T – Epistrophobia
Progressive Promotion
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: New Prog
Support: cd -2016
Il
polistrumentista tedesco Thomas Thielen, in arte T, torna anche quest’anno
puntuale sulla scena musicale Progressiva. “Epistrophobia” è il sesto lavoro in
studio, e tengo a rimarcare la buona qualità delle precedenti realizzazioni.
Infatti Thielen è riuscito nell’arduo compito di miscelare tecnica e melodia in
eque parti, lasciando sempre alla fine dell’ascolto quella sensazione di
sazietà mentale e di soddisfazione.
“Epistrophobia”
è la seconda parte del poema epico scritto nel 2015 “Fragmentropy”, tanto
che i tre brani, o per meglio dire le
tre suite che compongono il nuovo album si intitolano “Chapter Four: A Poet’s
Downfall”, “Chapter Five: Contingencies” e “Chapter Six: The Place Beyond The
Skies”. Importante dunque anche la parte testuale delle canzoni, ispirate all’avanguardia
della poesia moderna de “Lettera Del Veggente” di Arthur Rimbaud: “Je Est Un
Autre” (Io E’ Un Altro).
Il
disco ha una durata di 78 minuti, il che la dice lunga sull’approccio musicale
dell’artista. E quindi suite sia, ad iniziare dal capitolo quattro. T gioca
molto sul crescendo emotivo e sonoro, chitarre di natura Pinkfloydiana
intervengono dopo un intro Psichedelico d’atmosfera, ed è subito forte
emozione. Il cantato per alcuni versi richiama alla mente l’approccio di David
Bowie. Interventi elettronici vengono a supporto della complessa struttura
compositiva, ricca di passaggi variegati. La cultura musicale di Thielen
fuoriesce dalle composizioni dimostrando una vasta area di azione che passa
dalla Psichedelia, al Prog, sia passato che moderno, quello di matrice
Marillion era Hogarth su tutto.
Davvero
molteplici i passaggi sognanti e di grande impatto emotivo, specie nei momenti
di chitarra e per spiegarmi meglio non nascondo che a tratti mi sovvengono
anche gli ultimi Anathema, non tanto per lo stile, quanto per l’approccio alla
struttura del brano.
Ma
come ho già accennato, T non è solo uno stile, e quando c’è da tirare fuori i
muscoli, riesce a farlo con naturalezza, il polistrumentista si diverte a
sondare differenti paesaggi. L’ascolto ci guadagna in fluidità lasciando la
monotonia e lo scontato in altri lidi.
La
controprova deriva dal fatto che i settantotto minuti sono pressoché volati via
in un attimo.
Anche
questo nuovo lavoro di Thielen è da elogiare non soltanto per quanto descritto
sino ad ora, ma anche per la registrazione sonora e per l’artwork che come
sempre la Progressive Promotion Records cura in maniera eccellente. L’artista
cresce disco dopo disco e a proposito di questo,
ci
preannuncia che “Epistrophobia” sarà seguito da un terzo album contenete i
capitoli sette, otto e nove. Bene così. MS
Progressive
Promotion Records
Distribuzione Italiana: GT Music
Distribuzione Italiana: GT Music
Genere:
New Prog
Supporto: cd – 2015
Come
vola il tempo! Mi sembra ieri che è uscito “Psichoanorexia”, invece sono già
passati due anni! Ma è sempre un piacere invecchiare con buona musica, anzi,
forse è proprio quella che fa volare il tempo, perché è notorio che quando si
sta bene il tempo scappa via. La buona compagnia ce la regala il
polistrumentista Thomas Thielen con “Fragmentropy”, quinto sigillo della sua
nobile carriera musicale.
Frammenti
di storie che parlano d’amore e non, di un viaggio nel proprio essere e come in
tutte le più belle storie, non c’è fine. Tre lunghi capitoli, tre suite, due di
mezz’ora ed una di quasi venti minuti, questo il percorso scelto da Thielen nel
raccontare ed emozionare.
Apre
“Chapter One: Anisotropic Dances”, una profondità di suoni netta e pulita
stupisce per bellezza, così il lento subentrare della musica rarefatta,
Psichedelica e drammatica. Gli stati d’animo si susseguono fra chitarre
distorte e melodie pacate, quasi in stile Marillion era Hogarth. Bella e come
sempre ottima interprete la voce di Thielen. A tratti si aprono ampi scenari
ariosi, squarciando nebbiosi lidi di malinconia. I frangenti migliori arrivano
nelle aperture epiche sonore, quando T si lascia andare in tutta la sua
imponenza, questo perché in essa sa adoperare la melodia giusta e toccante
elevandola ai massimi livelli grazie all’uso degli strumenti e in principale
modo delle tastiere. D’atmosfera è il gioco di voci che si aggirano attorno
alla nostra mente all’ascolto, sussurrate e femminili.
“Chapter
Two: The Politics Of Entropy” è New Prog Doc, ancora lo stile Marillion ultimo
periodo si affaccia all’ascolto, prendendo come punto di riferimento quel
capolavoro intitolato “Brave”. L’imponenza delle tastiere spesso fa scorrere
sulla pelle qualche brivido, specialmente se sopra questo tappeto subentra la
chitarra elettrica.
Nella
musica in generale c’è una sorta di passaggio staffetta fra il passato ed il
presente, chiamando in causa (come per gli album precedenti) gruppi come
Radiohead, Porcupine Tree, Marillion e Genesis. Fare coincidere così tanti
stili non è uno scherzo, si rischia di fare un malloppo sonoro che potrebbe lasciare
solo scontenti tutti gli amanti dei differenti gruppi citati, serve equilibrio
e la personalità, quella che rende alla fine
il tutto riconducibile ad un solo artista, in questo caso a T.
Il
terzo capitolo “Chapter Three: The Art Of Double Binding” non si discosta di una virgola a quanto detto
sino ad ora, giocando fra gli scambi umorali e sonori, fra malinconia ed
epicità.
“Fragmentropy”
è un album più oscuro che chiaro, consigliato a chi durante l’ascolto vuole
sentirsi toccare dentro, a colui che quando chiude gli occhi si sente sollevare
da terra, ovviamente invece chi fa della musica un inno alla tecnica o
quant’altro fa passare un oretta nella distrazione di sottofondo, in esso
troverà molta difficoltà di assimilazione.
Per
ascoltatori attenti e di ampie vedute, in teoria quello che dovrebbe essere un
ascoltatore di Progressive Rock, ma che ultimamente così spesso non è. MS