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a cura di MASSIMO SALARI
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sabato 4 luglio 2020
Apogee
APOGEE
– Endurance Of The Obsolete Progressive
Promotion Records Distribuzione: G.T. Music Genere: Crossover Prog Supporto: cd – 2020
Mi
sento in dovere ad apertura di recensione, di confessare che per Apogee personalmente ho sempre avuto stima.
Arne Schäfer è l’ideatore di questo progetto one man band, cofondatore
dell’eccellente band Versus-X ispirato anche dalla musica dei connazionali RPWL
e Sylvan. Chi segue questa scena sarà sicuramente colpito da questi grandi
nomi. Con “Endurance Of The Obsolete” raggiunge il ragguardevole traguardo del
decimo album da studio. Il primo “The Border Of Awareness” risale al 1995.
Tutta la discografia staziona ad alti livelli, anche sperimentali e spesso
vicino al mondo dei Van Der Graaf Generator. Ricerca, tempi dispari, arrangiamenti
importanti, il tutto sempre supportato da una qualità sonora eccellente. L’amore
per il Progressive Rock da parte di Arne è totale,cura anche dei particolari e rispetto per la
storia, in questo ultimo lavoro si presentano anche molte sonorità care ai Gentle
Giant. L’artwork a cura di Bernd Webler è molto curato, anche nel libretto
interno che rappresenta il tema trattato dei nostri tempi: l’inquinamento. Con
Arne (tutti gli strumenti) suona alla batteria Eberhard Graef. Sei i brani
contenuti di cui tre mini suite. Resto
già appagato all’ascolto di “Interpretation”, perché anch’io sono un vecchio
amante del Prog e avendo conosciuto i fasti del genere so a che livello stiamo
viaggiando. Ascoltare i cori polifonici in stile Gentle Giant mi fa solo che
piacere oltre che rimandarmi con la mente indietro nel tempo. Eppure la musica
incredibilmente ha un qualcosa di moderno. La chitarra elettrica si lancia in
un bell’assolo, a tratti evocando Hackett (Genesis) e in altri momenti con
propria personalità. Probabilmente proprio questo connubio è la carta vincente
del disco che già vi dico che è da avere, ossia l’alternanza storia/personalità
moderna. I
quasi sei minuti di “Waiting For The Dawn” si aprono proprio alla Genesis, con
un arpeggio atavico, la voce è perfetta interprete dei testi, i quali ci
ricordano che per troppo tempo l’uomo ha ignorato l’appello dei scienziati nei
confronti dell’inquinamento e del surriscaldamento del globo. La ballata
potrebbe benissimo risiedere nella discografia dei Pendragon. Il suono della
chitarra è perfetto, sembra di trovarsela proprio dentro la stanza avanti a
noi. La
prima mini suite è la title track “Endurance Of The Obsolete”, e annette al
proprio interno tutto ciò che il Prog ha raccontato per decenni, mentre la
chitarra ancora una volta sale in cattedra. “Spirits
Disengage” è un brano Neo Prog dal profumo anni ’80, più semplice e diretto
rispetto al materiale ascoltato sino ad ora, ma non per questo da considerarsi
minore. Nel refrain fanno capolino addirittura i Beatles. Il finale è sinfonico
e chitarristico. “The Complex Extensive Way” come tutte le suite prende la
rincorsa per poi lanciarsi nei numerosi ed immancabili cambi di tempo. Qualche
reminiscenza Marillion era Fish si propaga di tanto in tanto nel corso del
brano. Il disco si conclude con la canzone più lunga grazie ai quasi 17 minuti
di durata, con eleganza e consapevolezza dei propri mezzi. Proprio
per questo immagino il nome Apogee è incastonato nel sapere. Da avere. MS
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