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a cura di MASSIMO SALARI
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giovedì 15 ottobre 2020
Le Forbici Di Manitù & Friends
LE FORBICI DI MANITU’ & FRIENDS
– Tinnitus Tales Tour Sussidiaria Genere: Art Rock, Experimental Supporto: cd / 45 giri / download
digitale – 2020
Il
linguaggio sonoro è variegato, un poco come succede con le lingue parlate ed i
dialetti. Gli stili sono numerosi, il Rock, il Jazz, il Blues, l’Hard Rock, il
Metal, il Prog, il Pop, l’Elettronica e moltissimi altri ancora. Parecchia di
questa evoluzione passa anche attraverso la musica sperimentale,
post-industriale e rumoristica, il linguaggio della musica non resta mai fermo
e si plasma sia con le nuove strumentazioni date dalla tecnologia dei tempi,
che attraversogli eventi che mutano la
società. Esistono band che hanno costruito una carriera nella ricerca e
nell’evoluzione, magari spesso a discapito della popolarità, perché chi osa
qualcosa di differente al momento spesso non viene compreso. Le
Forbici Di Manitu’ ricadono nel contesto delle band che hanno sempre saputo
rinnovarsi e questo sin dal lontano 1983, sotto la guida di Manitù Rossi.
Quindici gli album all’attivo e vari anche gli ep e le compilation in cui
compaiono. Nell’ottobre del 2016 Le Forbici Di Manitù realizzano un lavoro
davvero imponente, creato attraverso l’ausilio di almeno cinquanta fra
musicisti ed artisti visivi: “Tinnitus Tales”. Il progetto “audio
educativo”esce in un cofanetto composto
da un vinile 10” e due cd, dove l’argomento è legato al tinnito altrimenti
detto acufene, fastidioso ronzio o sibilo che colpisce molti musicisti (Pete
Townshend, Ludwig Van Beethoven) e anche dj (Ed Rush, Optical, Jimmy Savile,
Roger Sanchez). A
distanza di quattro anni Le Forbici Di Manitù ritornanosul luogo del delitto grazie ai numerosi
consensi ricevuti durante i tour e perfino dalle pubblicazioni scientifiche
internazionali. L’idea è di riportare in cd il lavoro svolto in sede live, in
più nel 45 giri due canzoni inedite sul fastidioso fischio agli orecchi. Il
tour è del 2017 e nel cd compaiono anche tracce di “friends” in veste di ospiti
con brani propri. Ecco dunque i flauti di Fabrizio Tavernelli,
l’Electro-Shoegaze di Lettera 32 (Daniele Carretti), le sperimentazioni
Techno-Etno-Ambient di Samora (Enrico Marani) e le orchestrazioni dei
sperimentali Deadburger di Vittorio Nistri. Spettacolare la confezione
cartonata in 10” come nel precedente caso, contenente i dischi e sempre
accompagnata dalle illustrazioni di Emanuela Biancuzzi e progetto grafico di
Laura Fiaschi/Gumdesign. Il
live registrato a Cavriago, Milano, Reggio Emilia e Viareggio inizia con otto
brani de Le Forbici Di Manitù a partire da “Ginko Biloba”, voce, piano in
cattedra e un sax freestyle su unmotivo
orecchiabile dal profumo jazzy. “Hyperbaric Rendez-Vous” è interpretata in
maniera impeccabile, ancora piano, voce e flauto questa volta tendenti verso il
Neo Prog. Manitù
Rossi (voce, basso, clarinetto, sax), Gabriella Marconi (flauto), Stefano Menozzi
(tastiere) e Vittore Baroni (voce, testi), sono Le Forbici Di Manitù. “You
Too” ripercorre i sentieri del primo brano, mentre la breve “Mr.T” aumenta il
ritmo sempre dettato dal piano. Giunge a questo punto la title track “Tinnitus
Tales”, sentita e ricercata narrante delle persone che soffrono di questo
disturbo. Essa si evolve in maniera
cadenzata, come se ogni strofa fosse un incudine. Il brano più lungo si
intitola “Through Vulcanian Ears” con i suoi cinque minuti. Di tanto in tanto si
presenta il vibrafono di Gabriella Marconi, come in “Everyone Is Thinking Of Me”,
più solare nella melodia rispetto i brani già ascoltati. “Surface
Noise” chiude il paragrafo Le Fobici Di Manitù che ritroveremo alla fine con “False
Alarm Signal” e passa la staffetta a Fabrizio Tavernelli, il quale inizia la
sua performance con dei sibili elettronici interpretanti l’acufene. Questo mi
riporta ai tempi sperimentali degli Area, quando Fariselli negli anni ’70 si
divertiva a disturbare il pubblico. Segue un altro esempio analogo intitolato “Flauto
Dolce” e l’artista ripercorre il ricordo di una passeggiata ai giardini dove in
lontananza sente un flauto dolce di un bambino che si sta esercitando allo
strumento. E’
la volta del brano di Lettera 32 (Daniele Carretti) dal titolo “Tintinnio” in
quasi sette minuti l’autore ripercorre il sentiero elettronico supportato da
strumentazioni come il Nord Electro2, Korg Monotribe, Boss RC-20 e Boss DD –
20. Inevitabili le reminiscenze Kraftwerk. Samora
(Enrico Mariano) sopraggiunge con “Tinnito multiplo”, il suono è sempre
elettronico ma più spaziale e psichedelico. A
questo punto del live giungono i sperimentali e sinfonici Deadburger, una
tempesta di suoni ricercati accolgono l’ascoltatore in “Il Dentista Di Tangeri”.
Non è Jazz anche se ci sono strumentazioni ed accorgimenti che potrebbero farlo
pensare, non è musica sinfonica, non è Rock malgrado certe parti crude, è
piuttosto musica alternativa che risiede nel dna dei Deadburger e chi segue
certo Rock Progressivo Italiano già conosce la band e quindi sa cosa dico. “Wormhole”
si apre in maniera elettronica con il sopraggiungere delle strumentazioni
classiche. Il sound è martellante per poi passare ad una aurea psichedelica che
fa da ponte ad un piano melodico. Molta carne al fuoco in sei minuti e mezzo.
Chiude la prestazione della band di Nistri “Marcia Degli Acufeni” con suoni che
richiamano al problema ed i fiati. Il cantato è in questo caso in lingua
italiana. “Tinnitus
Tales Tour” è una bella testimonianza di una fetta interessante della musica
italiana, sta a ribadire che siamo una nazione di creativi, dove non sempre la
banalità la fa da padrona. C’è chi con la musica esprime di più, c’è chi la tratta
come un poliglotta e questo nel 2020 dove la globalizzazione regna sovrana non
è altro che un fatto positivo. Oltretutto l’argomentazione sviluppata è davvero
interessante ed inusuale. MS
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