ANVISION – AstralPhase
Empire 18
Genere: Metal Prog
Supporto: cd – 2012
Siamo sommersi da realizzazioni in ambito Prog e Metal da
parte della Polonia! Un incessante esercito di talenti ci stanno invadendo da
qualche anno a questa parte, ma la cosa che più colpisce è la qualità di queste
realizzazioni. Con gli AnVision siamo nel Metal Prog, terra di nessuno, ultimamente
così la chiamo, in quanto non ha molti proseliti e le vendite a parte i soliti
grandi nomi (Dream Theater, Queensryche, Symphony X) non danno grandi
soddisfazioni.
Eppure noi italiani siamo ricettivi nei confronti dei
talenti dediti ad uno stile apparentemente ostico, basta guardare cosa abbiamo
fatto con i Gentle Giant ed i Van Der Graaf Generator negli anni ’70…. Ma siamo
anche un popolo strano, di fatto acquistiamo poco e presto giriamo anche le
spalle. Le band Metal Prog si abbarbicano ai binari sicuri costruiti dai
maestri del settore, eppure gli AnVision ci raccontano una bella storia, senza
strafare e con personalità.
Esistono anche passaggi musicali inflazionati, è
inevitabile, ma quello che funziona nella loro musica è il mix fra Prog, Metal,
Aor ed Hard Rock, il tutto offuscato da un lieve velo di oscurità.
Gli AnVision di fatto sono cinque musicisti esperti che si
uniscono nel 2007 per dare vita a questo progetto. Registrano un EP nel
2009-2010 dal titolo “Eyes Wide Shut”, comprendente quattro canzoni e poi
questo “AstralPhase” del 2012.
Melodie nostalgiche ed orecchiabili si scontrano con
frangenti più duri, ma anche buoni assolo, specie di chitarra. L’apporto delle
tastiere è fondamentale nell’economia del sound, così l’uso della chitarra che
sa accarezzare o urtare quando serve. La sezione ritmica non presenta sbavature
e la buona produzione sonora esalta il tutto.
Gradevole anche l’uso della voce, buona interprete delle
situazioni liriche, senza mai cercare l’urlo forzato o l’altezza assoluta. I
testi aleggiano fra pensieri profondi, ricordi, sogni reconditi, vita e morte,
tutto questo visto dagli occhi di un astronauta che viaggia nel tempo e nello
spazio.
Il disco si ascolta con piacere, specie “S.O.D.” e “Mental
Suicide”, ma tutte e sette i brani colpiscono nel segno. La loro durata è
mediamente di sette minuti.
Artefici di questo debutto sono: MarQus (voce), Greg
(chitarre), Artur (basso), Lucas (tastiere) e Larz (batteria). Non da
trascurare l’ottimo artwork di Piotr Szafraniec, curato e suggestivo.
Ora ho segnato il nome AnVision nel mio taccuino delle band
da tenere d’occhio, perché se il buongiorno si vede dal mattino…. Lasciamoci
invadere.(MS)