APOGEE
– Conspiracy Of Fools
Progressive
Promotion Records
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: New Progressive Rock
Supporto: cd – 2018
Torna
il polistrumentista Arne Schäfer (Versus X) a distanza di tre anni dall’ottimo
“The Art Of Mind” e lo fa con “Conspiracy Of Fools”, nono album da studio.
Voce, chitarre, basso e tastiere sono di sua competenza, mentre per la batteria
si avvale del supporto di Eberhard Graef. Oramai l’artista si è fatto un
seguito consolidato, sia con il nome Apogee che con la sua band Versus X, e la
musica proposta è sempre radicata al Progressive Rock classico, fra sinfonie,
arrangiamenti dinamici, suite e punti di riferimento come Jethro Tull, Yes,
Genesis, Gentle Giant, Frank Zappa e Rush.
Nomi
che da soli già mettono una pulce nell’orecchio del Prog fans, ma la musica
proposta dal musicista tedesco, gode di personalità? Se avete la discografia di
Apogee, o anche qualche disco sapete già cosa attendervi. Ma andiamo ad
analizzare questo nuovo lavoro in studio composto da sei canzoni, tutte di
lunga durata (sui dodici minuti di media) esclusa la più breve “Losing Gentle
Control” di cinque minuti. La consueta confezione cartonata della Progressive
Promotion Records è raffinata e nuovamente esaustiva nell’artwork, questa volta
ad opera di Bernd Webler.
Il
disco si apre con la title track “Conspiracy Of Fools”, lo scenario è
apocalittico e fantascientifico, un mondo distrutto da piogge acide e
dall’uomo. Le tastiere aprono il brano con un tema alquanto malinconico, il
concetto viene cantato su un tema New Prog che molto si avvicina sia allo stile
Pendragon che Arena, dove punto il di fusione è proprio il tastierista Clive
Nolan. Anche il cantato richiama quello di Nick Barrett. Sulla tre quarti del brano
giunge il solo di chitarra elettrica che ogni Prog fans si auspica di poter
ascoltare in ogni occasione.
Un
pianoforte stenta note all’inizio della successiva suite “Incomprehensible
Intention” in un atmosfera che ha del nordico, un incedere in crescendo con
tanto di cambiamenti di ritmo pur rimanendo in un contesto compositivo
abbastanza semplice. La formula Progressive Rock è rispettata e sfruttata al
meglio. La linea sonora del pianoforte dunque continua a dettare la strada da
percorrere tornando di tanto in tanto, mentre gli strumenti in generale si
presentano singolarmente in brevi assolo.
Più
ritmata “Override Our Instincts”, o per meglio dire un poco più solare e
ricercata nelle melodie vocali. Scaturisce anche un barlume di anni ’70, un
buon refrain strumentale ed un accompagnamento di chitarra semplice ed
efficace. Canzone che gioca anche con voci sovra incise in alcuni brevi
frangenti. Molto gradevole l’acustica “Losing Gentle Control”, una ballata
semplice e diretta, una piccola parentesi del disco che si riattiva
immediatamente con “Colors And Shades”.
Tutte le carte in gioco, così l’esperienza del polistrumentista.
Il
disco si chiude con le atmosfere sfumate e magiche delle tastiere con
l’ennesima suite qui dal titolo “The Whispering From Outside” e ancora una
volta in New Prog è rappresentato al meglio.
Avete
dunque memorizzato il concetto, qui si tratta di avere tutti gli ingredienti
per fare ciò che il genere richiede e Arne Schäfer riesce a farlo molto bene.
Chi non segue Pendragon, Arena, Nolan e
compagnia bella probabilmente troveranno il disco monotematico, anche se alcuni
punti di fuga dallo stilema di tanto in tanto compaiono. Ben prodotto e ben
registrato, ora la decisione passa a voi. MS