontro
sono Diego Tuscano (voce), Gianluca Chamonal (batteria), AleAlle (basso) e Erik
Noro (chitatra). Il
Rock proposto è elegante, non mancano sia riferimenti al passato che al
presente, uno sguardo a 360 gradi nel mondo del Rock e nelle basi del Blues. Riff
classici riversati in “L’Ultimo Film Porno”, brano apripista dell’album con un
solo di chitarra che spettina per intensità. Qui siamo sul classico, un
territorio sonoro rassicurante e comunque ruvido come sapeva fare il grande
Ivan Graziani nei suoi momenti migliori. Perché il Rock è questo, semplicità e
sincerità, ed il concetto è assolutamente amplificato in “Abbandonare La
Città”, vero pezzo che potrebbe risiedere nella discografia del rocker
abruzzese/marchigiano. “Dolce Sorriso” ha un sapore più vintage, Il Tusco ne è
buon interprete vocale con la sua voce pulita e mai sguaiata. Scusate
se ritorno a parlare di Ivan ma “Strada Contromano” per un fans come me è un
pugno nostalgico allo stomaco. Questa è una ballata non scontata, ricercata ed
elegante con quel velo di malinconia che si posa sulla mente come un banco di
nebbia. Ritorna il ruvido e quatto Rock in
“Animaccia Mia”, testi non scontati con metriche differenti, un insieme
rispettoso del genere senza mai risultare banale, un pregio grande
difficilmente riscontrabile oggi. Otto minuti per uno dei spaccanti più alti
dell’intero lavoro. “Mostro” è un bello sberleffo irriverente, una storia
schietta ricca di passaggi sonori che fanno da evidenziatore al tutto il
concetto. Fuoco
alle polveri con “Dosi Omeopatiche”, vi ritroverete a muovervi durante
l’ascolto a vostra insaputa, magia del Rock. E per concludere “Il Trionfo Di
Hobbes”, brano ricercato, suadente, mutevole e perché no anche psichedelico in
alcuni momenti. Apprezzo molto il solo di basso, finalmente qualcuno che lo
registra! Quando la chitarra elettrica parte c’è di che godere per l’atmosfera
creata. Sono
passati 45 minuti come fossero stati 5 e questo già basta per farvi capire che
disco è “Abbandonare La Città”, ed ora scusatemi che vado a premere di nuovo
play. MS
una volta parecchio tempo incontrai ivan graziani ad un ristorante esattamente Il Poggio a Roma appena sotto il raccordo anulare fu un colpo per me, perchè in pratica era seduto ad un tavolo dove ero io e lo riconobbi solo dopo essermi alzato , l'unica volta in cui lo vidi.
Ivan Graziani era di Teramo poi cresciuto artisticamente a Milano. Dunque artista abruzzese e non abruzzese-marchigiano.
RispondiEliminaMarchigiano perhè la parte della sua vita l'ha passata a Novafeltria, dove poi è seppellito. Se vai a vedere su Speciali ne ho fatto uno su di lui.
RispondiEliminauna volta parecchio tempo incontrai ivan graziani ad un ristorante esattamente Il Poggio a Roma appena sotto il raccordo anulare fu un colpo per me, perchè in pratica era seduto ad un tavolo dove ero io e lo riconobbi solo dopo essermi alzato , l'unica volta in cui lo vidi.
RispondiEliminaCaspita, peccato, potevi scambiarci due parole...
RispondiElimina