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lunedì 19 novembre 2012

Magnetic Sound Machine


MAGNETIC SOUND MACHINE - Chromatic Tunes
Lizard / Pick Up / BTF / Eventry

Distribuzione italiana: si
Genere: Jazz Rock
Support: CD - 2008



Cosa induce cinque ragazzi fra i venti ed i diciannove anni a suonare un disco completamente strumentale, oggi più che mai controproducente e addirittura di Jazz Rock? Questo personalmente mi resta un mistero. Non solo mi complimento sinceramente con questi giovani artisti, ma anche con l’attenta Lizard, la quale ancora una volta non si è lasciata sfuggire un fenomeno del genere. Non definirei tutto questo coraggio, ma VERA passione per la musica!
I Magnetic Sound Machine sono di Treviso e si formano nel 2005, per dedicarsi immediatamente al settore live. Le esibizioni portano amalgama alla band , la quale data dopo data, si lega sempre di più ed il risultato, oggi 2008 è “Chromatic Tunes”.
A quale tipo di Rock Jazz andiamo incontro è facile da decifrare, ovviamente fra i maestri da ricordare ci sono i soliti nomi Nucleus, Soft Machine, Arti & Mestieri (senza violino), Perigeo e personalmente aggiungerei i miei concittadini Agorà. Chi di voi segue questo tipo di panorama avrà constatato che sono tutte band degli anni ’70. In effetti questo genere musicale ha vissuto il massimo del suo splendore proprio in quegl’ anni, altro motivo per cui resto ancora affascinato da questi giovani cultori. Ma la più bella sorpresa è l’ascolto del cd! La freschezza sonora e musicale che circonda l’aurea del suono è contagiosa. Sin dall’iniziale “Chromatic Tunes” le cose sembrano gia chiare. Ma conosciamo questi ragazzi, i loro nomi sono Stefano Volpato (basso), Alessandro Caldato (tastiere), Giacomo Girotto (chitarra), Andrea Massarotto (sax alto e flauto) e Riccardo Pestrin (batteria).
La solarità, la gioventù e la passione si ascolta fra i solchi di “Chromatic Tunes”. La chitarra si alterna con il sax negli assolo , rendendo il disco più elettrico ed accessibile anche a chi ascolta Rock (“Blue Sensation” per credere). Dieci tracce tutte da scoprire, ognuna con una storia a se, o per meglio dire un colore a se. Si, il suono descrive colori, proprio come i MSM hanno giustamente evidenziato nell’iride del cd. “So Fusion” ci presenta una band navigata, delicata e morbida, ma oramai non è più una sorpresa. “Double Touble” qui presentata in due versioni, ci svela le origini musicali, il sotto titolo “Perigeo” la dice lunga. La ritmica è importante, ottima la batteria di Riccardo Pestrin, ma lasciatemi tessere un elogio a parte per il bravissimo Stefano Volpato. Il suono del suo basso riscalda il cuore.
Ma nei MSM non c’è un vero leader, almeno la musica così ce li presenta, tutti allo stesso piano ed è proprio l’insieme che forma questo fresco suono, malgrado l’argomento datato. Non è neppure giusto definire questo suono datato, perché sono così pochi i proseliti che sembra ancora un territorio da esplorare, magari con dei tesori nascosti che solo il tempo potrà svelare. Ma in loro abbiamo degli ottimi ricercatori, basta solamente aggregarsi alla truppa, non lasciamo per l’ennesima volta che giovani talenti vengano sommersi da altra immondizia sonora ed ignorati. Ascoltiamoci questo colorato “Chromatic Tunes” con un buon brandy alle mani seduti sulla poltrona con il piede che parte da solo, perché vi assicuro…. Parte da solo! MS



MAGNETIC SOUND MACHINE - Chances & Accidents
Lizard Records
Genere: Jazz Rock
Supporto: cd - 2010



I Trevigiani Magnetic Sound Machine, per chi ancora non li conoscesse, sono una delle migliori realtà musicali italiane di Jazz Rock. La loro giovane età non incide nella cultura musicale che palesano fra le composizioni, certamente Perigeo, Arti & Mestieri o Napoli Centrale, fanno parte del loro bagaglio.
Come per tutte le band del mondo, il terzo disco è quello della verità, dell’eventuale consacrazione, colui che ti dice la strada definitiva da intraprendere. O si vola o si cade. “Chances & Accidents” in effetti mostra un passo evolutivo rispetto al suo nobile predecessore “Chromatic Tunes”, album che consiglio ancora a tutti gli amanti del genere. Il quintetto oggi si muove di più all’unisono, si cimenta in un Jazz Rock Fusion di sufficiente personalità, dove è vero che i riferimenti settantiani sono ancora presenti, ma altresì affiora la voglia di districarsi differentemente dai classici clichè del genere, tentando una strada propria, sforzandosi di donare nuove energie.
E’ così che “Camel Trouble” apre il disco, con sei minuti di penetrante groove, con il sax di Andrea Massarotto ad aprire la mente di chi ascolta. Immaginate voi di rendere più mediterraneo il sound dei francesi Uzeb, a questo punto otterrete un quadro preciso della situazione. Belli anche gli assolo del caldo basso di Stefano Volpato e della chitarra Rock di Giacomo Girotto. Delicate le tastiere di Alessandro Caldato, sopra una ritmica quantomeno impeccabile da parte della batteria di Riccardo Pestrin.
Più stile anni ’70 è “Queanova”, ma quello che colpisce maggiormente non è tanto il riferimento o la bravura dei singoli componenti nel suonare il proprio strumento, piuttosto la freschezza del sound, una sensazione frizzante che si prova davvero con poche altre band. Ampi spazi si aprono nella mente all’ascolto di “Le Chat Noir”, ecco che i MSM cercano di dire qualcosa di differente, si lasciano andare e si ritrovano dietro uno squisito gioco tastieristico, dove il sax per l’ennesima volta compie nuove evoluzioni. Troviamo Andrea De Marchi alle percussioni di “Chansis”, canzone dall’intro psichedelico, per il piacere di chi ama una musica più introspettiva.
“Axidents” potrebbe benissimo uscire da un disco dei Goblin . In “Night Bell” Massarotto passa al flauto ed il brano assume un fascino particolare rispetto a quanto ascoltato sino ad ora, così accade per “900 Bills” e “Karizma” dove le trombe di Piero Dadda Art e F. Perin sviluppano nuove sensazioni. Invece per i gusti del sottoscritto “Wake Up Whit Me” è uno dei punti più alti di “Chances & Accidents”, in esso vengono racchiusi tutti gli ingredienti per realizzare un ottimo brano di Jazz Rock. Chiudono i due minuti di “Every One Can Sing A Jazz Rock Song Under The Shower”, dove si possono ascoltare per la prima volta le voci di Caldato e Pestrin che sotto la doccia fanno da coro ad un tappeto tastieristico dalle sfumature vagamente malinconiche. D'altronde chi non ha mai cantato sotto la doccia? Direte voi…però non una canzone Jazz! Ecco un'altra genialità dei ragazzi.
Questo disco racchiude in se molta cultura, assimilata e riamalgamata con estro, per un risultato di notevole caratura. I MSM sono giovani e sono certo che ci disegneranno nuove traiettorie.
Non lasciamo nell’indifferenza per l’ennesima volta una nostrana realtà, che nulla ha da invidiare alle band straniere. (MS)


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