A.A.V.V. – Intonarumori: Ieri Ed
Oggi
Diplodisc – ReR Megacorp/Recommended
Genere: Sperimentale, futurista
Supporto: cd - 2020
“Intonarumori:
Ieri Ed Oggi” è’ un importante progetto che nasce dalla collaborazione fra Diplodisc e Recommended, sempre attenta alla
musica creativa.
Tutto
prende spunto da ”L’Arte Dei Rumori”, manifesto del Futurismo scritto da Luigi
Russolo nel 1913. Il futurismo nella musica tenta di sbriciolare come un
caterpillar tutto quello che è armonia consueta e antica, suonata da strumenti
ad arco, a fiato, metallici, in legno ed in pelli. Esso si contrappone con
rumoristica e dissonanze create da rombi, tuoni, scoppi, scrosci, tonfi, boati,
fruscii, voci animali e molto altro. Per ottenere tutto questo, Russolo crea un
insieme di strumenti per cercare di dare vita propria ai suoni, essi prendono
il nome di Intonarumori.
La
vita quotidiana sta mutando nei primi decenni del 1900, l’industrializzazione
porta a nuovi suoni di cui prima non si aveva conoscenza, rombi, suoni
metallici, treni che sbuffano… La quiete in parole povere è solo un vecchio
ricordo e la presunzione del futurismo risiede proprio nel fatto che esso si pone
in maniera superiore rispetto al passato, con questo tenta di farsi strada in
maniera prepotente. Ma è anche la necessità stessa di scoprire nuove frontiere,
la voglia di sperimentare che è intrinseca nella natura umana. Abbiamo nobili
esempi di chi ha cercato di dare voce a piante ed ad oggetti anche nel passato
più recente con John Cage, oppure dare voce alla voce con polifonie grazie allo
studio maniacale del compianto cantante dei Ribelli e degli Area, Demetrio
Stratos. Dunque l’Arte Dei Rumori è un manifesto provocatorio artistico che
anticipa i tempi.
Gli
Intonarumori furono costruiti con un parallelepipedo di legno, in esso veniva
piazzato un altoparlante di cartone o metallo nella parte anteriore. Colui che
suonava, azionava leve o schiacciava bottoni per far partire il macchinario
mettendo in movimento ruote di metallo, ingranaggi e corde metalliche. Le
tonalità venivano cambiate tramite una leva e appunto corde.
Gli
Intonarumori oggi sono ricostruiti dal prof. Pietro Verardo a Venezia, e per la
realizzazione di questa opera musicale ci si avvale di un insieme
internazionale di musicisti, a partire dall’inglese Chris Culter (Henry Cow,
Art Bears, The Residents, Pere Ubu, etc.), al russo Nick Sudnick (Zga,
Vetrophonia), al polacco Andrzej Karpinski (reportaz) al nostrano Alessandro
Monti (Unfolk).
Le
immagini usate per la grafica del cd sono ad opera del pittore futurista Ivo
Pannaggi (1901–1981).
Il
cd ha sede in un involucro di cartone suddiviso in più ante nelle quali si
possono leggere le spiegazioni sia del progetto che del macchinario sonoro, con
tanto di disegno allegato.
Tredici
le tracce sonore, fra vecchie e nuove composizioni, le prime otto sono “Rumori
Di…” fra zelo e diligenza, pazienza, amore, generosità, generosità dei
montanari polacchi, purezza, umiltà, virtù e compostezza. Le sonorità vengono
registrate nel 2018 in Polonia con Andrzej Karpinski (acustica, elettronica, voce)
e Pietro Verardo (intonarumori).
Ritmi
automatizzati, supportati da voci, tensioni, versi di animali aleggiano nelle
brevi tracce, spaziando in effetto stereo attorno la nostra mente. Non mancano
momenti con percussioni e batteria.
“Quando
Il Futuro E’ Il Passato” è registrato in Francia nel 2018 con Chris Cutler e
Pietro Verardo. Anche in questo caso si possono ascoltare un insieme di suoni
particolari che accendono la nostra
fantasia. “L’angoscia Delle Macchine” del futurista Silvio Mix, è suonata dall’Orchestra
I Pomeriggi Musicali diretta dal maestro Carlo Boccadoro proprio al Teatro Dal
Verme di Milano nel 2009, dove in origine il brano è stato esibito nel 1914.
Una sorta di fuga sonora a più riprese che può far venire alla mente l’inizio
del brano “Atom Heart Mother” dei Pink Floyd.
“Protomekanika”
è del 2017, registrato in Russia da Nick Sudnick e Pietro Verardo. Qui siamo
nella rumoristica più totale. Segue “Il Mercante Di Cuori”, altro pezzo del
1927 suonato al Teatro Dal Verme di Milano nel 2009. Nell’insieme uno squarcio
sonoro di sole.
L’ultimo
brano ad opera di Alessandro Monti si intitola “Simultaneità Futurista”, e nasce
all’ultimo minuto per completare l’opera. Descrive l’autore nella bio: “Era stato pensato come una variazione
moderna dell’Inno Nazionale Italiano e di Va Pensiero di cui conserva alcuni
passaggi nascosti, ma é approdato ad una struttura finale in cui il rumore fa
da presagio a quella che ritengo sia una conclusione sinistra dell’intera
opera; quel suono indistinto e nebuloso che si ripete nel finale annuncia non
solo il silenzio della distruzione degli strumenti a causa della guerra, ma
anche di tante vite umane… come se qualcosa si interrompesse e venisse
dimenticato dallo scorrere del tempo. In origine volevo scriverne la struttura
sotto forma di diagramma con i tempi, i ritardi progressivi delle tracce, gli
interventi delle citazioni, ecc. Davo per scontato che il primo tentativo
sarebbe stato una prova, ma quando ho riascoltato il risultato finale, non c’é
stato bisogno di farne una seconda versione. Quindi non ci sono stati calcoli
scritti o studi preparatori, ma solo riferimenti visivi approssimativi sullo
schermo del computer.”. Ovviamente stiamo parlando ancora di rumore e di
suoni.
Nel
2020 poter riascoltare l’Intonarumori è un privilegio culturale e storico, chi
osa nel tempo sfidare la musica è degno di attenzione, perché essa si cela in
ogni dove, anche nelle vibrazioni e nei rumori, ovviamente per chi la sa
cogliere. Un salto nel passato, un salto nel futuro il tutto nel presente.
Jackpot! MS