QUANTUM
FANTAY – Oneironauts
Progressive
Promotion Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2024
Non
so se avete mai avuto modo di ascoltare la band belga Quantum Fantay, chi la conosce
sa che trattasi di un pullman per un viaggio psichedelico misto a Progressive
Rock. I cambi di line up ce ne sono stati dalla lontana formazione che risale
al 2002, e tante le realizzazioni sia in studio che live.
“Oneironauts”
è il nono album, e il tastierista Pete Mush ha preso le redini del gruppo, con
lui suonano Tom Tee (chitarra), Jaro (basso) e Jazzper Coulier (batteria). Gli
ospiti Charles Sla (flauto), Ed Wynne (chitarra), Louis Van Der Linden (batteria),
e Gino Bartolini (batteria), contribuiscono alla riuscita di questo nuovo
lavoro suddiviso in otto lunghe tracce.
Chi
invece già conosce i Quantum Fantay sa bene che la musica proposta, pur avendo
di base questa Psichedelia di fondo, muta leggermente di album in album, dagli
inizi Rock, alla World Music di “Terragaia” (2014), alla Techno di “Dancing In
Limbo” (2015) e al Prog di “Yemaya Orisha” (2019).
Il
protagonista indiscusso della musica suonata è comunque sua maestà il
sintetizzatore, mentre le tematiche conducono ancora una volta a far viaggiare
l’ascoltatore, trattando i sogni intrecciati di due ragazzi. Tuttavia la
chitarra non è relegata in seconda linea, anche lei spesso risulta essere
protagonista, dimostrando che il lato Rock iniziale della band non è stato nel
tempo snaturato.
“Flight
Into Hive Mind” inizia con i caratteristici loop con cui Mush ci ha abituati,
per poi progredire nel ritmo sincopato dove la chitarra elettrica si lancia in
un assolo psichedelico accattivante. Una miriade di suoni arrangia il brano
rendendolo altamente coinvolgente.
“Wakening”
rallenta l’andamento, ma le atmosfere rimangono spaziali, un connubio sonoro
che potrebbe essere colonna sonora dello spirito che aleggia in noi. I Pink
Floyd sono la band che più spesso ritorna alla mente, anche se in questo caso
la matrice Prog Rock è maggiormente marcata grazie all’uso spezzato della
batteria.
“Mnomic
Induction Of Lucid Dream” descrive perfettamente lo stato d’animo di chi sogna,
qui è lo stile Jean Michel Jarre a tracciare il percorso, suoni che in effetti
stereo riempiono la mente.
“Upwards
And Onwards” ha un’aria oppressiva, e il lato Rock si presenta sia attraverso
le chitarre che nella ritmica, questa volta diretta e meno ricca di fronzoli.
La title track ripone i sintetizzatori in cattedra, com’è in stile Quantum
Fantay, a seguire un assolo di chitarra elettrica al fulmicotone. “Scurdy
Flurdy”, dopo un inizio onirico, si getta anima e corpo nel Rock Progressive
questa volta nel senso più puro del termine. I cambi umorali di “Solora”
mantengono il livello sullo stesso binario per poi lasciare spazio alla
conclusiva “Orchid Borealis”, altra piccola gemma sonora che farà la gioia di
chi è amante delle sonorità descritte sino ad ora.
Anche
“Oneironauts” è un album di carattere, dove lo stile oramai marcato è ben
riconducibile al nome del gruppo, il quale tuttavia sembra essere cresciuto a
pane e Hawkwind.
Se
desiderate un ora di evasione dalla realtà, questo disco fa proprio al caso
vostro, basta chiudere gli occhi e alzare il volume. MS
Versione Inglese:
QUANTUM FANTAY - Oneironauts
Progressive Promotion Records
Genre: Progressive Rock
Support: cd - 2024
I don't know if you have ever had a chance to listen
to the Belgian band Quantum Fantay, those who know them know that they are a
bus for a psychedelic trip mixed with Progressive Rock. The line up changes
there have been since the distant formation dating back to 2002, and so many
accomplishments both in the studio and live.
"Oneironauts" is the ninth album, and
keyboardist Pete Mush has taken the reins of the band, with him playing Tom Tee
(guitar), Jaro (bass) and Jazzper Coulier (drums). Guests Charles Sla (flute),
Ed Wynne (guitar), Louis Van Der Linden (drums), and Gino Bartolini (drums)
contribute to the success of this new work divided into eight long tracks.
On the other hand, those who already know Quantum
Fantay know that the music on offer, while having this underlying Psychedelia,
changes slightly from album to album, from the Rock beginnings, to the World
Music of "Terragaia" (2014), to the Techno of "Dancing In
Limbo" (2015) and the Prog of "Yemaya Orisha" (2019).
The undisputed protagonist of the music played is
still his majesty the synthesizer, while the themes once again lead the
listener on a journey, dealing with the intertwined dreams of two boys.
However, the guitar is not relegated to the second line; it too often turns out
to take center stage, proving that the band's early Rock side has not been
distorted over time.
"Flight Into Hive Mind" begins with the
characteristic loops with which Mush has accustomed us, then progresses into a
syncopated rhythm where the electric guitar launches into a catchy psychedelic
solo. A myriad of sounds arranges the track making it highly addictive.
"Wakening" slows the pace, but the
atmospheres remain spatial, a sonic combination that could be soundtrack to the
spirit hovering within us. Pink Floyd is the band that most often comes to
mind, although in this case the Prog Rock matrix is more pronounced thanks to
the broken use of drums.
"Mnomic Induction Of Lucid Dream" perfectly
describes the dreamer's state of mind, here it is Jean Michel Jarre style that
charts the course, sounds that actually stereo fill the mind.
"Upwards And Onwards" has an oppressive feel
to it, and the Rock side comes through both through the guitars and in the
rhythmic, this time direct and less frilly. The title track puts the
synthesizers back in the cathedra, as is the style of Quantum Fantay, followed
by a blistering electric guitar solo. "Scurdy Flurdy", after a dreamy
beginning, throws itself heart and soul into Progressive Rock this time in the
purest sense of the word. The mood changes of "Solora" keep the level
on the same track and then give way to the concluding "Orchid
Borealis," another little sonic gem that will delight those who love the
sounds described so far.
"Oneironauts" is also an album of character,
where the now-marked style is well traceable to the name of the band, which
nevertheless seems to have grown up on bread and Hawkwind.
If you want an hour of escapism from reality, this
record is just right for you, just close your eyes and turn up the volume. MS
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