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mercoledì 31 gennaio 2024

Rubber Band

RUBBER BAND – About Time
G.T. Music Distribution / Edizioni Musicali Micio Poldo
Genere: Blues / Rock
Supporto: cd – 2023





E’ noto che alla base della musica moderna, e più precisamente del Rock, ci sia il Blues. Il canto dei neri afro americani nei primi del 1900, narrante la condizione in cui riversavano socialmente durante le raccolte del cotone, nel tempo si evolve (Robert Johnson docet). Dopo la fine della seconda guerra mondiale c’è voglia di divertimento, ed ecco che il Blues prende ritmo e diventa Rhythm & Blues, tanto che nel 1950 un certo Fat Domino al piano con il brano “Fat Man”, da il via al primo prototipo di quello che successivamente chiameremo Rock’n Roll. Il Jazz nel contesto non è stato meno importante, certe soluzioni spesso nate nelle jam fra artisti, hanno avuto anche loro un ruolo fondamentale per questa suddetta evoluzione sonora. In parole povere, chi fa musica Rock, anche inconsapevolmente, ha nel proprio DNA culturale il Blues, ed è anche giusto qualche volta onorare certi artisti del passato relegando loro un’attenzione particolare, proprio come ha fatto il trio acustico italiano Rubber Band nel nuovo album “About Time”.
Giorgio Fairsoni (voce, chitarra acustica), Renato Banino (chitarra acustica, voce), e Max Durante (basso, voce), hanno fatto tesoro del passato, divertendosi a suonare grandi classici e qualche inedito in questo album formato da quattordici tracce.  Il periodo del Covid ha di molto ritardato l’uscita, proprio per questo scherzosamente il trio intitola l’opera “Era Ora!”. La realizzazione è per mano del sempre attento Vannuccio Zanella, mentre l’artwork di Ondemedie, non so il perché, mi rimanda con la mente a copertine della Cramps, ossia a quando certe immagini riescono a esprimere fortemente il concetto dell’album. All’interno del libretto che accompagna il cd ci sono le foto degli artisti, oltre le dovute descrizioni del caso. Con loro suonano anche amici come Max Lazzarin (piano, voce), Fabio Ranghiero (organo e piano acustico), Mauro Minazzato (armonica), Checco Lazzarini (violino), Simone Rossetto (sax), Alberto Berlese (piano), Ivan Tibola (fisarmonica) e Dario Guidotti (armonica).
Il classico Blues di vecchio stampo si presenta immediatamente con “Too Old”, ed è un pezzo scritto da Giorgio Fairsoni. Il giro musicale è impreziosito da coralità piacevoli, come lo è il piano acustico. “All Gone” mostra ancora il legame con il passato oltre che l’ottima qualità sonora dell’incisione. Qui il ritmo è più lento e sornione. Il primo pezzo cover s’intitola “San Francisco Baby Blues” ed è un classico di Jesse Fuller soprannominato The Lone Cat. Era come una one-man-band e suonava la chitarra a 12 corde, l'armonica a bocca, il kazoo, il piatto e il fotdella, alcuni anche contemporaneamente. Il violino dona al tutto un atmosfera particolare. Segue “Whiskey Drinkin’ Woman” di Leo Spencer e Lou Donaldson, un Blues trascinato capace di far compiere l’ascolto a occhi chiusi. Uno dei più grandi classici nel genere è “Route 66” dell’attore Bobby Troup, chi suona Jazz e lo canta, almeno per una volta nella vita ha eseguito questo pezzo. Composto nel 1946 è stato inciso per la prima volta da Nat King Cole. Trascinante l’incedere dal profumo prettamente americano. Si cambia genere con “Theme For An Imaginary Western” di Jack Bruce e Pete Brown, un Rock che rimanda alla band Cream. Simpatica “3 Sisters”, dove una calda fisarmonica rimanda direttamente la fantasia dell’ascoltatore in Brasile con i suoi ritmi pacati e concreti. Da sottolineare l’ottima preparazione strumentale del trio. Si torna alle cover con “Talk To Me Baby”, un salto indietro nel tempo quando Elmore James negli anni ’40 influenzava un intera generazione di Bluesman.
Bill Withers (pseudonimo di William Harrison Withers Jr.) invece è omaggiato con il pezzo “Ain’t No Sunshine”, qui ancora una volta è ottimo il lavoro della chitarra acustica.
Segue “The Trouble Whit Me Is You”, classico di Harry Tobias e Pinky Tomlin, qui è il basso a farci muovere il piede a ritmo di musica. “Third Degree” è un altro pezzo da novanta, i maestri Eddie Boyd e Willie Dixon hanno composto questa perla senza tempo interpretata in maniera impeccabile da Fairsoni.
C’è anche una canzone strumentale dedicata ad una band importante, quella di Richard Betts, i The Allman Brothers. Il Southern Rock di “Jessica” è quantomeno trascinante. Non può mancare in questo viaggio sonoro il grande Duke Ellington, “I Ain’t Got Nothin’But The Blues” è eseguito in maniera impeccabile dalla Rubber Band.  Chiude un brano della band intitolato “Vagabondo Blues”, sunto di quello che il genere ci ha lasciato.
“About Time” lo avrete capito è un disco imperdibile per chi vuole intraprendere il cammino a ritroso nella storia della nostra musica, qui ci sono tasselli fondamentali eseguiti perfettamente e con passione. Consigliatissimo! MS




Giorgio Fairsoni




Versione Inglese:

RUBBER BAND - About Time
G.T. Music Distribution / Music Editions Micio Poldo
Genre: Blues / Rock
Support: cd - 2023


It is well known that the basis of modern music, and more specifically Rock, is the Blues. The song of African American blacks in the early 1900s, narrating the condition in which they poured socially during the cotton harvests, evolved over time (Robert Johnson docet). After the end of World War II there is a craving for fun, and here the Blues picks up the pace and becomes Rhythm & Blues, so much so that in 1950 a certain Fat Domino on the piano with the song "Fat Man," kicks off the first prototype of what we will later call Rock'n Roll. Jazz in context was no less important, certain solutions often born in jams between artists also played a key role in this aforementioned sonic evolution. Simply put, those who make Rock music, even unknowingly, have the Blues in their cultural DNA, and it is also right sometimes to honor certain artists of the past by relegating special attention to them, just as the Italian acoustic trio Rubber Band did in their new album "About Time".
Giorgio Fairsoni (vocals, acoustic guitar), Renato Banino (acoustic guitar, vocals), and Max Durante (bass guitar, vocals), have treasured the past, having fun playing great classics and a few unreleased ones on this album consisting of fourteen tracks.  The Covid period greatly delayed the release, which is precisely why the trio jokingly titles the work "It's About Time!" The realization is at the hands of the ever-attentive Vannuccio Zanella, while the artwork of Ondemedie, I don't know why, reminds me in my mind of Cramps covers, that is, when certain images manage to strongly express the concept of the album. Inside the booklet accompanying the CD are photos of the artists, as well as due descriptions of the case. Also playing with them are friends such as Max Lazzarin (piano, vocals), Fabio Ranghiero (organ and acoustic piano), Mauro Minazzato (harmonica), Checco Lazzarini (violin), Simone Rossetto (sax), Alberto Berlese (piano), Ivan Tibola (accordion) and Dario Guidotti (harmonica).
Classic old-time blues comes immediately with "Too Old", and it is a piece written by Giorgio Fairsoni. The musical turn is enhanced by pleasant choruses, as is the acoustic piano. "All Gone" still shows the connection to the past as well as the excellent sound quality of the recording.
Here the tempo is slower and more sly. The first cover song is titled "San Francisco Baby Blues" and is a classic by Jesse Fuller nicknamed The Lone Cat. He was like a one-man-band and played 12-string guitar, mouth harmonica, kazoo, cymbal and fotdella, some even simultaneously. The violin gives the whole thing a special atmosphere. Leo Spencer and Lou Donaldson's "Whiskey Drinkin' Woman" follows, a drawn-out Blues capable of making one do the listening with eyes closed. One of the greatest classics in the genre is "Route 66" by actor Bobby Troup; anyone who plays Jazz and sings it has performed this piece at least once in their life. Composed in 1946 it was first recorded by Nat King Cole. Pulling in the processional with a distinctly American scent. The genre changes with "Theme For An Imaginary Western" by Jack Bruce and Pete Brown, a Rock that harks back to the band Cream. Nice "3 Sisters", where a warm accordion sends the listener's imagination directly back to Brazil with its calm, down-to-earth rhythms. The trio's excellent instrumental preparation should be noted. It's back to covers with "Talk To Me Baby", a step back in time when Elmore James in the 1940s influenced an entire generation of Bluesmen.
Bill Withers (pseudonym of William Harrison Withers Jr.) on the other hand is paid tribute with the song "Ain't No Sunshine", here again the acoustic guitar work is excellent.
This is followed by "The Trouble Whit Me Is You", a Harry Tobias and Pinky Tomlin classic, here it is the bass that gets our feet moving to the beat. "Third Degree" is another standout, the masters Eddie Boyd and Willie Dixon composed this timeless gem played flawlessly by Fairsoni.
There is also an instrumental song dedicated to an important band, that of Richard Betts, The Allman Brothers. The Southern Rock of "Jessica" is at least enthralling. Can't miss on this sonic journey the great Duke Ellington, "I Ain't Got Nothin' But The Blues" is flawlessly performed by the Rubber Band.  It closes with a track by the band entitled "Vagabondo Blues", a summary of what the genre has left us.
"About Time" you may have guessed it is a must-have record for those who want to take the path backwards in the history of our music, here are key pieces performed perfectly and with passion. Highly recommended! MS

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