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giovedì 11 gennaio 2024

Sammary

SAMMARY – The Dream
Progressive Promotion Records
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: Post Prog Moderno
Supporto: cd – 2023




Ho lasciato il diciannovenne Sammy Wahlandt e il suo progetto Sammary con il buon debutto “Monochrome” nel 2022 e già lo ritrovo oggi con le idee ancora più chiare oltre che con una vera formazione alle spalle. Non più un lavoro solista con l’aggiunta di collaboratori, bensì frutto di un’attività d’insieme, grazie all’innesto di Stella Inderwiesen (voce), Marvin Kollmann (chitarra), suo padre Joerg Wahlandt (chitarra), Benedikt Schadt (tastiere), Ivan Khobta (sintetizzatore) e Julius Stapenhorst (basso). Sammy dunque si siede dietro la batteria e comunque chiama come supporto anche due special guest, Adam Holzman (assolo di synth in “Trance”) e Bruno Bolz (assolo di chitarra in “Voices”).
Entrare nel mondo dei Sammary è semplice, perché spesso sanno coccolare l’anima attraverso buone armonie, poi la voce di Stella Inderwiesen è una buona guida all’ascolto che ci accompagna sin da “Cascades”. Qui le chitarre del produttore Marvin Kollmann giocano un ruolo importante per l’economia del pezzo, oltretutto bene arrangiato, possente e possessore di equilibrate coralità di fondo. Piano e voce fanno da apertura a “Trance”, un motivo suadente ed elegante, vestito dalla voce ancora una volta convincente di Stella e dall’uso coinvolgente finale di tastiere. Questo genere musicale si colloca a metà strada fra la ricerca progressiva e le nuove tendenze, un poco com’è accaduto agli ultimi Anathema.
Un breve intro psichedelico della durata di poco più di un minuto intitolato “Oscillation”, accompagna a “Voices” dove alcuni passaggi mi hanno ricordato i migliori Soen. Una nenia introduce “The Game”, questo brano rappresenta al meglio l’artwork che visivamente accompagna il disco, malinconico, dark, sensuale ed etereo, sicuramente fra le composizioni meglio riuscite di “The Dream”. Bastano poco più di due minuti per capire a fondo lo stile di Sammary, quelli di “Rotations”, profondo excursus dentro l’anima. Non è possibile restare indifferenti grazie soprattutto al sapiente uso delle pause, perché anche i brevi silenzi sono musica e spesso fanno la differenza.
Seppure sempre delicata, la title track “The Dream” apre ad un mondo sonoro attuale, sia per l’uso delle strumentazioni che delle chitarre elettriche. Questa volta sono i Porcupine Tree a venire in mente. Ancora piano e voce per “Eulogy For A Dream”, la donna in vestaglia ed il candelabro in mano immortalata su uno sfondo oscuramente velato, ci accompagna verso un limbo fuori della nostra dimensione fatto di coccole ma anche di suoni inquietanti che improvvisamente sopraggiungono quando meno ce lo aspettiamo.
La struggente “Awake” chiude il disco che testimonia una notevolissima crescita caratteriale della band (ora possiamo chiamarla così). Qui c’è musica per un buon momento di relax, la stessa che spesso fa pensare o perlomeno riflettere su come viviamo questo mondo. Siamo lontani anni luce da quello che oggi spopola nei media o nel web, proprio per questo “The Dream” è un ancora di salvezza.
Boschi al tramonto (o all’alba), lande innevate, nebbia, tutto un contesto che ben si sposa con la delicata musica dei Sammary, e non nascondo la mia curiosità per il prossimo album se questo è lo svilupparsi degli intenti, ma ora scusate ripremo “Play”, un ora non mi è bastata. MS





Versione Inglese:


SAMMARY - The Dream
Progressive Promotion Records
Italian Distribution: G.T. Music
Genre: Modern Post Prog
Support: cd - 2023


I left 19-year-old Sammy Wahlandt and his project Sammary with the good debut "Monochrome" in 2022 and already I find him today with even clearer ideas as well as a real lineup behind him. No longer a solo work with the addition of collaborators, but the result of an ensemble effort, thanks to the grafting of Stella Inderwiesen (vocals), Marvin Kollmann (guitar), his father Joerg Wahlandt (guitar), Benedikt Schadt (keyboards), Ivan Khobta (synthesizer) and Julius Stapenhorst (bass). Sammy therefore sits behind the drums and yet also calls in two special guests as support, Adam Holzman (synth solo in "Trance") and Bruno Bolz (guitar solo in "Voices").
Entering Sammary's world is easy because they often know how to pamper the soul through good harmonies, then Stella Inderwiesen's voice is a good listening guide that takes us right from "Cascades." Here, producer Marvin Kollmann's guitars play an important role in the economy of the piece, which is moreover well arranged, powerful and possessed of balanced background chorality.
Piano and vocals provide the opening to "Trance," a persuasive and elegant tune dressed by Stella's once again convincing voice and final engaging use of keyboards. This genre of music lies somewhere between progressive and new progressive pursuits, a little like the latest Anathema.
A short psychedelic intro lasting just over a minute entitled "Oscillation" leads into "Voices" where some passages reminded me of the best Soen. A dirge introduces "The Game," this track best represents the artwork that visually accompanies the record, melancholic, dark, sensual and ethereal, certainly among the best successful compositions on "The Dream." It only takes a little more than two minutes to fully understand Sammary's style, those of "Rotations," deep excursus inside the soul. It is impossible to remain indifferent thanks mainly to the skillful use of pauses, because even brief silences are music and often make a difference.
While always delicate, the title track "The Dream" opens up to a current sound world, both in its use of instrumentation and electric guitars. This time it is Porcupine Tree that comes to mind.
Again piano and vocals for "Eulogy For A Dream," the woman in robe and candelabra in hand immortalized against a darkly veiled backdrop, accompanies us to a limbo outside our dimension made of cuddling but also of eerie sounds that suddenly overtake us when we least expect it.
The poignant "Awake" closes the record, which testifies to a remarkable character growth of the band (we can now call it that). There is music here for a good relaxing moment, the same music that often makes one think or at least reflect on how we live in this world. We are light years away from what is popularized in the media or on the web today, which is precisely why "The Dream" is a lifeline.
Forests at dusk (or dawn), snowy moors, fog, all a context that fits well with the delicate music of Sammary, and I do not hide my curiosity for the next album if this is the development of intentions, but now sorry I will resume "Play," an hour was not enough for me. MS



 

  

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