HEAVENBLAST
– STAMINA
Music
Force
Genere:
Progressive Metal
Supporto: cd – 2018
L’Italia
Metal Progressive è più grande di quello che si possa immaginare. Numerosissime
(a migliaia) le formazioni che si dilettano a suonare gesta di gruppi come Iron
Maiden, Helloween, Gamma Ray, Angra, Dream Theater, Pain of Salvation, Ayreon,
Scorpions, White Skull, Devin Townsend, Labyrinth, Rhapsody of Fire ed una di
queste proviene da Chieti con il nome Heavenblast. Si formano nel 1995 fra i
banchi di scuola, come molte volte accade, ma bisogna attendere il 1998 per vedere
una formazione quantomeno stabile e nel 2000 danno luce a due demo tape di
genere Power Metal. Pubblicano per Underground Symphony due album, Heavenblast”
(2003) e “Flashback” (2007), in questo secondo c’è un atteggiamento progressivo
più marcato. Nel 2008 subiscono uno stop per un momentaneo scioglimento dovuto
ai vari impegni dei singoli componenti, ma nel 2011 il progetto ritorna attivo.
Il
gruppo è formato da Chiara Falasca (voce), Donatello Menna (chitarra), Matteo
Pellegrini (tastiere) e Alex Salvatore (batteria).
Il
ritorno discografico odierno si intitola “STAMINA” ed è un concept album
composto da nove canzoni in cui l’argomento è la ribellione e la libertà. Nel
percorso gli Heavenblast si coadiuvano di special guest tra cui Diego Regina e
Michele Melchiorre oltre che a sei voci.
Il
disco si presenta bene anche visivamente, grazie alla copertina, alle foto e
all’artwork in senso generale da parte di Alberto Di Muzio e Federica Di Tizio.
Dopo
il breve ed immancabile intro strumentale qui dal titolo “Mind Introuders” si
parte subito a scheggia su una ritmica quantomeno veloce con “Purity” e le
carte sono già scoperte. Si evince l’importanza dei tappeti sonori dettati
dalle tastiere di Pellegrini, una ritmica rodata e presente, la chitarra non
invasiva nei momenti giusti sa fare il proprio dovere, la voce di Chiara
Falasca svolge il suo senza andarsi a perdere in meandri non consoni sia in
altezze che in tonalità basse. I ragazzi hanno capito l’importanza della
melodia, sfoggiano si grande tecnica individuale palesando cambi di tempo e di
umore, ma sempre tenendo in considerazione la canzone, perché quello che in
definitiva deve restare alla fine dell’ascolto è almeno un qualcosa di
canticchiabile. Molti di voi già avranno pensato ai Dream Theater, ebbene si,
ci sono richiami ai maestri del genere Metal Prog, ma qui aleggia qualcosa di
differente, ossia l’innesto del Power Metal e del Gothic (in maniera minima).
“Altro esempio è “Alice In PsychoWonderland”. Momento toccante in “We Are
State” ed il gioco fra voce maschile e femminile è ben rodato e perfettamente
funzionale alla causa. “The Rovers” è più graffiante nella parte centrale del
brano anche se il giro di tastiere di accompagnamento fanno l’occhiolino al New
Progressive degli anni ’80. Da questo momento in poi gli Heavenblast alzano
l’asticella sotto tutti gli aspetti, sia compositivi che esecutivi, resto
colpito dalla fragilità dell’inizio di “Don’t Clean Up This Blood” che sfocia
in un anthem importante ed in un crescendo di potenza che vira in altri lidi sonori in maniera repentina.
Prog Metal a tutti gli effetti. Lavoro davvero importante.
“Sinite
Parvuols Venire Da Me” è cantata in latino ed ha un fascino davvero assoluto,
ho ascoltato nel Prog i bravi fiorentini Deus Ex Machina, ma nel Metal Prog…Mi
mancava. Da sottolineare anche l’intervento vocale in growl. Avrete capito che
all’ascolto di “STAMINA” non ci si annoia, ed avete capito bene, la title track
prosegue il cammino creativo come uno schiacciasassi. L’opera concept si chiude
con “Canticle Of The Hermit”, degno sigillo e sunto dello stile Heavenblast.
Un
disco sorprendente, consigliato anche a coloro che storcono il naso quando
sentono parlare di Metal Progressive, perché qui c’è tanta carne al fuoco ma
messa in maniera precisa, nessuna confusione, nessuna formuletta che funziona
da ripetere all’infinito, solo tanta buona musica e ricerca emotiva. Non ci
crederete ma ora vado a premere di nuovo il tasto “play”. MS
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