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giovedì 2 luglio 2020

Saris

SARIS – Beyond The Rainbow
Progressive Promotion Records
Distribuzione: G.T. Music
Genere: Neo Prog
Supporto: cd – 2020



I Saris sono una band tedesca che si fonda nel 1981 grazie ad un idea del chitarrista e tastierista Derk Akkermann. Negli anni accadono loro molte vicissitudini, così cambi interni di formazione e momenti di pausa, tuttavia sono autori di quattro album tutti di buona fattura. Propongono un Neo Prog attento sia agli anni ’70 che all’Hard Rock, un connubio interessante dove potersi giocare molte carte.
Sono passati tre anni dal buon “Ghosts Of Yesterdays” e “Beyond The Rainbow” è il loro quinto album, in questo caso per la realizzazione si avvalgono della competenza di Progressive Promotion Records, casa discografica molto attenta sia ai gruppi tedeschi che mondiali. Un viaggio nel fantastico a bordo di una futuristica mongolfiera capitanata da Derek Akkermann (chitarra, tastiere), Henrik Wager (voce), Anja Günther  (voce),  Lutz Günther (basso) e Jens Beckmann (batteria e percussioni).
Dieci gli episodi sonori per una durata totale di circa sessantadue minuti di musica ad iniziare da “Avalon” in cui si denota già dalle prime note  la passione per una certa sinfonia. Enfasi e potenza proprio come spesso riescono a fare gli Arena, oserei definire tutto ciò Neo Prog D.O.C..
“Time Machine” come lascia presagire il titolo, è un viaggio con tanto di effetti sonori, le tastiere ricoprono quindi un ruolo importante in tutto il disco, qui si lanciano anche in un giro armonico trascinante. Non mancano i cambi di tempo. Il refrain è facile da memorizzare e tutto il brano scorre fra parti cantate e brevi assolo, annessi quelli di chitarra elettrica. La qualità sonora è più che buona, specie nel suono della batteria, pulito e importante.
I Saris puntano molto sulle belle melodie, arrangiando i brani in maniera elegante, anche con cori femminili come nel caso di “Oblivion”. C’è anche una mini suite della durata di undici minuti, si intitola “Beyond The Rainbow” ed è l’immagine che rappresenta la copertina del disco, in questo viaggio aereo fantastico ci si imbatte in un arcobaleno, qui interpretato da una miriade di suoni che variano dall’epico al sinfonico passando per l’acustico. Un brano dove i Saris dimostrano e giocano tutte le loro carte a disposizione, annesse quelle dell’esperienza annosa, quindi della loro relativa cultura musicale.
“Orphan” potrebbe essere un brano lento dei Dream Theater, anche per l’approccio vocale di Henrik Wager. Ritorna la sinfonia in “Strange Melody”, una ballata delicata adatta a tutti i gusti, non soltanto per chi ascolta il Progressive Rock.
Salgono in cattedra i Pendragon di “The World” in “New World” grazie all’intro delle tastiere, ma il proseguo cantato a due voci, maschile e femminile, riporta il sound verso la personalità dei tedeschi in analisi. In “Heaven’s Gate” ci sono tutti gli ingredienti che fanno di un disco Rock un contenitore ricco di sorprese, poi quando parte la chitarra qualche brivido sulla pelle scorre inevitabilmente. Semplice “Away From You” mentre “Infinity” conclude il viaggio portando l’ascoltatore verso l’ignoto, Prog energico e cadenzato misto ad AOR.
In conclusione “Beyond The Rainbow” è un disco consigliato agli amanti del genere, ma anche dell’AOR, e perfino chi segue gli Ayreon. Proprio per tutti i gusti. MS




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