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sabato 13 ottobre 2018

Closer

CLOSER – Event Horizon
Andromeda Relix
Genere: Alternative Metal
Distribuzione: G.T. Music
Supporto: cd – 2018




Secondo album per la band Alternative Metal di Verona. “Hevent Horizon” ha una difficile gestazione a causa della chiusura della casa Broken Road Records, ma l’Andromeda Relix ne acquisisce i diritti.
I Closer propongono un Alternative Metal con influenze di gruppi come Alter Bridge, Metallica, Pantera, Creed e Nickelback. Si formano nel 2011 e sin da subito cominciano a comporre materiale proprio. Con il singolo “Everytime I Close My Eyes”, nel 2012 partecipano vincendo al contest organizzato dal sito incontrirock.com. Come premio la possibilità di registrare la traccia nei famosi Fear Studio con la partecipazione del giudice d’onore GL Perotti degli Extrema.
Questo secondo album è formato da dodici momenti sonori ed un artwork notevole, accompagnato da un mini poster pieghevole in cui sono dettagliati tutti i testi e le info del caso.
Suono cristallino e ben definito sin dall’ascolto della prima traccia “Here I Am”, con tanto di ritornello gradevole ed una prova vocale del chitarrista Simone Rossetto sopra le righe. Il disco è concatenato nei brani in un una sequenza logica che relega al tutto una scorrevolezza quantomeno efficace, a partire dai testi. Suoni potenti, il post Grunge scava nel sound, “Illusion” ne è testimonianza. Buona le sezione ritmica, matura e di grande intesa fra Manuel Stoppele al basso e Danilo Di Michele alla batteria. Lo stesso si può dire per il lavoro delle chitarre da parte di Rossetto e Nicola Salvaro.
Non esulano rasoiate di sorta come nell’atto quarto dal titolo “Mistakes”, qui l’incedere è massiccio e metallico a dovere. Atmosfere più scure con “Battle Within” e comunque tanta attenzione alla melodia. Questo leitmotiv si sciolina per tutta la durata del disco. Brevi assolo di chitarra spezzano l’ascolto mentre la voce viaggia sempre su vette elevate. Molto belle “Wait For Me”, una semi-ballata, “Untouchable”, sunto dell’essenza Closer e la conclusiva “Event Horizon”, vetrina delle capacità tecniche degli artisti in questione.
Quasi un ora di musica e tante emozioni, anche da cantare, perché in fin dei conti la musica deve fare questo, lasciare un segno tangibile, un qualcosa di immediatamente riconducibile alla band. Possiamo chiamarla personalità, oggi sempre più latente fra le band che copiano ed incollano questo o quello. Qui c’è da ascoltare e da memorizzare. MS

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