MIRKO JYMI & GIANNI VENTURI –
Senza Rete
Mirko Jymi – music production
Genere: Sperimentale / Ambient /
Dark / Jazz / Avant‑garde
Supporto: CD / Bandcamp – 2024
Si
sa che la musica può essere adoperata per differenti necessità e che i testi
non sempre devono necessariamente accompagnare un’opera. Tuttavia, se le
argomentazioni ci sono, vanno abbinate alle dovute sonorità; perciò il connubio
fra le due arti diventa fondamentale.
L’equilibrio
è sottile: non tutti hanno le capacità giuste per esporre al meglio l’insieme,
per questo servono esperienza e sensibilità.
Le
caratteristiche di Gianni Venturi sono ormai note nell’ambito sia sperimentale
sia progressivo, basta citare la band Altare Thotemico, oppure i progetti
Mantra Informatico, Banda Venturi, Qohelet, Tazebao, Moloch e altri ancora, nei
quali il poeta e narratore dei tempi si esprime con sagacia e crudezza.
È
notoria la cadenza narrativa con cui approccia al canto, generalmente disperato
e rabbioso, proprio per evidenziare la profondità delle analisi che vengono
esposte. Ecco quindi la ricerca sia della parola sia della fonetica, entrambe
fondamentali per trattare le vicissitudini dei nostri tempi, amore compreso.
Venturi non si rassegna e sprigiona un pessimismo che sembra nato dalla
consapevolezza dettata dall’esperienza di vita. Si sa che affrontare certe
argomentazioni può condurre a un approccio politico, ma in realtà non è così,
perché l’artista è un semplice osservatore e non di parte. Ascoltare i testi è
come subire il suono delle unghie che graffiano una lavagna; per enfatizzare
questo, Venturi si avvale della collaborazione di un altro noto artista
dell’ambito sperimentale, Mirko Jymi. Tastierista e compositore, Jymi ha una
cultura profonda della musica: inizia ascoltando jazz, rock, fusion, bossa,
prog e ambient, e tutto questo è incastonato nel suo DNA.
Assieme
compongono “Senza Rete”, un’opera filosofica in cui sono messe a nudo le
incongruenze del significato attuale delle parole: la religione mente, la
politica è malsana, la fisica è teorica e l’anarchia è utopia.
Undici
sono le tracce che compongono l’album, registrate al São Paulo Studio, composte
e arrangiate da Mirko Jymi. Con loro appaiono tre ospiti speciali:
Carlos Sanchez (basso, stick), Fernando Dos Santos (batteria, percussioni) e
Alberto Da Silva (tromba, sax).
Il
sax apre “Il Tango Di Buenos Aires” con delicatezza, quasi una carezza
rassicurante; la chitarra di matrice pinkfloydiana si fonde ad esso, ma è
Venturi a innalzare l’intensità attraverso un crescendo vocale struggente e
ficcante. Ogni tonalità ha il senso della parola espressa. L’ingresso della
tromba dona all’insieme un velo di gradita raffinatezza.
“Prenditi
Cura Di Te” è musica per pensare, fra raccomandazioni e fotografie ambientali
dove il suono è altamente coinvolgente. Qui Venturi raggiunge la disperazione e
l’introspezione.
“Fili
Di Luce” alza leggermente il ritmo, i suoni sono più ampi, pur rilasciando
sensazioni di una uggiosa serata d’autunno.
Tutto
l’album scorre su un velo di oscurità che solo in brevi istanti lascia spazio a
lamine di serenità. Ottima “Empatia”, pachidermica nell’incedere con ampi
squarci di Psichedelia. Sognante “Dove Cantano Le Stelle”, toccante “Dimmi Che
Mi Ami”, riflessiva “L’Amore Bambino”: tutte canzoni che godono di vita
propria.
Il
disco viaggia su questa lunghezza d’onda, ma tengo a sottolineare la profondità
della title track, altro esempio di come la musica sposi alla perfezione un
testo analitico dei tempi e disperato.
Il
connubio Mirko Jymi–Gianni Venturi è devastante! “Senza Rete” è un’opera da
gustare con parsimonia, proprio come un buon bicchiere di whisky, e mi dispiace
per chi non ha tempo di assaporarla con calma. Questa è musica che fa pensare…
pensare… pensare! MS
Versione Inglese:

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