Pagine

domenica 30 giugno 2024

Seven Steps To The Green Door

SEVEN STEPS TO THE GREEN DOOR - The ? Truth
Progressive Promotion Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2024




Abbiamo lasciato la band tedesca Seven Steps To The Green Door nel 2019 impegnata nel secondo capitolo della trilogia “?” riguardante il fanatismo religioso analizzato attraverso la visione di una famiglia. L’autore delle liriche George Andrade s’ispira ai testi tratti da racconti di Thoraff Koss.
Oggi “The ? Truth” completa la trilogia, suonata da Marek Arnold (tastiere, sax), Ulf Reinhardt (batteria e percussioni), Robert Brenner (basso), e Martin Fankhänel (chitarre).
Per un’opera così ambiziosa, gli artisti si avvalgono di collaboratori speciali che rispondono al nome di Peter Jones (voce nei Camel), Thomas Klarmann (flauto), Denis Strassburg (basso), Sören Müller (basso) oltre ad un numero sterminato di coristi e cantanti.
La musica suonata ha davvero un mondo dentro, trattasi in principale modo di Progressive Rock, ma si sconfina anche in altri suoni come, per fare un esempio, quelli del Metal. Ma è limitativo cercare di bandire questa musica in un unico contesto, perché ha molto da dire, a iniziare da “Revelations” che di per se chiarisce bene gli intenti, passando sia nel mellotron anni ’70, sia nel Metal Prog più attuale. Tanti i cantanti che si alternano, avvicinando l’album per intento al modus operandi di Ayreon.
L’enfasi è altrettanto presente, grandiosità sonora che si può apprezzare in tutto l’arco dell’ascolto. La mini suite “Africa” nei quindici minuti abbondanti, concentra tanta storia, voce femminile atta a un contesto Jazz, si alterna a quella maschile su percussioni dal sentore atavico. E poi avanti per toccare meandri Pop, Prog e chi più ne ha più ne metta. La bravura dei Seven Steps To The Green Door, sta nel propinare tutto questo calderone di suoni a un pubblico omogeneo, il tutto senza risultare troppo pesanti e neppure fuorvianti. C’è quindi molta naturalezza nell’incedere, grazie soprattutto alla scelta di melodie semplici e agli assolo che spezzano i testi altrimenti troppo invasivi rispetto alla musica.
Massiccio l’inizio di “Hearing Voices”, ma come detto si varia molto, ecco quindi i fiati e una melodia dolce sopraggiungere, quindi ancora i giochi di voci impreziosiscono l’insieme. Introspettiva “Alpha & Omega III” grazie ad un intro di tastiere d’effetto e al sax che lascia spazio al canto molto sentito e malinconico. Una ballata in cui la chitarra elettrica verso il finale mostra il meglio di se.  Ma questo è solo un momento di pausa, si riparte cavalcando il brano “The Arrest”, un Metal Prog dalle basi anni ’80. Fra i frangenti che ho maggiormente apprezzato ci sono “Hallucinations” e “Hearts On Strings”, semplici, delicati al punto giusto ma soprattutto attenti all’evolversi dell’andamento che un'altra volta risulta essere in crescendo.
“When You Get To See Me” rispecchia a pieno il Metal Prog anche di matrice Dream Theater. Molto divertente e assolutamente differenziata al proprio interno è “Hear My Voice”, mentre la degna chiusura spetta a “A Dream That Stayed”, suntuosa e riepilogante.
Nulla da eccepire, solo per i collezionisti aggiungo che "The Truth" non uscirà solo su CD, come di consueto, ma la trilogia sarà pubblicata anche in un elaborato "Artbook" in formato vinile con tutti e tre gli album, corredato da una storia completa ed estesa con tanto di testi stampati.  Enjoy! MS

 



Versione Inglese:


SEVEN STEPS TO THE GREEN DOOR - The ? Truth
Progressive Promotion Records
Genre: Progressive Rock
Support: cd - 2024


We left the German band Seven Steps To The Green Door in 2019 engaged in the second chapter of the "?" trilogy concerning religious fanaticism analyzed through the vision of a family. The author of the lyrics George Andrade was inspired by lyrics from short stories by Thoraff Koss.
Today "The ? Truth" completes the trilogy, played by Marek Arnold (keyboards, sax), Ulf Reinhardt (drums and percussion), Robert Brenner (bass), and Martin Fankhänel (guitars).
For such an ambitious work, the artists make use of special collaborators who answer to the name of Peter Jones (vocals in Camel), Thomas Klarmann (flute), Denis Strassburg (bass), Sören Müller (bass) as well as a countless number of choristers and singers.
The music played really has a world in it, it is in the main Progressive Rock, but it also trespasses into other sounds such as, to give an example, those of Metal. But it is limiting to try to banish this music in one context, because it has a lot to say, starting with "Revelations," which in itself makes the intentions clear, moving into both 70s mellotron and more current Metal Prog. So many singers take turns, bringing the album closer in intent to Ayreon's modus operandi.
The emphasis is equally present, sonic grandeur that can be appreciated throughout. The mini-suite "Africa" in its abundant fifteen minutes, concentrates so much history, female vocals attached to a Jazz context, alternating with male vocals on percussion with an atavistic feel. And then on to touch Pop, Prog and more meanders. The prowess of Seven Steps To The Green Door, lies in propelling all this cauldron of sounds to a homogeneous audience, all without coming across as too heavy or even misleading. There is thus a lot of naturalness in the pacing, thanks mainly to the choice of simple melodies and solos that break up lyrics that would otherwise be too invasive compared to the music.
Massive is the beginning of "Hearing Voices", but as mentioned it varies a lot, so here are the horns and a sweet melody over, then again the vocal interplay embellishes the whole. Introspective "Alpha & Omega III" thanks to an impressive keyboard intro and sax that gives way to very heartfelt and melancholy singing. A ballad in which the electric guitar toward the end shows its best.  But this is just a moment of pause, we start again riding the track "The Arrest", a Metal Prog with 80s underpinnings. Among the bangs I most appreciated are "Hallucinations" and "Hearts On Strings", simple, delicate to the right point but above all attentive to the evolution of the trend that once again turns out to be a crescendo.
"When You Get To See Me" fully reflects metal prog also of the Dream Theater matrix. Very entertaining and absolutely differentiated at its core is "Hear My Voice", while the worthy close belongs to "A Dream That Stayed," sumptuous and summarizing.
Nothing to object to, only for collectors I would add that "The Truth" will not only be released on CD, as usual, but the trilogy will also be released in an elaborate "Artbook" in vinyl format with all three albums, accompanied by a complete and extended history complete with printed lyrics.  Enjoy! MS

 

 




5 commenti:

  1. Caro Massimo, sono sempre più sconsolato da determinati gruppi e relative uscite discografiche. Certamente hanno un loro piccolo zoccolo duro come te del resto. Per me come ho sempre ribadito da anni, accostare la definizione di Prog a mesto miscuglio di Dream Theater, accelerazioni di maniera per poi inserire ruffianamente dolci melodie con cantato femminile, è una ruffianagine disgustosa. La voce perennemente presente, senza lasciare uno minimo spazio strumentale, purtroppo mi fanno cadere le palle a terra. Le uniche cose che si salvano di questo album, che purtroppo mi è stato regalato, da persona non al dentro al genere, sono le brevissime porzioni di Sax e la voce femminile. Non accetto questo ibrido di metal moderno con porzioni poche o completamente inesistenti di musica progressiva. Come scritto in passato io ho iniziato dal metal, amando soprattutto il genere death trash, ma anche le cavalcate dei primi Maiden, come i Warlord e tutto il genere Epic. I Sepultura del tour di Chaos a d. È stato il primo concerto della mia vita e li amo ancora fino a Roots. Ma contemporaneamente a 12 anni avevo già la discografia completa dei miei stra amati Pink Floyd, che per mano mi hanno portato, prima nell' universo lisergico della psichedelia con l' innesto di tanti e ottimi acidi consumati in compagnia di altri folli amici dentro la mia cameretta o intelligenti locali o pub dove orgogliosamente suonavo i CD di Apple, Twink ecc. Per poi arrivare all' amore vero che è il prog rock. Quindi non sono uno che detesta le sonorità dure, tutt' altro, i Porcupine Tree dei primi anni 2000 fecero una operazione meritoria, con gli Opeth da fare da garante. Ma concludendo, e scusandomi di questo che sta diventando un romanzo autobiografico, queste operazioni ormai anche diventate datate di questa band e molte altre non hanno senso per me musicalmente parlando. Forse sono rimasto troppo oltranzista al prog anni 70 e anche 90.
    Mi scuso per la lungaggine.
    Ivano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Ivan, quando come musicista lavori ad una trilogia come questa da quasi 15 anni, un giudizio del genere ti rende naturalmente un po' triste. Nei 20 anni di storia della band non abbiamo mai fatto musica che dovesse corrispondere a qualche cliché, ma piuttosto la musica scaturisce da noi. Con un concept album dedicato ad un argomento emozionante con tale intensità, ovviamente ci sono alcune specifiche, i personaggi della storia devono essere implementati musicalmente, i leitmotiv devono essere integrati ancora e ancora e anche la percentuale di canto è piuttosto alta, a seconda dell'implementazione. Se preferisci album con più contenuti strumentali, sentiti libero di ascoltare gli altri nostri album come FETISH. È progressivo nel senso letterale lavorare con una mente aperta, questo è quello che facciamo sempre, anche se non possiamo più reinventare la musica, ma amiamo ciò che ne viene fuori. Ovviamente non è necessario che ti piaccia la nostra musica ed è normale che come musicista non puoi raggiungere ogni ascoltatore con la tua musica. Ma c'è un'incredibile quantità di amore e di lavoro dettagliato in questa trilogia, per favore mostra almeno un po' di rispetto per questo fatto finché i veri musicisti continuano a fare musica invece delle intelligenze artificiali. Grazie mille e cordiali saluti, Marek

      Elimina
  2. Ciao Ivano, ciao Marek! Non discuto mai sui gusti soggettivi, quelli sono sacrosanti, nulla al mondo può farti cambiare idea, tantomeno una recensione. Anche io provengo dal Metal, ma ascolto tutto, altrimenti non potrei scrivere di Progressive Music in senso generale, in quanto l'evoluzione sonora passa attraverso innesti che possono derivare da ogni genere. Ho probabilmente la fortuna di essere poliedrico, mi piace ascoltare di tutto e sensa restrizioni di sorta, mi spiego meglio, mi emoziono con tanti generi differenti e soprattutto nel tempo. Non sono uno di quelli chiusi in una bolla temporale. Ho trovato questo lavoro, come diceva Marek, pieno di storia, amore per la musica, questo lo percepisco a pelle, oltre che bene arrangiato e prodotto. Ce ne fossero! Capisco comunque bene anche il tuo punto di vista, tuttavia il mondo è bello proprio perchè è vario. Grazie e non scusarti per la lungaggine, un blog serve anche a questo! Un tuo parere è onorevole quanto il mio, uno legge e si fa un idea comunque. Grazie.

    RispondiElimina
  3. Sentire i Dream Theater nei Seven Steps to the green door...ma che veramente?LoL

    RispondiElimina
  4. Non che la musica dei Seven Steps sia come quella dei Dream Theater, chiaro, sono generi differenti, ma il brano "When You Get To See Me" ha dei chiari riferimenti, almeno, io li percepisco bene. Poi che sia voluto o meno non importa, questo mi trasmette.

    RispondiElimina