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martedì 4 ottobre 2016

Savatage

SAVATAGE – Edge Of Thorns
Atlantic
Genere: Metal Progressive
Supporto: cd – 1993


17 ottobre 1993,  in seguito ad un incidente stradale muore il chitarrista Christopher Michael Oliva, detto Criss. La sua presenza terrena ha lasciato un segno indelebile, soprattutto nello stile chitarristico, paragonato a quello dell’altrettanto grande  Randy Rhoads (Quiet Riot, Ozzy Osbourne). Con il fratello Jon in Florida forma una delle band più interessanti in ambito metal, a cavallo fra Power, Sinfonico e Prog, una band che ha rilasciato negli anni notevoli capolavori come “ Hall Of The Mountain King”, “Gutter Ballet” e “Streets: A Rock Opera”, ma per qualche arcano motivo non si ha mai avuto la soddisfazione di collocarli fra i grandi di tutti i tempi. Una band sfortunata sotto molteplici punti di vista, ed  uno stile unico e ben riconducibile. Probabilmente l’intelligenza compositiva non riesce a convincere molteplici fans del genere, non ci dimentichiamo che i dischi fuoriescono in un contesto quantomeno particolare, quello dove il Metal Prog  (a parte qualche nome ancora acerbo come Dream Theater e Queensryche), in quel periodo non è ancora ben sviluppato. Le tastiere nel Metal…per carità! Gli esordi  partono dal lontano 1975 e ovviamente  non hanno ancora la spina dorsale che avrà negli anni ’80 e ’90.
“Edge Of Thorns” è l’ottavo album in studio, diciamo di metà carriera, è l’album dove il cantante Jon si fa temporaneamente da parte per dedicarsi completamente alle tastiere. Il ruolo verrà ricoperto dal giovane talentuoso  Zak Stevens.
L’artwork di “Edge Of Thorns” è affascinante, curato nei particolari, così come è curata la musica in maniera quasi maniacale. Canzoni senza sbavature, dotate di tecnica e buon gusto per la melodia, soprattutto nelle ballate come “All That I Bleed” e “Sleep”. Capolavoro assoluto la title track che apre l’album, il piano di Jon scandisce il tempo come un orologio. Il brano ha tutte le caratteristiche della perfezione compositiva, dal ritornello ai riff per non parlare del solo, dove la chitarra di Criss sembra dare scariche elettriche. Si ha sempre l’impressione che il musicista non riesca mai a staccare le mani dallo strumento.
Non disdegnano passaggi oscuri e malinconici, i Savatage su questo ci hanno abituato anche con altri dischi. “He Carves His Stone” e “Follow Me” sono esempi di come si intende il Metal di classe. Punti qualitativi difficilmente raggiunti da altri gruppi. Ma qui tutto funziona a dovere, l’album scorre velocemente fra energia e  melodia.
Da bravo collezionista del vinile mi sono anche cercato il doppio lp contenente le bonus tracks acustiche “All That I Bleed” e “If I Go Away”. Il doppio vinile all’interno oltre che ai testi, contiene tutta la storia dei brani, un libro vero e proprio, una chicca da non perdere in quanto anche il suono ci guadagna, assumendo una rotondità differente rispetto alla versione del cd. Suono più caldo e profondo.
I Savatage successivamente rilasceranno altri piccoli gioielli, ma questo avevo voglia di metterlo nuovamente in luce, perché la vita non è sempre giusta, ci sono dischi che probabilmente escono in un momento sbagliato e noi allora gli rendiamo giustizia. MS


« Ha vissuto per quella chitarra. Quando andavo a casa sua a trovarlo non importava cosa stava facendo, telefonando, mangiando, Criss aveva sempre una chitarra in mano».
(Il padre di Criss Oliva)
(Fonte: Wikipedia)

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