NONSOLO PROGROCK, blog di informazione musicale ed altro
a cura di MASSIMO SALARI
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domenica 11 ottobre 2020
Metronhomme
METRONHOMME - Tutto Il Tempo Del
Mondo - 1.òikos Autoproduzione – Micio Poldo
Edizioni Musicali Genere Progressive Rock Supporto: EP – 2020
Come
purtroppo ben sappiamo tutti, la nostra vita è cambiata. Le restrizioni per la
pandemia Covid 19 hanno colpito l’economia, ma soprattutto il settore musicale
il quale sta dando segni di sfinimento. La situazione non è che fosse stata
rosea neppure in precedenza, la musica soprattutto di ricerca e più
sperimentale ha sempre navigato in acque abitate solo da pochi amanti esperti
del genere. Ma la passione è più grande di ogni avversità, oggi poi si ha la
fortuna di avere un mezzo come internet che ci consente nel bene o nel male di
restare uniti e aggiornati su tutto. Molti
artisti quindi hanno trovato nel periodo del lokdown internet come punto di
congiunzione anche per poter suonare in diretta e comporre nuovo materiale. Il
tempo libero nello stare rinchiusi per un mese in casa sicuramente ne
scaturisce. In molti hanno vissuto questa esperienza in attesa di tempi
migliori, i quali tardano ad arrivare, ma come dicevo in precedenza la passione
per la musica è più grande di tutto. I
marchigiani Metronhomme sono fra coloro che non sono restati con le mani in
mano, ecco quindi nascere “Tutto Il Tempo Del Mondo - 1.òikos”. La band di
Macerata si forma nel 2003 come amante della musica sperimentale, legata a
concept e soprattutto teatrale e tal proposito creano tre lavori di gruppo:
L’ultimo Canto di Orfeo, Neve e Bar Panopticon. Nel 2019 il grande passo verso
un pubblico più ampio, l’album “4” registrato anche in vinile convince sia la
critica che il pubblico, donando loro maggiore visibilità (per dettagli potete
leggere qui la mia recensione: https://nonsoloprogrock.blogspot.com/2019/10/metronhomme.html
). La
band oggi è formata da Tommaso Lambertucci (tastiere e synth), Marco Poloni
(chitarra,elettronica), Mirko Galli
(basso) e Andrea Lazzaro Ghezzi (batteria, percussioni). Il
disco non vuole essere un concept vero e proprio narranteil periodo del lokdown, tuttavia ne trae
parecchi spunti, anche a livello strumentale. I componenti essendo chiusi in
casa sperimentano nuovi modi di suonare, anche con oggettistica (fogli di
carta, bacinelle, posate, specchi etc.) il
tutto dona al lavoro freschezza, curiosità e divertimento. “Tutto
Il Tempo Del Mondo - 1.òikos” è una vera e propria valvola di sfogo composta da
sette brani ad iniziare dal singolo “Quarantine” del quale potete vedere anche
il video su You Tube così da rendervi conto come il suono della batteria non è
elettronico, bensì dato da oggettistica. Lo strumentale è leggiadro, immerso in
una psichedelia lieve ed orecchiabile. Il suono è minimale, così nella
successiva “Come La Neve”, una delle poche volte in cui i Metronhomme si
cimentano anche in parti vocali. La canzone ha un retrogusto vintage malgrado
il sound moderno, trascinante nella fase finale dello strumentale, dove si ha
la sensazione vera di trovarsi nella morbida neve. La
sperimentazione ritorna grazie a “… Di Una Moneta Che Cade”, le tastiere ancora
sono le protagoniste così il suono di bolle d’acqua ed altri ancora, l’insieme
fa si di farci sentire come in un paesaggio onirico. Quando le strumentazioni
si aggiungono fuoriesce lo stile della band, quello che ci ha propinato nel
tempo sensazioni forti date da melodie semplici ma ficcanti. “Supermarket”
invece disarciona il vecchio fans con suoni ricercati anche se lo stile in
realtà non è intaccato. Contagioso il divertimento dei singoli componenti nel
provare ad escogitare soluzioni nuove e suoni, qui mi ricordano i primi
Kraftwerk quando con poche note si divertivano a comporre. Il pianoforte di “Arkè”
riporta l’attenzione sulla melodia minimale e toccante, tutte le canzoni
proposte hanno una durata alquanto limitata, al massimo di cinque minuti il che
rende l’ascolto molto fruibile e veloce, scevro di frangenti di stallo. Con
“Il Rumore Del Mare” si ha la possibilità di ascoltare il secondo brano cantato
molto vicino alle Orme degli anni ’80. A concludere “la Città Di K.”, pezzo più
lungo e arricchito anche dall’oboe di Mohammed Amir Ibrahim. Lo strumentale è sostanzialmente
in linea con quanto ascoltato nell’ep. Ancora
una volta i Metronhomme ci fanno ascoltare e vedere con l’orecchio. Immagini si
sovrappongono come in un lento girare di diapositive. Il distanziamento porta
al ricercarsi e al desiderio di contatto umano che sicuramente raggiungerà
livelli più elevati quando si avrà la possibilità di risuonare assieme e nel
mentre guardaci finalmente negli occhi. Intanto possiamo godere di buoni
risultati anche in questa maniera, speriamo tuttavia che questa storia abbia
una durata breve, anche se la vedo dura… Molto dura. MS
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