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domenica 18 novembre 2012

Brainticket

BRAINTICKET - Cottonwoolhill
Bellaphon

Distribuzione italiana: si
Genere: Psychedelic Prog
Support: Lp - 1970


Negli anni ’60 la musica lisergica, aperta ufficialmente dal brano “Norvegian Wood” dei Beatles, ha avuto un notevole corso. Si è sviluppata in breve tempo ed allo stesso modo è mutata, si è arricchita di diverse sonorità. Quella pura è rimasta, band come Greatful Dead, Iron Butterfly, Jefferson Airplane, Velvet Underground, Love e centinaia e centinaia di altre, sono li a testimoniarlo, ma chi invece ha tentato qualcosa di diverso sfocia nel Prog. A volte però i risultati non sono sempre come quelli dei Pink Floyd, si va a perscrutare in ampi meandri quantomeno improbabili, quelli della mente e si sa, la mente può anche rasentare la pazzia!
Musica cervellotica, sperimentale, come quella degli Olandesi Brainticket. Questi sono un settetto con doppio tastierista, basso, chitarra, voce e doppio percussionista.
Voci recitate, flauti, tastiere, fanno volare la fantasia, soprattutto quando il discorso diventa ipnotico o delirante. La voce femminile di Dawn Muir spaventa, improvvisa, come in preda di allucinazioni. Tutto il disco si regge prevalentemente sulla suite “Brainticket”, o meglio quasi, diciamo per un lato e mezzo. L’ascoltatore viene deturpato dal suono battente di un martello pneumatico e da altre diavolerie che tendono a sperimentare l’ambito psichedelico, non disdegnando passaggi strumentali anche interessanti. Spesso nell’ascolto si ha la sensazione di improvvisazione, così è, ma più o meno anche dal vivo la band riesce a proporre il brano così come è, con variazioni sul tema. Certo che questo non è un disco da ascoltare molto spesso, ne va di mezzo l’equilibrio psicofisico dell’ascoltatore, tuttavia nasconde idee, anche se a tratti confuse.La band seguirà la breve carriera con altri dischi come “Psychonaut” del 1971, ma la formazione è gia dimezzata. Altro disco ancora interessante è “Celestial Ocean”del 1973, registrato in Italia dalla RCA. Le progressioni lisergiche si basano sulle percussioni, sitar e flauto, una specie di Gong olandesi.
Stranamente la band ha molto seguito in Italia e comunque si esibisce in svariate date live, anche di supporto ai romani Living Music. Che dire, mi sentivo in dovere di menzionarli, in quanto hanno tentato di spostare le coordinate del Rock, forse non ci sono riusciti o forse si, fatto sta che la storia non li ha ricordati molto. Io comunque mi congratulo. MS


2 commenti:

  1. Sinceramente non mi prendono più di tanto.Ho sia questo cd che Psychonaut,devo dire che sono proprio fuori da tutti gli schemi,anche quelli psichedelici che già sono ai limiti.Di certo non sono dei geni nè hanno realizzato capolavori.Per chi come noi ama la musica,da ascoltare almeno per completezza del panorama musicale.Ciao Max.Salvatore

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  2. A conferma di quanto dici, caro Salvatore, gioca il fatto che non hanno fatto dischi che la storia ricorda, come tu ben ricordi. Io ammiro il loro coraggio e la volontà di uscire dagli schemi. In effetti non sempre questo porta a buoni risultati.

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