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giovedì 13 giugno 2013

Under The Sun

UNDER THE SUN - Under the Sun
Magna Carta

Distribuzione italiana: Edel
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2000




Non c’è nulla da fare, la Magna Carta è sinonimo di qualità, raramente mi è capitato di incocciare contro realizzazioni scadenti. Questa volta tirano fuori dal cilindro gli Under The Sun, un'altra magia Metal Prog dalle sane influenze AOR. Il quartetto conosce bene sia la storia del Rock, sia dell’Hard Rock, ecco allora fuoriuscire dalle canzoni sonorità a volte moderne, altre tipicamente anni ’70 ed altre ancora anni ’80. Un caleidoscopio di emozioni, repentini cambi di tempo, finalmente pochi Dream Theater ed un gusto per la melodia tipicamente americano.
Bella la voce del cantante e chitarrista Chris Shryack, in sfoggio sin dall’iniziale “This Golden Vojage”. Questa canzone farà sobbalzare dal divano parecchi di voi, proprio come ho fatto io. Gli Under The Sun sono al debutto, ma hanno gia tecnica e personalità da vendere. Una degna produzione esalta il suono, specialmente della batteria di Paul Shkut. “Tracer” è variegatamene sognante, pur non essendo una ballata, in possesso della chiave dello scrigno delle emozioni. Il ritornello è furbesco, diciamo da stadio, ma nel complesso non possiamo proprio parlare di canzone commerciale, anche perché improvvisamente subentrano le schitarrate alla Pink Floyd, quelli di “The Wall”. Sono sicuro che cominciate ad incuriosirvi e fate bene, perché questo disco ha girato per molto tempo nel mio stereo.
Geniali nella breve “Seeing Eye God”, il basso di Kurt Barabas riesce a svolgere un ottimo lavoro. Stile Yes per “Perfect World”, mentre il ritornello richiama alla mente i Gentle Giant, questo per ricollegarmi a quanto detto in precedenza al riguardo degli anni ’70. Più semplice, ma non meno bella “Reflections”, specialmente nei solo di chitarra. Ma da questo momento in poi il disco ha una variante, i brani si allungano, la matrice Progressive lascia segni più marcati e pure le tastiere di Matt Evidon. Ascoltare “Breakwater” è pura goduria, riesce a dipingere nella nostra mente immagini di lande nordiche, cattura l’attenzione grazie all’assortimento sonoro, si lancia in repentine fughe strumentali mai stucchevoli e dirette, insomma il sunto del Prog. Ma non è tutto, il bello arriva con la successiva “The Time Being”, dieci minuti di suoni e fresche idee suddivise in tre parti, “In The Valley Of The Shadow Of” , “Passage Angel” e “Scream For Redemption”. In esso c’è tutto lo stile degli Under The Sun, annesse influenze. A seguire, senza tregua, “Dream Catcher”, influenzata dall’Hard Rock melodico degli anni ’80, una canzone fresca che ci fa conoscere un differente lato della band. Si chiude in bellezza con i clamorosi nove minuti di “From Henceforth Now And Forever (PS124)”. Le tastiere sono molto presenti, la voce è filtrata, i suoni fluttuano nella nostra testa come una nebbia, gli Under The Sun ci danno la stoccata finale.
Personalmente in conclusione del disco sono assorto, le emozioni sono state parecchie e l’ultimo brano, specialmente nel solo di chitarra e di basso, mi ha straziato tanto da convincermi a rischiacciare la traccia 10.
Non capitano spesso esordi del genere, ma non solo, non capita neppure di imbattersi in dischi così intelligenti, forse troppo. Paradossalmente quando è così c’è il rischio di non essere compresi dal grande pubblico, il quale ha sempre privilegiato la semplicità. Ma attenzione, qui siamo in campo Metal Progressive, quindi i fans sono obbligati a comperare questo bel disco, gli altri ovviamente possono essere esonerati. MS

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