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giovedì 20 giugno 2024

L' Amore Nel Rock Progressivo Italiano

 

L’AMORE NEL ROCK PROGRESSIVO ITALIANO

 Un attitudine sorprendente

 Di Massimo Salari

 


 

"Lo so la mente vuole

Ma il labbro inerte non sa dire niente…"



LO SCENARIO PROGRESSIVO

 

 

Quando si parla di musica colta la prima che sovviene alla mente, è quella del progressive rock. In un certo senso il concetto non è erroneo perché qui si sprigionano le maggiori sperimentazioni e una ricerca spesso maniacale dettata da un forte ego dei protagonisti stessi. Nel periodo della massima brillantezza, nei primi anni ’70, ci fu una sorta di gara a chi la faceva più strana, l’individuo era al centro dell’interesse per cui nessuno negli anni ’60/’70 doveva essere necessariamente uguale a un altro (controcultura). Questa gara non dichiarata si estendeva a livello mondiale, soprattutto fra l’America e l’Inghilterra, quest’ultima creatrice del genere stesso con formazioni importanti e storiche come i Genesis, King Crimson, Yes, Pink Floyd, Gentle Giant, Van Der Graaf Generator e molte altre ancora.
L’attitudine è ciò che conta.
I testi nel progressive rock sono a volte marginali e a volte importanti, a seconda se l’autore è propenso a esprimere il proprio concetto visionario con strumentazioni o con la voce. Le argomentazioni possono variare dal fantascientifico come nel caso degli Yes, a scenari più favolistici come nel caso dei Genesis oppure psichedelici come ci insegnano i Pink Floyd nel loro primo periodo di carriera. In ogni caso la parola da evitare è “scontato”.
Con una musica complessa o per meglio dire eseguita con grande virtuosismo, è quindi difficile associare una storia d’amore o cose del genere, nonostante tutto anche in queste occasioni non mancano le ballate, irrinunciabili compagne di viaggio di tutta la musica in senso totale.
Poi non esiste solo l’amore, ma anche il sesso non voluto, quello maledetto, perché c’è differenza fra sesso e amore.
In definitiva i casi sono davvero molteplici e direi che si possa iniziare questo viaggio nel cuore e nella mente degli artisti perché per quanto noi li vogliamo differenziare, i luoghi delle emotività sono comunque collegati fra di loro.



LO SCENARIO PROGRESSIVO ITALIANO

 

 


Quando si parla di rock progressivo italiano i nomi che sono maggiormente tirati in ballo, sono quelli del Banco Del Mutuo Soccorso, Premiata Forneria Marconi, Le Orme, New Trolls, il quarto potrebbe essere quello degli Area ma il gruppo stesso non si è mai sentito rappresentato da questa etichetta, essendo loro piuttosto liberi di contestare attraverso gli strumenti una situazione sociale di quegli anni molto difficile, i cosiddetti anni di piombo.
“Il mio mitra è un contrabbasso che ti spara sulla faccia ciò che penso della vita” (Gioia E Rivoluzione tratto dall’album CRAC! del 1975 per la casa discografica Cramps Records).
 La musica italiana dei cosiddetti “complessi” sino al 1972 è denominata pop, solo con l’avvento della collana di dischi Ariston Progressive della produzione Gnomo è ufficialmente chiamato anche in Italia rock progressivo.
I punti di riferimento sonori sono nella maggioranza rivolti ai grandi nomi inglesi King Crimson, Genesis, Gentle Giant, Yes etc. tuttavia la nostra solarità aggiunge carattere in più alla musica e la rende facilmente distinguibile da quella estera. Un esempio su tutti la tarantella rock di E’ Festa della Premiata Forneria Marconi tratta dal fortunato album STORIA DI UN MINUTO (1972 – Numero Uno). I musicisti in questione sono ottimi esecutori, tutti dotati di una grande tecnica individuale, chi non ha mai sentito almeno una volta in vita propria nominare Franco Mussida (chitarra e voce), Flavio Premoli (tastiere e voce), Mauro Pagani (flauto, violino, voce), Giorgio Piazza (basso e voce) e Franz Di Cioccio (batteria e voce), credo siano in pochi coloro che ignorino le gesta di cotanti musicisti.
Potremmo stare qui a scrivere della carriera della PFM (acronimo di Premiata Forneria Marconi) e non basterebbero quattrocento pagine a spiegare tutto, ma su questo ci sono molti altri volumi in libreria e non soltanto. Grandissimi musicisti che potremmo definire “colti” com'è stato detto, ma riguardo ai testi delle loro canzoni si plana nel cosiddetto mondo normale. Non proprio banali ma neppure esageratamente complessi.


PREMIATA FORNERIA MARCONI

 

Un esempio di quanto detto giunge dal brano Dolcissima Maria tratto da L’ISOLA DI NIENTE (1974 – Numero Uno). Qui l’amore è visto come un futuro pieno di speranza e di poesia, ciò che potrà salvare la nostra esistenza. E’ un messaggio che associa l’amore alla positività e al non guardarsi indietro su tutte quelle cose che non si sono potute realizzare. Semplice e diretto senza molti doppi sensi ma efficace.




 

Dolcissima Maria

 

Dolce Maria

Dimentica i fiori

Dipinti dal tempo

Sopra il tuo viso

E gli anni andati via

Seduta ad aspettare

Una lunga, lunga via

Nessuno da incontrare

Non voltarti più

E il giorno arriverà

Vestito di poesia

Ti parlerà di sogni

Che non ricordavi più

E ti benedirà

Dolcissima Maria

……

 

Qualcuno se vorrai

Vestito di poesia

Ti coprirà d’amore

Senza chiederti di più

E t’accarezzerà

Dolcissima Maria

 

L’amore bucolico della PFM invece traspare fra le note e le parole del brano Dove, Quando Parte I, II tratto da STORIA DI UN MINUTO (1972 – Numero Uno). Un uomo che desidera ardentemente la propria donna. E’ quindi forte la volontà di relazionarsi con essa, l’amore che ci arricchisce e che ci fa crescere assieme, l’amore visto come un rafforzativo della nostra esistenza, un qualcosa non soltanto che unisce ma che ci fortifica (Che farai, amore mio? Che sorriso avrai? Dai tuoi sì, dai tuoi no cosa imparerò?).




 

Dove… Quando (parte I, II)

Dove stai? Dove sei?

Solo dentro me

Cosa fai? Come sei?

Solo come me

Inventarti qua e là

Gioco vecchio oramai

Bussa già la fretta di te

Che farai, amore mio?

Che sorriso avrai?

Dai tuoi sì, dai tuoi no

Cosa imparerò?

Principessa serena del cielo che avrò

Bussa già la fretta di te

….

 

Invece cosa lascia in noi un amore quando finisce? Ovviamente dolore, il rifiuto ci sfregia, anche se i comportamenti possono celare certe nostre emozioni. I caratteri aiutano o impediscono, non siamo tutti uguali nell’esternare il dolore di quando si viene lasciati, ma in realtà soffriamo tutti. Una valvola di sfogo è appunto la musica dove l’autore in questo caso Flavio Premoli parte a briglia sciolta sfogando tutto ciò che si ha dentro. Questo comportamento è terapeutico. Ma non è semplice vivere in un posto dove tutto ricorda l’altro e neppure uno sguardo negli occhi può alleviare il dolore o il ricordo, questo sta a significare che l’amore ci segna in maniera indelebile, sempre e comunque anche se non lo vogliamo o facciamo finta che tutto questo non sia vero. Possiamo illuderci, ma soltanto noi conosciamo dentro ciò che soffriamo. Ecco quindi Sei tratta dal disco ULISSE (1997 – RTI Music).





 

Sei

Sei la mia via la mia malinconia

sei il mio digiuno sei la mia casa i passi miei

ma non sei tu non sei mia

Sei la nostalgia sei la spiaggia sei la luna

il temporale sei sei quest’ultima tua scena

sei il mio cane sei la mia cena in una mano

ma non sei tu non sei mia

e non sei più solo una donna

 

….

 

Sei questa rabbia in me il mio pianto il mio dolore

sei la ferita che mai nessuno potrà guarire

sei la mia schiavitù la mia ombra il mio assassino

e chissà dove sei, sei felice sei lontano

ma non sei tu non sei mia

e non sei più solo una donna

Sei tutto il tempo che arriverà

a ricordarmi che non ci sei

lo sguardo che sempre ritroverò

dentro gli occhi di chi verrà

sei il bisogno di te il bisogno di mela gelosia che uccide

sei la storia degli altri sei

sei sempre…sempre…sempre…sempre tu..

…amore mio

 

E questo dolore poi non è facile da guarire, “Ogni male guarisce con farmaci e cure e non c’è mai un antidoto per il male d’amore” come poi canteranno nel 2005 nel disco DRACULA (Sony BMG Music Entertainment).



BANCO DEL MUTUO SOCCORSO

 

 

Sempre nei famigerati anni ’70 il rock italiano prende una strada ancor più impegnata, Renato D'Angelo (basso), Pierluigi Calderoni (batteria), Marcello Todaro (chitarra, voce), Francesco Di Giacomo (voce), Vittorio Nocenzi (tastiere, voce), e Gianni Nocenzi (piano, tromba, voce) danno alle stampe uno degli album più iconici del genere intitolato BANCO DEL MUTUO SOCCORSO (1972 – Ricordi) su musiche di Vittorio Nocenzi e testi di Francesco Di Giacomo e Vittorio Nocenzi. La splendida voce di Di Giacomo (22 agosto 1947 - 21 febbraio 2014) è di quanto meglio si possa ascoltare in Italia, il big Francesco è un personaggio a se stante nel panorama, con la sua grande stazza e la barba folta e lunga che lo contraddistingue. Sempre attento alle notizie quotidiane il cantante informato sugli eventi, relega i suoi pensieri e ragionamenti su testi che hanno del poetico, infarciti di tanta storia oltre che di sagacia. L’album del debutto è rappresentato dal mitico salvadanaio e musicalmente riesce a stupire perché la musica proveniente dall’Inghilterra e dal globo in generale, è ripresa ed amalgamata con la personalità tipica italiana attraverso melodie importanti e grandi passaggi tecnici realizzati dalle mani dei tastieristi. Da noi il ramo del rock colto prende vita soprattutto grazie a quest’album, impegnato ma allo stesso tempo scorrevole.
Se dobbiamo quindi andare ad analizzare l’amore visto attraverso gli occhi di questi artisti dobbiamo solo attendere pochi mesi e quel DARWIN (1972 – Ricordi) in cui si narra dell’evoluzione della specie umana.
E qui l’amore non è più visto sesso a se stante come il nostro predecessore primitivo ci aveva abituati, niente più clava in testa e trascinamento in grotta della donna, come sempre abbiamo banalizzato sul comportamento del troglodita, ma accade un qualcosa di differente, un qualcosa più grande dell’uomo stesso: il sentimento che non conosci e che ti rende inerme.
Si ha paura dell’amore?
L’uomo primitivo si accinge quasi al tramonto verso il fiume a dissetarsi e vede una donna con il suo branco fare altrettanto. Lei ovviamente nuda corre, e le sue grazie disegnano un balletto nell’aria per poi terminare con la mostra dei larghi fianchi durante il piegamento al bere. E’ colpito in maniera anomala, l’uomo si nasconde all’ombra per paura di essere scorto, secondo il suo pensiero lei fuggirebbe via. Neanche un fiato, l’argilla rossa che ha sul volto lo cela nel migliore dei modi, ma la mente desidera stringere la donna sul suo petto. E’ così bella che l’unico abito che può calargli a pennello sul corpo è l’acqua, in lui nascono nuovi pensieri, addirittura la poesia con la volontà di stendere sotto i piedi della donna, un velo di foglie a tappeto. Non ha parole, ciò che vede lo ammutolisce, ma si fa scuro in cielo, lei torna con il branco alla tribù. Dispiaciuto, realizza che davanti a cotanta bellezza non sarebbe stato capace di nulla, le sue fattezze da scimmione l’avrebbero solamente spaventata, una sorta di “non merito tanto”, ecco il rispetto, la consapevolezza della bellezza e quindi un primo prototipo d’amore.
Il pianoforte di Vittorio Nocenzi è la spettacolare colonna sonora di questa scena che credo sia una delle più belle mai descritte in una storia d’amore.

 


750.000 anni fa… l’amore?

Già l'acqua inghiotte il sole

Ti danza il seno mentre corri a valle

Con il tuo branco ai pozzi

Le labbra secche vieni a dissetare

Corpo steso dai larghi fianchi

Nell'ombra sto, sto qui a vederti

Possederti, si possederti... possederti...

Ed io tengo il respiro

Se mi vedessi fuggiresti via

E pianto l'unghie in terra

L'argilla rossa mi nasconde il viso

Ma vorrei per un momento stringerti a me

Qui sul mio petto

Ma non posso fuggiresti fuggiresti via da me

….

 

Se fossi mia davvero

Di gocce d'acqua vestirei il tuo seno

Poi sotto i piedi tuoi

Veli di vento e foglie stenderei

Corpo chiaro dai larghi fianchi

Ti porterei nei verdi campi e danzerei

Sotto la luna danzerei con te.

Lo so la mente vuole

Ma il labbro inerte non sa dire niente

Si è fatto scuro il cielo

Già ti allontani resta ancora a bere

Mia davvero ah fosse vero

Ma chi son io uno scimmione

Senza ragione senza ragione senza ragione

Uno scimmione fuggiresti fuggiresti

Uno scimmione uno scimmione senza ragione

Tu fuggiresti,


In pochi anni in Italia muta il contesto sociale, come giusto che sia in una forma d’evoluzione naturale delle cose. Gli anni di piombo lasciano un segno, così la controcultura che è cavalcata da molti intellettuali o meno. Nel 1976 il contesto sociale o di comunità, lascia il posto a una visione maggiormente individualista, ma sono gli ultimi spasmi di una società che ha creduto a valori utopici. Pierpaolo Pasolini è un megafono premonitore di questa evoluzione futura. Gli anni ’80 porteranno all’eguaglianza fra individui, questo grazie anche all’avvento delle TV private e al susseguirsi sempre maggiore di nuove radio libere. Tutto ciò si ripercuote anche nella musica, il fenomeno è visibile costatando la dipartita della musica per la mente (progressive rock) dalle lunghe suite, per passare alla musica del corpo con poche note, e divertiamoci (punk, discoteca, new wave).
Il Banco Del Mutuo Soccorso nel 1976 con l’album COME IN UN ULTIMA CENA (1976 – Manticore) gestisce la propria muta avvicinandosi piano piano verso la forma canzone. L’amore è sempre trattato come argomento, questa volta, però è visto come un sentimento conteso, oppure falso e condizionato. Sopra una musica decisamente struggente e melodica accompagnata come sempre dal pianoforte, È Così Buono Giovanni, Ma... vede due protagonisti contendersi promesse, ma in cambio di cosa?
 

 



È Così Buono Giovanni, Ma...

Stendo

La mia voglia di luna

Sopra le tue spalle

E sarò io

A darti il miele

Per le tue labbra.

 

Raccoglierò le tue paure

Per portarle lontano

E sarò io l'anfora

Dove tu

Poserai le tue chiare lacrime

Ma di più

Io...


Venendo dunque al 1981, la musica delle band impegnate come detto si getta anima e corpo nella canzone e anche il testo subisce una sorta di globalizzazione come nel caso di Canzone D’Amore tratta dall’album BUONE NOTIZIE (1981 – CBS). Uno squarcio di quotidianità del periodo che mette in luce l’amore per la TV. La band dimostra di convivere con questi cambiamenti anche se in maniera forzata rispetto al proprio DNA, ma la sagacia di Di Giacomo e soci cela il tutto con innata intelligenza.






Canzone D’Amore

 

Sei stata è vero assai convincente

parole poche, però quelle giuste

hai detto, credo, la realizzazione

ti blocco, è vero, è giusto hai ragione.

il cuore è fermo, la mente al soffitto

di impegni seri ho solo l'affitto

e tu mi manchi coi tuoi occhi stanchi

quegli occhi buoni, ma tu non perdoni.

Guardo la mia televisione

W la mia televisione.

Qualcuno parla, notizie di ieri

la stessa solfa e poi ci ho i pensieri

l' hai messa dura parlando di stima

così sicura tu sempre la prima

stare da soli non va' così male

quella tua amica mi viene a trovare

ci parlo bene sarà interessante

ma fare l'amore con te era importante.

….

 

Sei stata proprio assai convincente

ma ti assicuro non conti più niente

il mio apparecchio ha cento canali

di te non parlano i telegiornali

ho spento l'audio, non amo il rumore

e guarda caso c'è un film d'amore.

W la mia televisione,

….


A seguire ne accadono di eventi nefasti alla band, la dipartita di Francesco Di Giacomo nel 2014 in un incidente stradale a Zagarolo a causa di un frontale probabilmente causato da un malore, nel 2015 Vittorio Nocenzi è colpito da un'emorragia cerebrale ma per fortuna ne esce molto bene, e il 3 ottobre dello stesso anno la morte dopo una lunga malattia dello storico chitarrista Rodolfo Maltese. Tutti questi eventi avrebbero fermato chiunque, ma il Banco non si da per vinto e giunge fino ai nostri giorni con il cantante Tony D'Alessio. Nel 2022 la band dedica un album intero all’amore, un ritorno alla fonte più progressiva e quindi un distacco dalla canzone per un approccio più impegnato. L’album s’intitola ORLANDO: LE FORME DELL’AMORE (2022 – Inside Out Music/ Sony Music).
Il concept album che giunge dopo 50 anni di carriera chiude un poco il cerchio ritornando alle tematiche degli esordi, l’Orlado Furioso di Arisoto. Un amore non corrisposto, tribolato dove vede Orlando fido paladino dell’imperatore, soccorrere la bella Angelica al posto dei propri scudieri ma lei lo respinge, perché s’innamora di un semplice saraceno nemico, Medoro.
La vita ci mette quindi di fronte a diverse situazioni, fra le quali la sofferenza e la rabbia del rifiuto.

 

LE ORME

 

Generalmente quando si parla di gruppi italiani impegnati negli anni ’70 nel contesto rock progressivo, il trittico si chiude con i lagunari Le Orme. Si formano a Maghera nella metà degli anni ’60 in pieno periodo beat psichedelico grazie all’intuizione di Nino Smeraldi e del muranese Aldo Tagliapietra. La svolta alternativa giunge nel 1969 e ancor più nel 1971, dove raggiungono la storica formazione a tre, Aldo Tagliapietra (voce, basso, chitarra acustica), Antonio Pagliuca (tastiere) e Michi Dei Rossi (batteria, percussioni).
Dopo un inizio in cui le donne sono protagoniste, come Irene o Mita Mita, con il tempo la visione dell’amore anche per le Orme diviene complessa e sofferta, cavalcando gli ideali intellettuali degli anni ’70.
Parola d’ordine è non essere scontati, l’opposto del classico “sole, cuore, amore” può solo che essere un amore invernale. Il protagonista s’innamora di una prostituta incurante del pensiero della gente, mentre il testo di questa canzone dal titolo Era Inverno tratta da COLLAGE (1971 – Philips) Lascia adito anche a differenti interpretazioni.

 


Era Inverno

 

Ogni notte ti prepari

Sempre bella sorridente

Un' attrice che non cambia scena.

La tristezza della luna

Nella mani della gente

Che possiede la tua finta gioia.

Senza dirmi una parola

Sei fuggita all'improvviso

Hai capito forse che ti amo?

Vorrei dirti non importa

Il pensiero della gente

E che ho in mente quella sera

Era inverno e tu tremavi,

Sulla neve risplendevi

Dissi "e' la prima volta"

Mi stringevi forte, forte...

Ed un caldo, caldo, caldo...

….

 

Diecimila, ventimila

Sempre bella sorridente,

Un' attrice che non cambia scena.

Diecimila, ventimila,

Nelle mani del cliente

Che possiede la tua finta gioia


La donna che s’innamora (una dolcezza nuova), la donna che non vive le sue passioni, forse schiacciata dai tabù o dalle sue incertezze (la porta chiusa), la bambina che diventa donna (gioco di bimba), la donna malata di mente (figure di cartone), la donna che si concede (forse a tanti) sulla spiaggia (aspettando l’alba), la donna come apparizione fugace e bellissima (breve immagine). Anche qui, si toccano tematiche “scottanti” e i testi sono tutti molto belli. In Gioco di Bimba, il singolo che fece la fortuna de Le Orme in quel periodo, si racchiude un piccolo affresco che a detta dell'autore (Tony Pagliuca) è dedicato a un suo amore dell'infanzia. Il testo, però, è scritto così sapientemente da dare libero sfogo alle interpretazioni più strambe: alla fine un buon testo è proprio quello che può avere diversi significati a molteplici livelli. La canzone parla di una bambina che di notte va a dondolare su un’altalena. Un uomo di pezza, un'ombra furtiva, sveglia la bambina, e pentitosi, al mattino per sempre ripete che non avrebbe voluto svegliarla così. Riporto qui un’interpretazione diversa dalle dichiarazioni dell’autore (il testo nella sua interezza è riprodotto nel box): l'uso di termini come "ombra furtiva" e "uomo di pezza" può alludere a una persona non degna di questo nome, una persona "cattiva". Il suo risvegliare, potrebbe avere il significato di un risvegliare i sensi di una bimba che diventa una donna suo malgrado, cioè di farne un abuso, nel senso che a causa dell’abuso, la donna che poteva divenire la bambina non potrà più esistere). Tanto è vero che al mattino, l'uomo di pezza (uno dei più bei versi scritti da Tony) e pentito piange il suo dolore, il fatto di averla risvegliata in un modo che lei non voleva. Non ci crederete, sarà cervellotica, ma questa è sempre stata la mia personale lettura di questo pezzo: una condanna alla pedofilia!






Gioco Di Bimba

 

Come d'incanto lei si alza di notte

Cammina in silenzio con gli occhi ancor chiusi

Come seguisse un magico canto

E sull'altalena ritorna a sognare

La lunga vestaglia, il volto di latte

I raggi di luna sui folti capelli

La statua di cera s'allunga tra i fiori

Folletti gelosi la stanno a spiare

Dondola, dondola, il vento la spinge

Cattura le stelle per i suoi desideri

Un'ombra furtiva si stacca dal muro

Nel gioco di bimba si perde una donna

Un grido al mattino in mezzo alla strada

Un uomo di pezza invoca il suo sarto

Con voce smarrita per sempre ripete

"Io non volevo svegliarla così"

"Io non volevo svegliarla così"


Quando si è giovani, c’è un periodo che ritengo sia il più bello della nostra vita, quello in cui sei in bilico fra l’essere bambino e uomo, un piccolo passaggio naturale fratturato solamente dal momento in cui ti approcci fisicamente all’altro sesso. Questo frangente combatte se stesso fra amore platonico e amore fisico, poi in una nazione cattolica c’è paura dell’atto, quando il diavolo ci mette la coda, ed eccolo quindi festeggiare nel brano Frutto Acerbo quando sotto il letto hai paura di scoprire l’altro corpo, così in un fienile con la persona che ami. Ecco di nuovo la paura di non essere all’altezza, com’è capitato all’uomo primitivo del Banco Del Mutuo Soccorso, ma anche la paura del salto, quest’amore che vogliamo vivere e godere ma che allo stesso tempo ci spaventa.
Donare noi stessi a un altro non è poi così semplice come potrebbe apparire.



 

Frutto Acerbo

 

Sotto il letto il diavolo cantava già vittoria

E nel buio la paura prima di dormire

Per il primo giuramento che ho strappato al sole

A primavera il sasso nello stagno

Che rimbalzava così forte in noi

Nel rotolarci sotto il fieno

Soffriva il cuore, frutto ancora acerbo

………………………..

Ricordo ancora quello strano giorno

Dissi sincero "non lo voglio fare"

Ma la pregavo di restare

Per un minuto, un minuto solo


Gli anni ’70 ci hanno deliziato con canzoni di tutti i generi, dal cantautorale all’hard rock, al jazz e poi folk, reagge e chi più ne ha più ne metta, la forbice di maggiore creatività artistica musicale va ricercata nel decennio ’65 / ’75, qui la controcultura in Italia gioca un ruolo a dir poco fondamentale. Le Orme come le altre band citate, hanno dipinto affreschi sonori di rara bellezza ed eleganza, e quando si parla d’amore loro, lo fanno sempre adeguandosi ai tempi. Se andiamo oltre la metà degli anni ’70 e precisamente il 1976, il Rock Progressivo Italiano, e quello mondiale, comincia a scricchiolare a favore di una musica più diretta e meno logorroica, il pubblico dopo un decennio di suite e doppi sensi comincia a reclamare una musica maggiormente popolare, infatti, di lì a poco il Prog è detronizzato dalla discomusic e il Punk, mentre il colpo finale giunge dalla new wave. Chi si è adeguato ai tempi sopravvive e suona ancora oggi, chi si è trattenuto nel mondo della musica colta, ha trovato maggiori difficoltà e in diversi casi ha finito la propria carriera artistica. Nel 1976 la formazione cambia, Tolo Marton lascia spazio a Germano Serafin (Treviso, 11 novembre 1956 – Montespertoli, 13 agosto 1992).  Le Orme danno alla luce l’album VERITA’ NASCOSTE ma tengono fuori una canzone che partecipa con successo al Festivalbar intitolata Canzone D’Amore. In questo caso non è il testo a vedere l’amore in maniera trasgressiva o distorta ma è la musica a rientrare in un contesto Pop senza però perdere in personalità. Le Orme danno in pasto al pubblico una canzone orecchiabile, sia nel ritornello sia nei testi, ma con un’esecuzione che ha davvero poco dello scontato, a partire dalla batteria di Michi Dei Rossi con stacchi provenienti dal mondo del Prog, una ritmica funky e un frangente strumentale a metà brano distante dai canoni radiofonici del momento, ossia un istante strumentale che supera il minuto. Il testo tuttavia è evocativo e affascinante, si apre con una frase comune, quasi volutamente messa lì per dire “Siamo popolari” e poi nel ritornello tutta questa banalità viene spazzata via dalla fase strumentale e dalle parole che prendono un altro percorso:

 


Canzone D’Amore

 

Amore mio, scrivo per te una canzone

Lascio i problemi un momento

Voglio pensare un po' a te

………..

Sta girando il sole intorno a noi

Senti il mondo che non grida più

Ora ascolta le mie parole

Fai posare la mente stanca

Questo fragile amore è forte

E' tutto quel che hai

Tienilo caro


Perfetto esempio di come adeguarsi ai tempi pur mantenendo le proprie caratteristiche sonore.


ALAN SORRENTI


 

Sempre negli anni ’70 siamo stati testimoni di una ventata di cantautori impegnati davvero fresca, ricca di nuove idee e di pensiero, questo soprattutto grazie  alla già citata Controcultura, dove l’individuo risiede al centro dell’interesse a sfavore di una omologazione globale di pensiero. La non convenzionalità in questa arte sta fiorendo con interessante sequenza, a partire dalla sperimentazione vocale di Demetrio Stratos (Ribelli, Area), il quale dimostra di poter andare contro i limiti vocali delle capacità umane attraverso le polifonie e lo studio. Un altro ricercatore della voce e dell’espressione personale è il napoletano Alan Sorrenti (9 dicembre 1950), influenzato da artisti del periodo come Tim Buckley, Peter Hammill e Shawn Phillips. Il cantante non ricerca polifonie ma approccia alla canzone con una metrica ed una timbrica del tutto personale.
Sono gli anni della contestazione giovanile e il 1972 è anche quello dell’esordio discografico intitolato ARIA (Harvest – 1972), il disco è accolto bene dalla critica e dal pubblico seppure quest’ultimo spiazzato dalle scelte vocali del cantante. Il brano stesso Aria ricopre tutta la facciata A dell’LP, a testimonianza di una ricerca assoluta nel processo compositivo, questa è prerogativa di tutto il Progressive Rock di quel periodo, quando le cosiddette suite davano sfoggio delle capacità balistiche degli autori. Lo stesso accade per il successivo album COME UN VECCHIO INCENSIERE ALL’ALBA DI UN VILLAGGIO DESERTO (Harvest – 1973) con il brano Angelo.
Ma come vede l’amore un cantautore che comunque nasce nella cultura napoletana, quella che ha dato origini alla classica canzone italiana? Lo vede sempre come un forte sentimento ma tratta l’ amore impossibile. Nella canzone Vorrei Incontrarti tratta dal suo primo album ARIA, il protagonista sprofonda nella solitudine e con grandissima malinconia strugge nelle parole:

 


 Vorrei Incontrarti

Vorrei incontrarti fuori i cancelli di una fabbrica

Vorrei incontrarti lungo le strade che portano in India

Vorrei incontrarti, ma non so cosa farei

Forse di gioia, io di colpo piangerei

…………………………..

Vorrei conoscerti ma non so come chiamarti,

vorrei seguirti ma la gente ti sommerge:

io ti aspettavo, quando di fuori pioveva,

e la mia stanza era piena di silenzio per te.

 

 

Lontano l’approccio sonoro, lirico e vocale di quel Sorrenti che di lì a pochi anni esplode nella musica commerciale con successi del calibro di Figli Delle Stelle o Tu Sei L’unica Donna Per Me. Qui tutto rientra nella normalità, ma lo stupore degli esordi ancora riecheggia nella stanza immensa del Progressive Rock.


MAURO PELOSI

 

Nato a Roma il 26 agosto 1949 ma vissuto a Milano, Mauro Pelosi è un cantautore poeta. I suoi testi notoriamente pessimistici, vengono di solito accompagnati dalla chitarra acustica di cui è esecutore. Le struggenti interpretazioni vocali fanno dei testi vere e proprie riflessioni amare di una vita vissuta dolorosamente. Tuttavia l’amore nella musica proposta è preso alcune volte come un’ancora di salvezza, mentre le note infondono generalmente acuta tristezza. Nel 1972 con arrangiamenti orchestrali di Detto Mariano esce il fortunato album LA STAGIONE PER MORIRE (Polydor) dove fra i numerosi musicisti spiccano anche nomi importanti come quelli di Flavio Premoli alle tastiere (ex PFM), Gianni Leone sempre alle tastiere (Il Balletto Di Bronzo) e Dave Baker alla batteria (John Mayall, Eric Clapton, Fleetwood Mac etc.).
Quest’album ha numerosi passaggi radiofonici in trasmissioni popolari quali Alto Gradimento di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, in Per Voi Giovani e Supersonic.
Il disco si apre con una ballata dal titolo Paura e sin da subito si capisce quanto l’autore ami addentrarsi in situazioni struggenti dallo stato d’animo straziato.

 

Quante parole, quante bugie sai dirmi sempre per farmi morire "Quanto sei caro, quanto sei dolce, come ti amo e come ti amo" ci credo davvero, povero illuso, povero illuso ci credo davvero

 

Vent’Anni Di Galera è quantomeno rancorosa riguardo al rapporto di coppia vissuto con una lei:

 


Eri tanto bella, eri tanto diversa

Non parlo soltanto dei tuoi lunghi capelli

Eri bella dentro si vedeva

Eri dolce e forte si capiva

E' strano davvero

Col tempo sei cambiata

E con la mia gioia

Un giorno sei fuggita

"I soldi sono belli!", mi dicevi

Che sciocche parole non capivo

Vent'anni di galera dovrebbero darti

Per aver distrutto la mia vita

Per aver capito poco o niente

Vent'anni di galera dovrebbero darti

Per aver rubato ai miei giorni

La luce e il vento e i colori

 

Sentirsi inutile è un altro cruccio del cantautore che spalma le proprie malinconie in un amore non corrisposto teso tanto quanto appeso a un filo, come accade nel brano La Stagione Per Morire:




 

Alzarsi ogni giorno, guardarsi allo specchio

Scoprire che sei solo un riflesso…

Ci fosse almeno l'amore, no, neanche quello

Vieni qui, ti prego, e dimmi, dimmi una cosa:

Che cazzo ci sto a fare qui io? Che ci sto a fare?

Dai, vestiti, su vestiti, ti porto a ballare



DISCUSSIONI D’AMORE

 

 

La vita ci mette avanti a numerose prove che non sempre siamo capaci di affrontare, vuoi per timidezza o per semplice paura di perdere una condizione al momento favorevole, l’amore a suo modo ci mette alla prova, e capita a volte di non trovare neppure le parole per affrontare il problema. Poi esiste l’amore per la natura, anche questo sentimento è forte e abbraccia la nostra esistenza, tanto da emozionarci anche solo nel vedere un bel panorama. Spesso non si hanno parole per descrivere questi sentimenti, ecco che allora anche una semplice musica strumentale riesce a sopperire alla mancanza della parola. Lo strumento che nelle mani dell’artista diventa un suo prolungamento, come diceva Fabrizio De Andrè “Pensavo: è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra”.

Molti musicisti hanno suonato l’amore, qui nel mondo del rock colto abbiamo un esempio importante, quello di Marcello Capra, chitarrista della storica band torinese Procession, autrice di un notevole debutto nel 1972 intitolato FRONTIERA (Help! – 1972).



Dice l’artista:

“FRONTIERA in generale tratta anche di amore, in particolare due brani: Incontro e Un mondo Di Libertà. I testi li scrisse Marina Comin la compagna di Pino Tuccimei ormai non più tra noi. Due cantautori con cui ho collaborato nei loro dischi, sono Barbari E Bar di Enzo Maolucci e Concerto Per Un Primo Amore di Tito Schipa Jr.. Per me l'amore si esprime con il sentimento che riesco a trasmettere nelle mie musiche, alcuni esempi sono Il Sole Sulla Palude, Canto Di Mare tratte dall’album ARIA MEDITERRANEA,  Aura che trovi in due versioni, con Laura Ennas e nel progetto Glad Tree. Dreaming Of Tinder cantata da Silvana Aliotta con le tastiere di Beppe Crovella, anche nella versione strumentale: Viaggio All'isola Di Tinder con i Glad Tree a cui aggiungerei Onda Luminosa. Nel mio prossimo lavoro solista che dovrebbe uscire nel 2023, ci sarà anche un brano che ho dedicato a una donna che ho amato. Amore è il sentimento più puro che tutti gli esseri viventi possiedono, le parole a mio avviso non bastano per descriverlo.”.

 


Sempre negli anni ’70 il nostro rock apre agli orizzonti europei lasciandosi contaminare da band come Genesis, King Crimson, Gentle Giant per fare tre nomi, ma il nostro DNA mediterraneo sa dipingere tele sempre calde e colorate. Come non ricordare la tarantella rock di E’ Festa della Premiata Forneria Marconi? E la musica dei partenopei Osanna? La creatività tipicamente italica fuoriesce dalla scommessa di questi giovani ragazzi che credono di cambiare il mondo. Esistono gruppi che esordiscono in questo contesto con album notevoli, tanto da essere ancora oggi ristampati, uno di loro sono i Reale Accademia Di Musica di Pericle Sponzilli. I romani nascono dalle ceneri della band Fholks nei primi del 1970 e compongono il fortunato album REALE ACCADEMIA DI MUSICA (Dischi Ricordi – 1972). Dopo l’avvento del punk e della discomusic il genere subisce un importante stop, così accade anche a molte delle loro storiche band. Alcune tuttavia ritornano sulle scene anche in tempi più recenti, ed è il caso dei Reale Accademia Di Musica che dopo un lungo stop ritornano nel 2018 con ANGELI MUTANTI (M.P. & Records – 2018).

Pericle Sponzilli racconta la stesura di alcuni dei loro brani:




 

REALE ACCADEMIA DI MUSICA  

 

A differenza degli Album di questi ultimi anni, nell’Album di esordio della Reale Accademia di musica, firmai solamente la parte musicale. I testi li affidammo a un caro amico, Enzo De Luca, musicista creativo e con una vena poetica che tutti noi della RAM apprezzavamo.

In un periodo in cui l’amore veniva cantato ancora molto spesso facendo rima con cuore, con i testi di De Luca cercammo di dare voce alla quotidianità, sublimandola a racconto e riflessione della nostra esistenza.

Sul brano Ognuno Sa, filosofeggiando sulla caducità delle cose, nelle ultime due strofe c’è l’unica accenno dell’Album a LES AFFAIRES D’AMOUR che ci stavano insegnando le loro gioie ma anche le sofferenze delle loro fini.



Invece su Padre, nella critica feroce rivolta al padre c’è tutto il bisogno del figlio di sentirsi accettato e amato ma anche viceversa la difficoltà di accettare, abbracciare, amare.

Queste parole, così crude ma evidentemente così realiste nel descrivere i conflitti generazionali dell’epoca, addolorarono mio padre che, ascoltando il disco comprato da mia madre alla sua uscita, pensò che fossero indirizzate a lui. Io, come alcuni sanno, appena terminate le registrazioni ero partito per l’India e quando vidi i miei dopo un anno e saputo di questo malinteso, dovetti spiegare che oltre a non esserci nulla di personale, il testo lo aveva scritto Enzo.

 

 

ANGELI MUTANTI

 

Alba

Alba o l’alba? Ricerca della luce dell’alba al calare delle tenebre o ricerca dell’amata nel crepuscolo di una storia? Scrivendo questo brano in bilico tra 6/8 e 5/4 mi sono tenuto in bilico tra due percorsi paralleli.

 

Johnny e Adele

Quando avevo 15/16  anni, avevo un amico, Roberto che era tornato a Roma dopo vari anni passati a New York con la sua famiglia. Lui suonava l’organo Farfisa ed io mi davo da fare con la chitarra. Ci telefonavamo spesso, lui aprendo la telefonata con “Ciao, sono Bobby, della Bobby & Bobs” ed io di rimando “Ciao, sono Periclapton cantante e chitarrista blues”. Questo soprannome che mi ero appioppato per gioco, prese un po’ piede tra gli amici e alcuni musicisti romani, così nel tempo, in quel giro, mi è rimasto appiccicato.

L’appellativo “Johnny be Good” del protagonista della canzone trae spunto da quest’aneddoto. Johnny aveva il giusto suono per il ritornello, ed è diventato così il nomignolo dell’ eroe della canzone, il chitarrista che s’innamora ricambiato di Adele, che lo guarda estasiato mentre lui snocciola note stellari per lei.

“Johnny” sostituisce “Periclapton” e Adele, è il nome della mia ragazza nel periodo Fholks, quindi canzone assolutamente autobiografica.

La frase “Su una spiaggia che sta  nella tua città, Adele balla per ore”, è invece ispirata da un’immagine di alcuni anni dopo. La spiaggia non era in città ma ad Anjuna, Goa, dove nei primi anni ’70 la scena Rock aveva monopolizzato il luogo. Molte ragazze, durante le feste di luna piena, ballavano veramente sulla spiaggia per ore. 

 

The Beat Goes On (come la canzone)

Ho spesso pensato che l’intesa che si prova suonando con musicisti con cui si è in grande sintonia ricordi l’armonia che può esserci in una coppia. La musica è un sentimento profondo e ricorda l’amore. Il testo di questo brano scritto da Fernando Fera è dedicato a quei musicisti con cui abbiamo condiviso momenti artistici profondi e che non sono più con noi. La frase centrale “E l’amore dov’è, quell’amore che, tutto il mondo cerca ancora” che sembrerebbe in un primo momento fuori tema, è per me il fulcro di questa ballata.

 

LAME DI LUCE

 

Su alcuni brani Lame Di Luce ha per protagonista l’amore.
 
In Onde Di Sabbia è una fantasia, un sogno avvolto da riflessi liquidi e mobili del mare e dei suoi fondali. Un miraggio che alla fine riesce quasi a convincere, a divenire concreto.
Verso i quarant’anni la mia vita emotiva si è stabilizzata. Diciamo che tra le tante passioni vissute fino ad allora alcune sono state più importanti di altre. Una ferita da disinfettare narra la fine di un anno di vita in comune di una coppia. Avevo molti ricordi a cui attingere!
 
Non sono mai stato molto bravo ad abbordare una ragazza, a “rimorchiare”, come diciamo a Roma.
Un’amica, tempo fa, mi raccontò di un incontro in aereo decisamente erotico. Con Ore lente ho trasferito il tutto in un vagone che mi faceva rima con stazione e l’iniziativa è tutta della protagonista della storia.

 

 ALBERTO MORENO (Museo Rosenbach)




 
In  Zarathustra il tema dell’amore non viene affrontato nel senso del rapporto tra le persone. Il clima dei testi è filosofico e gli scenari dei brani hanno un taglio epico. Se vogliamo intendere l’amore  come un sentimento ampio, come una “cura”, mi viene da citare solo la sezione della suite Zarathustra dal titolo Il Re Di Ieri dove il profeta invita a cercare il divino nella natura…




“Ama la tua terra, nel suo ventre  Dio si formerà”. È un richiamo importante che potremmo considerare quasi ecologico tenendo conto dell’ateismo che ispira il pensiero di Nietzsche che è alla base del concept dell’album. Può sembrare forzato ma se si collega questa esortazione alla suite Il Respiro Del Pianeta contenuta nel nostro lavoro BARBARICA (Immaginifica – 2013), è possibile cogliere questo sentimento che valorizza la natura come un oggetto da amare.
 
In EXIT (Carisch – 2000), l’amore è al centro delle canzoni contenute nell’album. Qui si tratta proprio del legame tra le persone, della tensione che tutti conosciamo, fonte di coinvolgimento, di gioia e di sofferenza.  Come l’esperienza quotidiana  ci suggerisce l’amore può avere molte forme ed io, nello scrivere i testi, ho tenuto conto di questa sua caratteristica.
Nel brano In Equilibrio è un amore apparentemente perduto. Ho scritto questa canzone pensando a un carissimo amico  che, morendo, ha lasciato un figlio piccolo al quale si rivolge dicendo :

Resterò in equilibrio

In questi giorni estranei

Polvere continuamente in volo

Senza poter giocare con te

Senza poter parlare di te

 

È quindi un amore paterno che vuole superare la distanza che la morte impone  per continuare a essere vicino al figlio promettendogli di seguirlo nella sua crescita. Infatti gli dice :

Non sarò mai lontano

E tutto scorre

Proprio sotto i miei occhi

Un metro più in là

 

Nel testo è presente la difficoltà di quest’amorevole missione ma il padre, nella parte finale esprime la volontà di tentare di superare ciò che appare purtroppo inesorabile.

Una voce più leggera del silenzio

Mi dice che è troppo tardi

Ma io non voglio dormire”.

Un'altra canzone è Love. Già il titolo è programmatico. Qui siamo sul tema della variabilità del sentimento.

Gira il vento improvvisamente

La nostra vela è già ferita

Nell'orizzonte di questo amore

Non c’è niente di originale. L’argomento è trattato da numerosissime canzoni. Io l’ho scritta con lo scopo di testimoniare questa esperienza che genera sconforto…

Cerco un senso inutilmente

Ad una sfida esasperata

Che mette in conto anche il dolore

 

E anche rabbia…

Se il mio nome ricordi ancora no, non chiamarlo mai!”

L’amore diventa una stella lontana che, nonostante la distanza, brilla ed alimenta lo sconforto del ricordo

Nelle stelle che cadono lontane

Io forse ti amerò

 

Illuse Le Intenzioni sviluppa in modo più articolato la tensione del rapporto amoroso che spesso si presenta  non equilibrato, condizionato  dal prevalere di uno dei soggetti coinvolti.

Tu dai sempre solo quel che vuoi

Non parli, mi respingi e te ne vai

E ti stupisci se poi io cambio umore

 

L’amore è un dare e un ricevere. Se questo scambio non avviene uno dei due è soltanto spettatore  e succube  della volontà dell’altro. Ciò che resta è un senso di frustrazione.

Invece a me non piace rimanere spettatore

Uno che accetta tutto da te

Son pronto ad insabbiarmi sulla spiaggia di Dakar

Mi bagnerei con te nelle acque putride del Gange

Per insidiare la tua tranquillità

Ma tu vai solo dove vuoi”

Conseguenza della frustrazione è alla fine una reazione di rifiuto

Io salto giù come da un film

Che ci racconta sempre la stessa

Noiosa storia di due che si perdono

Stanchi e divisi da un intero continente

Le intenzioni d’amore sono state illuse. Rimane la delusione del fallimento.

Tu mi confondi con il tuo charme

Ma non sono più disposto a soffrire

Se qualche volta poi mi manchi

Non sento sulla pelle le ferite

Perché io non ho completamente sciolto il ghiaccio

Dal mio caldo cuore

 

Koln Ride  racconta il colpo di fulmine. Il testo è molto personale e ripercorre un’esperienza che ho vissuto quando seguivo i Matia Bazar a Napoli per una serata. Ci fu proposta la possibilità di uno spettacolo televisivo in Germania, a Colonia. Si trattava di eseguire in playback soltanto Ti sento.

Sì affittò un aereo e nella notte siamo partiti per Koln.

Sopra il vulcano spento

Padre del suo silenzio

Una cometa si perde

Verso nord

È stato un viaggio inaspettato con gli amici di una vita. Quando siamo arrivati a destinazione ci ha accolto una ragazza meravigliosa che mi ha fulminato. In italiano stentato si è presentata dicendo di chiamarsi Sissi.

Incontro gli amici di sempre

Fratelli nella corrente

Tra mille facce veloci

Sissi!

Nei corridoi affollati

Riempiti di cortesia

Il lampo del desiderio

Abbaglia la mente

Sto tentando di capire di che mondo sei

Tutto è avvenuto rapidamente. Una colazione, l’incontro con la troupe, la registrazione del video. Dopo due ore eravamo di nuovo in volo per Napoli.

Ma Sissi... l'aereo tuona su di noi

E in un battito d'ali ritorno straniero

Il colpo di fulmine  resta solo un ricordo.

La traccia del tuo sapore

Intriso di nostalgia

Svanisce nel rotolare costante del tempo

Io non voglio più sapere se ti rivedrò

Di colpo l'aereo spegne la magia

Di un miraggio creato dal tuo sorriso

Incredibile gioco d'istanti...”


Nel Un Porto Nel Sole l’amore è raccontato nell’attesa di un incontro.

È un sentimento felice che anticipa la gioia di rivedere la persone amata. Il testo vuole essere luminoso, intriso di elementi naturali.

Lei è come l'acqua nelle calde estati

Lei è come il mare

Sempre intorno a me

 

I colori sono chiari, mediterranei,

Lei è un immenso cielo

Fino a quando davvero

Saremo insieme

Nell'azzurro confuso del sale

 

È una canzone finalmente felice.  L’incontro con la persona che si ama sarà un porto nel sole. E l’arrivo avverrà in uno scenario di favola.

Al mattino arriverò

Guidato dalle correnti

Trovando le palme incantate

E gli ulivi argentati di luce

Inciso nel centro del sole

C'è un porto!”

 

GIANNI LEONE (Balletto Di Bronzo)



L'amore non è mai stato un tema interessante, per me. Anzi, molti miei testi del periodo solistico (specie nell'album LeoNero - MONITOR) esaltano la solitudine e la singolarità, descrivendo l' "amore" come una forma di vulnerabilità e dipendenza dal prossimo, da cui rifuggire. YS ha testi dark e apocalittici che nulla hanno a che vedere con l'amore. In Sirio 2222, però, si parla di ragazzotte, amorini & amorazzi estivi (testi non miei, of course).

 

ALVARO FELLA (Jumbo)




La Strada Che Porta Al Fiume è forse l'unico brano che parla dell'amore, nella produzione dei Jumbo in modo quasi tradizionale.




Vi posso raccontare come è nata: avevo conosciuto una ragazza da pochi giorni e una notte mentre dormivo l'ho sognata... In sogno la incontro mentre cammino lungo un sentiero che dal mio paesello natio, che sta in collina, porta giù al fiume che scorre ai piedi della collina. In sogno mi appare che mentre sta  raccogliendo le more da un cespuglio. Lei non era mai, naturalmente, stata fisicamente in quel posto avendola conosciuta da pochi giorni. Al risveglio il sogno mi continuava a ronzarmi nella testa e allora presi la chitarra e scrissi questa canzone che è poi diventata La Strada Che Porta Al Fiume. Quella ragazza poi è diventata mia moglie.

 

VERSIONE INGLESE:




THE PROGRESSIVE SCENARIO
 
 
When talking about cultured music the first one that comes to mind is progressive rock. In a sense, the concept is not erroneous in that this is where the greatest experimentation and often manic research dictated by a strong ego of the protagonists themselves is unleashed. In the period of the greatest brilliance, in the early 1970s, there was a kind of race to the weirdest, the individual was the center of interest so no one in the 1960s/70s necessarily had to be the same as another (counterculture). This unspoken competition extended worldwide, especially between America and England, the latter the creator of the genre itself with such important and historic lineups as Genesis, King Crimson, Yes, Pink Floyd, Gentle Giant, Van Der Graaf Generator, and many others.
Attitude is what counts.
Lyrics in progressive rock are sometimes marginal and sometimes important, depending on whether the author is inclined to express his visionary concept with instrumentation or vocals. Arguments can range from science fiction as in the case of Yes, to more fabulous scenarios as in the case of Genesis or psychedelic as Pink Floyd teaches us in their early career. In any case, the word to avoid is "predictable."
With music that is complex, or rather performed with great virtuosity, it is therefore difficult to associate a love story or anything like that, despite everything even on these occasions there is no shortage of ballads, indispensable companions to all music in a total sense.
Then there is not only love, but also unwanted sex, cursed sex, because there is a difference between sex and love.
In the end, the cases are really multiple, and I would say that we can start this journey into the hearts and minds of artists because no matter how much we want to differentiate them, the places of emotionalities are still connected to each other.
 
 
 
THE ITALIAN PROGRESSIVE SCENE
(Massimo Salari)
 
 
When it comes to Italian progressive rock the names that are most often brought up are those of Banco Del Mutuo Soccorso, Premiata Forneria Marconi, Le Orme, New Trolls, the fourth might be that of Area but the group itself never felt represented by this label, as they were rather free to contest through their instruments a very difficult social situation of those years, the so-called years of lead.
"My machine gun is a double bass that shoots on your face what I think about life" (Gioia E Rivoluzione taken from the 1975 album CRAC! on the Cramps Records label).
 The Italian music of the so-called "complexes" until 1972 is called pop, only with the advent of the Ariston Progressive record series of Gnome production is also officially called progressive rock in Italy. The sonic reference points are in the majority turned to the great British names King Crimson, Genesis, Gentle Giant, Yes etc. however, our sunniness adds extra character to the music and makes it easily distinguishable from foreign music. One example above all is the rock tarantella of E' Festa by Premiata Forneria Marconi taken from the successful album STORIA DI UN MINUTO (1972 - Numero Uno). The musicians in question are excellent performers, all endowed with great individual technique.Who has not heard Franco Mussida (guitar and vocals), Flavio Premoli (keyboards and vocals), Mauro Pagani (flute, violin, vocals), Giorgio Piazza (bass and vocals) and Franz Di Cioccio (drums and vocals) mentioned at least once in their lives, I believe there are few who are ignorant of the exploits of such musicians.
We could stand here and write about the career of PFM (an acronym for Premiata Forneria Marconi) and four hundred pages would not be enough to explain everything, but there are many other volumes on this in bookstores and beyond. Great musicians we could call "cultured" as has been said, but about the lyrics of their songs one glides in the so-called normal world. Not exactly banal but not overly complex either.
 
PREMIATA FORNERIA MARCONI



 
An example of the above comes from the song Sweetest Mary taken from THE ISLAND OF NOTHING (1974 - Number One). Here love is seen as a future full of hope and poetry, that which can save our existence. It is a message that associates love with positivity and not looking back on all those things that could not be achieved. Simple and direct without much double entendre but effective.
 
Sweetest Mary
 
Sweet Mary
Forget the flowers
Painted by time
Above your face
And the years gone by
Sitting and waiting
A long, long way
No one to meet
Turn no more
And the day will come
Dressed in poetry
It will speak to you of dreams
That you no longer remember
And it will bless you
Sweetest Mary
......
 
Someone if you will
Dressed in poetry
Will cover you with love
Without asking more of you
And caress you
Sweetest Mary
 
PFM's bucolic love, on the other hand, shines through in the notes and words of the song Dove, Quando Part I,II from STORIA DI UN MINUTO (1972 - Number One). A man longs for his woman. So strong is the desire to relate to it, love that enriches us and makes us grow together, love seen as a reinforcer of our existence, something that not only unites but strengthens us (What will you do, my love? What smile will you have? From your yes, from your no, what will I learn?). 

Where... When (part I, II)
Where are you? Where are you?
Just inside me
What are you doing? How are you?
Only like me
Making you up here and there
Old game now
Knocking already the rush of you
What will you do, my love?
What smile will you have?
From your yes, from your no
What will I learn?
Serene princess of the sky I will have
Knock already the rush of you
....
 
Instead what does a love leave in us when it ends? Obviously pain, rejection scar us even though behaviors may conceal certain emotions of ours. Characters help or hinder, we are not all the same in externalizing the pain of when one is left, but in reality we all suffer. An outlet valve is precisely music where the author in this case Flavio Premoli goes off on a wild goose chase venting all that one has inside. This behavior is therapeutic. But it is not easy to live in a place where everything reminds of the other and not even a look in the eyes can ease the pain or the memory, this is to say that love marks us indelibly, always and in any case even if we do not want it or we pretend that all this is not true. We may delude ourselves, but only we know inside what we suffer. Here then is Six taken from the album ULISSE (1997 - RTI Music).
 
You are
You are my way my melancholy
You are my fasting You are my home my steps
But you are not you are not mine
You are the nostalgia you are the beach you are the moon
the storm six you are this last scene of yours
you are my dog you are my dinner in one hand
but you are not you are not mine
and you are no longer just a woman
 
....
 
You are this anger in me my crying my pain
You are the wound that no one can ever heal
You are my slavery my shadow my murderer
And who knows where you are, you are happy you are far away
But you are not you are not mine
And you are no longer just a woman
You are all the time that will come
To remind me that you are not there
The look that I will always find
Inside the eyes of those who will come
You are the need for you the need for mela jealousy that kills
you are the story of others six
you are always...always...always you...
...my love
 
And this pain then is not easy to heal, "Every evil heals with drugs and cures and there is never an antidote for the evil of love" as they later sang in 2005 on the album DRACULA (Sony BMG Music Entertainment).
 
 
BANCO DEL MUTUO SOCCORSO




 
 
Still in the infamous 1970s, Italian rock took an even more committed path, Renato D'Angelo (bass), Pierluigi Calderoni (drums), Marcello Todaro (guitar, vocals), Francesco Di Giacomo (vocals), Vittorio Nocenzi (keyboards, vocals), and Gianni Nocenzi (piano, trumpet, vocals) released one of the most iconic albums of the genre entitled BANCO DEL MUTUO SOCCORSO (1972 - Ricordi) with music by Vittorio Nocenzi and lyrics by Francesco Di Giacomo and Vittorio Nocenzi. The splendid voice of Di Giacomo (August 22, 1947 - February 21, 2014) is of the best that can be heard in Italy, the big Francesco is a character in his own right on the scene, with his large stature and long, bushy beard that sets him apart. Always attentive to daily news, the events-informed singer relegates his thoughts and reasoning to lyrics that have the poetic, infused with a lot of history as well as sagacity. The debut album is represented by the mythical piggy bank and musically it succeeds in surprising because the music from England and the globe in general, is taken up and amalgamated with the typical Italian personality through important melodies and great technical passages made by the hands of the keyboardists. From us, the branch of cultured rock comes to life mainly thanks to this album, committed but at the same time flowing.
So if we have to go and analyze love as seen through the eyes of these artists we only have to wait a few months and that DARWIN (1972 - Memories) in which the evolution of the human species is narrated.
And here love is no longer seen as sex in its own right, as our primitive predecessor had accustomed us to, no more club in the head and dragging the woman into the cave, as we have always trivialized about the behavior of the troglodyte, but something different happens, something greater than man himself: the feeling that you do not know and that makes you helpless.
Is one afraid of love?
The primitive man is heading almost dusk toward the river to quench his thirst and sees a woman with her pack doing the same. She obviously naked runs, and her graces draw a dance in the air and then end with the display of her wide hips as she bends to drink. He is struck abnormally, the man hiding in the shadows for fear of being caught, according to his thinking she would run away. Not a breath, the red clay on his face conceals him as best as he can but the mind longs to hold the woman on his chest. She is so beautiful that the only dress he can fit on his body is water, new thoughts arise in him, even poetry with a willingness to spread a veil of sweeping leaves under the woman's feet. He has no words, what he sees dumbfounds him, but it darkens in the sky, she returns with the pack to the tribe. Displeased he realizes that in front of such beauty he would not have been capable of anything, his ape-like features would only have frightened her, a kind of "I don't deserve so much," here is the respect, the awareness of beauty and thus a first prototype of love.
Vittorio Nocenzi's piano is the spectacular soundtrack to this scene, which I believe is one of the most beautiful ever described in a love story.
 
750,000 years ago - love?
Already the water engulfs the sun
Dances your breasts as you run downstream
With your pack to the wells
Dry lips come to quench thirst
Body stretched out by wide hips
In the shadows I stand, I stand here to see you
Possessing you, yes possessing you...possessing you....
And I hold my breath
If you saw me you'd run away
And I plant my nails in the ground
The red clay hides my face
But I would for a moment hold you to me
Here on my chest
But I can't run away you'd run away from me
....
 
If you were really mine
With drops of water I'd clothe your breast
Then under your feet
Veils of wind and leaves I would spread
Clear body with wide hips
I would take you to the green fields and dance
Under the moon I would dance with you.
I know the mind wants
But the inert lip can say nothing
The sky has grown dark
Already you drift away still stay and drink
Mia really ah were true
But who am I an ape
Without reason without reason without reason
An ape would run away you would run away
A monkey a monkey for no reason
You would flee,
...
 
In just a few years in Italy the social context changes, as it should in a natural form of evolution of things. The years of lead leave a mark, so does the counterculture that is ridden by many intellectuals or not. In 1976 the social or community context, gives way to a more individualistic vision, but these are the last spasms of a society that believed in utopian values. Pierpaolo Pasolini is a prescient megaphone of this future evolution. The 1980s will bring equality among individuals, this thanks in part to the advent of private TV and the increasing succession of new free radio stations. All this is also reflected in music, the phenomenon can be seen by noting the departure of music for the mind (progressive rock) from long suites to music of the body with a few notes, and let's have fun (punk, disco, new wave).
Banco Del Mutuo Soccorso in 1976 with the album COME IN UN ULTIMA CENA (1976 - Manticore) manages its own mute approaching slowly toward the song form. Love is always treated as a subject, this time, however, it is seen as a contended, or false and conditioned feeling. Over decidedly poignant and melodic music accompanied as always by piano, It's So Good John, But... sees two protagonists contending for promises, but in exchange for what?
 
It's So Good John, But...


I lay
My longing for the moon
Over your shoulders
And I'll be the one
To give you the honey
For your lips.
...
 
I will gather your fears
To carry them far away
And I will be the amphora
Where you
You will lay your clear tears
But more
I will...
 
So coming to 1981, the music of the committed bands as mentioned throws itself heart and soul into the song and even the lyrics undergo a kind of globalization as in the case of Canzone D'Amore from the album BUONE NOTIZIE (1981 - CBS). A glimpse of everyday life of the period that highlights the love for TV. The band proves to live with these changes even if in a forced way compared to its DNA, but the shrewdness of Di Giacomo and co. conceals it all with innate intelligence.
 
Love Song
 
You were indeed very convincing
Few words, but the right ones
you said, I think, the realization
I freeze you, it's true, it's right you're right.
the heart is still, the mind to the ceiling
Of serious commitments I have only the rent
And I miss you with your tired eyes
Those good eyes, but you don't forgive.
I watch my television
W my television.
Someone talks, yesterday's news
The same old thing and then there I have thoughts
You put it hard talking about esteem
So sure you always the first
Being alone is not so bad
that friend of yours comes to see me
I talk to her well it will be interesting
But making love with you was important.
....
 
You were really quite convincing
But I assure you you don't count anymore
my device has a hundred channels
the news doesn't talk about you
I turned off the sound, I don't like the noise
And there happens to be a love movie on.
W my television,
....
 
 
Nefarious events happened to the band to follow, the departure of Francesco Di Giacomo in 2014 in a car accident in Zagarolo due to a head-on collision probably caused by an illness, in 2015 Vittorio Nocenzi was struck by a cerebral hemorrhage but fortunately came out of it very well, and on October 3 of the same year the death after a long illness of the historic guitarist Rodolfo Maltese. All these events would have stopped anyone, but Banco does not give up and comes to the present day with singer Tony D'Alessio. In 2022 the band dedicates an entire album to love, a return to the more progressive source and thus a departure from song for a more committed approach. The album is entitled ORLANDO: THE SHAPES OF LOVE (2022 - Inside Out Music/ Sony Music).
The concept album, which comes after a 50-year career, closes the circle a little by returning to the themes of the early days, Arisoto's Orlado Furioso. An unrequited, tribulated love where he sees Orlando the emperor's trusted paladin, rescue the beautiful Angelica instead of his own squires but she rejects him because she falls in love with a simple Saracen enemy, Medoro.
Life thus confronts us with various situations, including the suffering and anger of rejection.
 
 
LE ORME



 
Generally when it comes to Italian bands engaged in the 1970s progressive rock context, the triptych closes with the lagoon-based Le Orme. They were formed in Maghera in the mid-1960s at the height of the psychedelic beat period thanks to the intuition of Nino Smeraldi and Murano-born Aldo Tagliapietra. The alternative turn came in 1969 and even more so in 1971 where they reached the historic three-piece lineup, Aldo Tagliapietra (vocals, bass, acoustic guitar), Antonio Pagliuca (keyboards) and Michi Dei Rossi (drums, percussion).
After a beginning in which women are protagonists, such as Irene or Mita Mita, with time the Orme's vision of love also becomes complex and suffered, riding on the intellectual ideals of the 1970s.
The watchword is not to be taken for granted, the opposite of the classic "sun, heart, love" can only be a winter love. The protagonist falls in love with a prostitute heedless of people's thoughts, while the lyrics of this song entitled Era Inverno taken from COLLAGE (1971 - Philips) also leaves room for different interpretations.
 
It was Winter
 
Every night you get ready
Always beautiful smiling
An 'actress who doesn't change scene.
The sadness of the moon
In the hands of the people
Who own your fake joy.
Without a word to me
You suddenly fled
Did you understand perhaps that I love you?
I would like to tell you no matter
The thought of people
And that I have in my mind that night
It was winter and you were shivering,
On the snow you were shining
I said "it's the first time"
You held me tight, tight...
And a warm, warm, warm...
....
 
Ten thousand, twenty thousand
Always beautiful smiling,
An 'actress who doesn't change scene.
Ten thousand, twenty thousand,
In the hands of the client
Who owns your fake joy
 
The woman who falls in love (a new sweetness), the woman who does not live out her passions, perhaps crushed by taboos or her uncertainties (the closed door), the little girl who becomes a woman (child's play), the mentally ill woman (cardboard figures), the woman who gives herself (perhaps to many) on the beach (waiting for the sunrise), the woman as a fleeting and beautiful apparition (brief image). Here, too, "burning" themes are touched upon, and the texts are all very beautiful. In Gioco di Bimba (Child's Game), the single that made Le Orme's fortune at that time, is contained a small fresco that according to the author (Tony Pagliuca) is dedicated to a childhood love of his. The lyrics, however, are so cleverly written that they give free rein to the wackiest interpretations: in the end, a good lyric is precisely one that can have several meanings on multiple levels. The song is about a little girl who goes swinging on a swing at night. A ragamuffin man, a stealthy shadow, wakes the little girl, and repenting, in the morning forever repeats that he would not have wanted to wake her up like that. I report here an interpretation different from the author's statements (the text in its entirety is reproduced in the box): the use of terms like "furtive shadow" and "rag man" may allude to a person not worthy of the name, a "bad" person. His awakening, might have the sense of a child becoming a woman in spite of herself, i.e., of abusing her. (In the sense that because of the abuse, the woman who could become the child can no longer exist). So much so that in the morning, the rag man (one of the most beautiful verses written by Tony) and repentant mourns his pain, the fact that he woke her up in a way she did not want. You won't believe it, it may be brainy, but that has always been my personal reading of this piece: a condemnation of pedophilia!
 
When you are young, there is a period that I think is the most beautiful in our lives, the one when you are poised between being a child and a man, a small natural transition fractured only by the moment when you physically approach the other sex. This juncture fights itself between platonic love and physical love, then in a Catholic nation there is fear of the act, when the devil has his tail in it, and so here it is celebrating in the track Unripe Fruit when under the bed you are afraid of discovering the other body, so in a barn with the person you love. Here again is the fear of not living up to it, as happened to the primitive man in Banco Del Mutuo Soccorso, but also the fear of the leap, this love that we want to live and enjoy but at the same time frightens us.
Giving ourselves to another is not as simple as it might seem.
 
Unripe Fruit
 
Under the bed the devil was already singing victory
And in the dark the fear before sleep
For the first oath I tore from the sun
In spring the stone in the pond
That bounced so hard in us
In rolling us under the hay
Suffered the heart, fruit still unripe
.............................
I still remember that strange day
I said sincerely, "I don't want to do it"
But I begged her to stay
For a minute, just a minute
 
The 1970s delighted us with songs of all genres, from singer-songwriter to hard rock, jazz and then folk, reagge and what have you, the range of greatest musical artistic creativity must be sought in the decade '65 / '75, here the counterculture in Italy plays a key role to say the least. Le Orme, like the other bands mentioned, painted sonic frescoes of rare beauty and elegance, and when it comes to their love, they always do so by adapting to the times. If we go beyond the mid-1970s and precisely 1976, Italian Progressive Rock, and that of the world, begins to creak in favor of a more direct and less logorrheic music, the public after a decade of suites and double entendres begins to clamor for more popular music, in fact, shortly thereafter Prog is dethroned by discomusic and Punk, while the final blow comes from new wave. Those who adapted to the times survive and still play today, those who stayed in the world of cultured music found greater difficulties and in several cases ended their artistic careers. In 1976 the lineup changed, Tolo Marton making way for Germano Serafin (Treviso, November 11, 1956 - Montespertoli, August 13, 1992).  The Orme give birth to the album VERITA' NASCOSTE but keep out a song that successfully participates in Festivalbar entitled Canzone D'Amore. In this case it is not the lyrics that see love in a transgressive or distorted way but it is the music that falls into a Pop context without losing personality. Le Orme feed the audience a catchy song, both in the refrain and in the lyrics, but with an execution that has very little of the obvious, starting with Michi Dei Rossi's drums with breaks coming from the world of Prog, a funky rhythm and an instrumental fringe in the middle of the song that is far from the radio canons of the moment, that is, an instrumental instant that exceeds one minute. The lyrics however are evocative and fascinating, opening with a common phrase, almost deliberately put there to say "We are popular," and then in the refrain all this banality is swept away by the instrumental phase and the words that take another path:
 
Love Song
 
 
My love, I write a song for you
I leave troubles a moment
I want to think a little about you
...........
The sun is turning around us
Feel the world that no longer cries out
Now listen to my words
Make the weary mind rest
This fragile love is strong
It's all you have
Hold it dear
 
Perfect example of how to adapt to the times while maintaining one's sound characteristics.
 
 
ALAN SORRENTI




 
 
Also in the 1970s we witnessed a really fresh flurry of committed songwriters, full of new ideas and thought, this especially thanks to the aforementioned Counterculture, where the individual resides at the center of interest to the detriment of a global homologation of thought. Unconventionality in this art is blossoming with interesting sequence, starting with the vocal experimentation of Demetrio Stratos (Rebels, Area), who proves that he can go against the vocal limitations of human capabilities through polyphonies and study. Another seeker of voice and personal expression is Neapolitan Alan Sorrenti (Dec. 9, 1950), influenced by artists of the period such as Tim Buckley, Peter Hammill and Shawn Phillips. The singer does not seek polyphonies but approaches the song with an entirely personal metric and timbre.
These are the years of youth protest and 1972 is also the year of the record debut entitled ARIA (Harvest - 1972), the record is well received by critics and the public although the latter is displaced by the singer's vocal choices. The song Aria itself covers the entire A-side of the LP, testifying to an absolute research in the compositional process, this being a prerogative of all Progressive Rock of that period, when the so-called suites showed off the ballistic abilities of the authors. The same is true of the subsequent album COME UN VECCHIO INCENSIERE ALL'ALBA DI UN VILLAGGIO DESERTO (Harvest - 1973) with the song Angelo.
But how does a singer-songwriter who nonetheless was born in Neapolitan culture, the culture that gave origins to classic Italian song, see love? He always sees it as a strong feeling but treats 'impossible love. In the song Vorrei Incontrarti taken from his first album ARIA, the protagonist sinks into loneliness and with great melancholy cringes in the words:
 
I would like to meet you outside the gates of a factory
I would like to meet you along the roads leading to India
I would like to meet you, but I don't know what I would do
Maybe with joy, I would suddenly cry
................................
I'd like to meet you but I don't know what to call you,
I'd like to follow you but people would overwhelm you:
I would wait for you, when it was raining outside,
And my room was filled with silence for you.
 
 
Far from the sonic, lyrical and vocal approach of that Sorrenti who exploded in commercial music a few years later with hits of the caliber of Figli Delle Stelle or Tu Sei L'unica Donna Per Me. Here everything falls into the normalcy, but the awe of the beginnings still echoes in the immense room of Progressive Rock.
 
 
MAURO PELOSI




 
Born in Rome on August 26, 1949 but living in Milan, Mauro Pelosi is a singer-songwriter-poet. His notoriously pessimistic lyrics are usually accompanied by the acoustic guitar he plays. The poignant vocal interpretations make the lyrics true bitter reflections of a life lived painfully. However, love in the proposed music is sometimes taken as a lifeline, while the notes generally instill acute sadness. In 1972, with orchestral arrangements by Detto Mariano, the successful album LA STAGIONE PER MORIRE (Polydor) was released, where among the many musicians also stand out important names such as those of Flavio Premoli on keyboards (former PFM), Gianni Leone also on keyboards (Il Balletto Di Bronzo) and Dave Baker on drums (John Mayall, Eric Clapton, Fleetwood Mac etc.).
This album has numerous radio airings on popular programs such as Renzo Arbore and Gianni Boncompagni's Alto Gradimento, on Per Voi Giovani and Supersonic.
The album opens with a ballad entitled Fear, and right from the start it is clear how much the author loves to delve into poignant situations from the torn state of mind.
 
... How many words, how many lies you know to tell me always to make me die "How dear you are, how sweet you are, how I love you and how I love you" I really believe it, poor deluded, poor deluded I really believe it...
 
Twenty Years Of Jail is at least rancorous about the relationship lived with a her:
 
You were so beautiful, you were so different
I'm not just talking about your long hair
You were beautiful inside I could tell
You were sweet and strong you could tell
It's strange really
With time you changed
And with my joy
One day you ran away
"Money is good!" you said to me
What foolish words I did not understand
Twenty years in jail should give you
For destroying my life
For understanding little or nothing
Twenty years in jail should give you
For stealing from my days
The light and the wind and the colors ...
 
Feeling worthless is another worry of the singer-songwriter, who smears his melancholies in unrequited love as much as hanging by a thread, as happens in the song The Season To Die:
 
Getting up every day, looking in the mirror
Discovering that you are only a reflection....
Were there at least love, no, not even that
Come here, please, and tell me, tell me something:
What the fuck am I doing here? What am I doing here?
Come on, get dressed, come on get dressed, I'll take you dancing....
 
 
LOVE DISCUSSIONS
 
 
Life puts us through numerous trials that we are not always able to face, whether out of shyness or simple fear of losing a condition at the favorable moment, love in its own way tests us, and it happens sometimes that we cannot even find the words to deal with it. Then there is the love of nature; this feeling is also strong and embraces our existence, so much so that we are moved even by just seeing a beautiful view. Often we do not have words to describe these feelings, so here then even simple instrumental music can make up for the lack of words. The instrument that in the hands of the artist becomes an extension of him, as Fabrizio De Andrè used to say, "I thought: it's nice that where my fingers end should somehow begin a guitar."
Many musicians have played love, here in the world of cultured rock we have an important example, that of Marcello Capra, guitarist of the historic Turin band Procession, author of a remarkable debut in 1972 entitled FRONTIER (Help! - 1972).






Says the artist:
"FRONTIER in general is also about love, in particular two tracks: Incontro and Un mondo Di Libertà. The lyrics were written by Marina Comin the companion of Pino Tuccimei now no longer with us. Two songwriters with whom I collaborated on their records are Enzo Maolucci's Barbari E Bar and Tito Schipa Jr.'s Concerto Per Un Primo Amore. For me love is expressed by the feeling I can convey in my music, some examples are Il Sole Sulla Palude, Canto Di Mare from the album ARIA MEDITERRANEA, Aura which you find in two versions, with Laura Ennas and in the Glad Tree project. Dreaming Of Tinder sung by Silvana Aliotta with keyboards by Beppe Crovella, also in the instrumental version: Viaggio All'isola Di Tinder with Glad Tree to which I would add Onda Luminosa. In my next solo work that should be released in 2023, there will also be a song that I dedicated to a woman I loved. Love is the purest feeling that all living beings possess, words in my opinion are not enough to describe it."
 
Also in the 1970s, our rock opens to European horizons letting itself be contaminated by bands like Genesis, King Crimson, Gentle Giant to name three, but our Mediterranean DNA knows how to paint canvases that are always warm and colorful. How can we not remember the rock tarantella of E' Festa by Premiata Forneria Marconi? And the music of the Neapolitan band Osanna? The typically Italian creativity comes out of the bet of these young guys who believe they are changing the world. There are groups that debut in this context with remarkable albums, so much so that they are still being reissued today, one of them being Pericle Sponzilli's Reale Accademia Di Musica. The Romans rose from the ashes of the band Fholks in the early 1970s and composed the successful album REALE ACCADEMIA DI MUSICA (Dischi Ricordi - 1972). After the advent of punk and discomusic the genre comes to a major halt, so does many of their historic bands. Some, however, return to the scenes even in more recent times, and this is the case of Reale Accademia Di Musica who after a long stop return in 2018 with ANGELI MUTANTI (M.P. & Records - 2018).
Pericle Sponzilli talks about the writing of some of their songs:
 
 
REALE ACCADEMIA DI MUSICA




 
Unlike the Albums of recent years, in the debut Album of the Royal Academy of Music, I only signed the musical part. We entrusted the lyrics to a dear friend, Enzo De Luca, a creative musician with a poetic streak that all of us at RAM appreciated.
At a time when love was still very often sung by rhyming with heart, with De Luca's lyrics we tried to give voice to the everyday, sublimating it to a tale and reflection of our existence.
On the song Everyone Knows, philosophizing on the transience of things, in the last two stanzas there is the Album's only mention of LES AFFAIRES D'AMOUR who were teaching us their joys but also the sufferings of their ends.
Instead on Father, in the fierce criticism aimed at the father there is all the son's need to feel accepted and loved but also conversely the difficulty of accepting, embracing, loving.
These words, so raw but evidently so realistic in describing the generational conflicts of the time, pained my father who, listening to the record my mother bought on its release, thought they were addressed to him. I, as some people know, as soon as the recordings were finished had left for India, and when I saw my parents after a year and learned of this misunderstanding, I had to explain that in addition to there being nothing personal, Enzo had written the lyrics.
 
MUTANT ANGELS
 
Sunrise
Dawn or dawn? Searching for the light of dawn as darkness falls or searching for the beloved in the twilight of a story? In writing this piece poised between 6/8 and 5/4, I kept myself poised between two parallel paths.
 
Johnny and Adele
When I was 15/16 years old, I had a friend, Roberto who had returned to Rome after several years in New York with his family. He played the Farfisa organ and I was busy with the guitar. We would call each other often, him opening the call with "Hi, this is Bobby, from Bobby & Bobs" and me in reply "Hi, I'm Periclapton singer and blues guitarist." This nickname that I had attached to myself as a joke caught on a bit among friends and some Roman musicians, so over time, in that round, it stuck with me.
The song's protagonist's nickname "Johnny be Good" draws from this anecdote. Johnny had just the right sound for the chorus, and thus became the nickname for the 'hero of the song, the guitarist who falls in love in return with Adele, who watches him rapturously as he pits stellar notes for her.
"Johnny" replaces "Periclapton" and Adele, that's my girlfriend's name in the Fholks period, so totally autobiographical song.
The line "On a beach that's in your town, Adele dances for hours," on the other hand, is inspired by an image from a few years later. The beach was not in the city but in Anjuna, Goa, where in the early 1970s the Rock scene had monopolized the place. Many girls, during full moon parties, would actually dance on the beach for hours.
 
The Beat Goes On (like the song).
I have often thought that the chemistry you get from playing with musicians with whom you are in great sympathy is reminiscent of the harmony that can exist in a couple. Music is a deep feeling and reminiscent of love. The lyrics of this song written by Fernando Fera are dedicated to those musicians with whom we shared deep artistic moments and who are no longer with us. The central phrase "And where is love, that love that, all the world still seeks" which would seem at first off-topic, is for me the centerpiece of this ballad.
 
BLADES OF LIGHT
 
On some tracks Lame Di Luce has love as its protagonist.
 
In Onde Di Sabbia it is a fantasy, a dream wrapped in liquid, moving reflections of the sea and its depths. A mirage that in the end almost manages to convince, to become concrete.
Around the age of forty my emotional life stabilized. Let's say that among the many passions lived until then some were more important than others. A wound to be disinfected narrates the end of a year of living together as a couple. I had many memories to draw on!
 
I was never very good at picking up a girl, at "picking up," as we say in Rome.
A friend, some time ago, told me about a decidedly erotic airplane encounter. With Slow Hours I transferred it to a carriage that rhymed with station for me, and the initiative is all the story's protagonist.
 
 
ALBERTO MORENO (Museo Rosenbach).




 
In Zarathustra the theme of love is not addressed in the sense of the relationship between people. The mood of the texts is philosophical and the scenarios of the songs have an epic slant. If we want to understand love as a broad feeling, as a "cure," I can only cite the section of the Zarathustra suite entitled The King Of Yesterday where the prophet invites us to seek the divine in nature
"Love your land, in its belly God will be formed." This is an important call that we might consider almost ecological taking into account the atheism that inspires Nietzsche's thought that underlies the album's concept. It may seem forced, but if one connects this exhortation to the suite Il Respiro Del Pianeta contained in our work BARBARICA (Immaginifica - 2013), it is possible to capture this sentiment that values nature as an object to be cherished.
 
In EXIT (Carisch - 2000), love is at the center of the songs contained in the album. Here it is precisely about the bond between people, the tension we all know, a source of involvement, joy and suffering.  As everyday experience suggests, love can take many forms, and I took this into account when writing the lyrics.
In the song In Equilibrium it is an apparently lost love. I wrote this song thinking of a very dear friend who, dying, left behind a young son to whom he turns saying :
 
" I will remain in balance
In these foreign days
Dust continually in the air
Without being able to play with you
Without being able to talk about you."
 
It is thus a fatherly love that wants to overcome the distance that death imposes in order to continue to be close to his son by promising to follow him as he grows. In fact he tells him :
" I will never be far away.
And everything flows
Right before my eyes
One meter further."
 
 The difficulty of this loving mission is present in the text, but the father, in the final part expresses the will to try to overcome what unfortunately appears inexorable.
"A voice lighter than silence
Tells me it is too late
But I don't want to sleep."
 
Another song is Love. Already the title is programmatic. Here we are on the theme of the variability of feeling.
" Turns the wind suddenly
Our sail is already wounded
In the horizon of this love"
 
There is nothing original about it. The topic is covered by numerous songs. I wrote it for the purpose of bearing witness to this experience that generates despondency....
"I search for meaning futilely
To an exasperated challenge
That also bills pain"
 
And also anger...
"If my name you still remember no, never call it!"
Love becomes a distant star that, despite the distance, shines and fuels the despondency of remembrance
"In the stars that fall far away
I may love you."
 
Illuse The Intentions more articulately develops the tension of the love relationship, which often appears unbalanced, conditioned by the prevalence of one of the parties involved.
" You only ever give what you want.
You don't talk, you reject me and leave
And you are surprised if I then change my mood."
 
Love is a giving and a receiving. If this exchange does not take place one of the two is merely spectator and succubus to the will of the other. What remains is a sense of frustration.
"Instead, I don't like to remain a spectator.
One who accepts everything from you
I am ready to bury myself on the Dakar beach.
I would bathe with you in the putrid waters of the Ganges
To undermine your tranquility
But you only go where you want."
 
Consequence of frustration is eventually a reaction of rejection
"I jump off like from a movie
Which always tells us the same
Boring story of two who are lost
Tired and divided by an entire continent"
 
Love intentions have been deluded. The disappointment of failure remains.
"You confuse me with your charm.
But I am no longer willing to suffer
If sometimes then I miss you
I do not feel on my skin the wounds
Because I have not completely melted the ice
From my warm heart."
 
Koln Ride tells about the lightning strike. The lyrics are very personal and retrace an experience I had when I was following Matia Bazar in Naples for an evening. We were offered the possibility of a TV show in Germany, in Cologne. It was to playback only Ti sento.
Yes a plane was rented and in the night we left for Koln.
"Above the extinct volcano.
Father of her silence
A comet is lost
Northward."
 
It was an unexpected trip with lifelong friends. When we arrived at our destination we were greeted by a wonderful girl who electrocuted me. In stunted Italian she introduced herself, saying her name was Sissi.
"I meet lifelong friends.
Brothers in the current
Among a thousand swift faces
Sissi.
In the crowded corridors
Filled with courtesy
The flash of desire
Dazzles the mind
I'm trying to figure out what world you're from"
 
Everything happened quickly. A breakfast, meeting with the crew, recording the video. After two hours we were flying back to Naples.
" But Sissi ... the plane thunders over us.
And in a flap of wings I return foreign"
 
The lightning strike remains only a memory.
"The trace of your taste
Imbued with nostalgia
Vanishes in the steady roll of time
I no longer want to know if I'll see you again
Suddenly the plane extinguishes the magic
Of a mirage created by your smile
Incredible play of instants..."
 
In A Port In The Sun, love is told in the anticipation of a meeting.
It is a happy feeling that anticipates the joy of seeing the loved one again. The lyrics are meant to be bright, imbued with natural elements.
" She is like water in hot summers.
She is like the sea
Always around me."
 
The colors are light, Mediterranean,
"She is an immense sky
Until really
We will be together
In the confused blue of salt"
 
It is a finally happy song.  The meeting with the one you love will be a port in the sun. And the arrival will be in a fairytale setting.
"In the morning I will arrive
Guided by the currents
Finding the enchanted palm trees
And olive trees silvered with light
Carved in the center of the sun
There is a harbor!"
 
 
GIANNI LEONE (Balletto Di Bronzo)



 
Love has never been an interesting theme for me. On the contrary, many of my lyrics from the solo period (especially in the album LeoNero - MONITOR) extol loneliness and singularity, describing "love" as a form of vulnerability and dependence on others, to be shunned. YS has dark and apocalyptic lyrics that have nothing to do with love. In Sirius 2222, however, it is about teenage girls, cupids & summer loves (lyrics not mine, of course).
 
 ALVARO FELLA (Jumbo)




 
La Strada Che Porta Al Fiume (The Road That Leads To The River) is perhaps the only song in Jumbo's production that talks about love in an almost traditional way.
I can tell you how it came about: I had met a girl a few days before, and one night while I was sleeping I dreamed about her.... In the dream I meet her as I walk along a path from my hometown, which is in the hills, leading down to the river that flows at the foot of the hill. In the dream she appears to me as she is picking blackberries from a bush. She had never, of course, physically been to that place having met her only a few days before. When I woke up the dream kept buzzing in my head and so I picked up my guitar and wrote this song that later became The Road That Leads To The River. That girl later became my wife.
 

4 commenti:

  1. Gentilissimo Massimo,
    Mi sono sempre domandato il perché nel 1997 quando il prog a livello internazionale era e stava tornando su buoni livelli di attenzione, la PFM dovette sfornare un album in linea con le passate coordinate Rock pop degli 80, pubblicando un album per me poco interessante come Ulisse? Eppure a molti è piaciuto tanto, ma se guardiamo il contesto del '97 un Pochettino di brio progressivo era necessario e doveroso inserirlo. Infatti poi con Serendipity fecero una mini marcia indietro. Ho sempre trovato Ulisse un disco quasi inutile ed una occasione clamorosamente mancata.
    Cordialmente ti saluto.
    Ivano

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  2. Ciao Ivano, credo (è solo il mio pensiero intendiamoci), che "Ulisse" sia un album con le intenzioni di riaccaparrarsi il pubblico che ha dato loro il successo commerciale, anche se non nascondo che alcune canzoni siano anche per me gradevoli. Un ritorno che necessariamente ha avuto passaggi radiofonici e televisivi. Le parti della chitarra a me piacciono molto, un album che non considero poi così male. Certo è che da un ritorno in formazione tipo ci si sarebbe atteso di più, specialmente come dici tu, in un momento in cui il Prog sta risorgendo nuovamente con band come Spock's Beard, The Flower Kings, Anglagard, Anekdoten e Landberk, per fare alcuni nomi.

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  3. Sono Max ovviamente, scusa se non mi sono firmato.

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  4. Grazie tante della tua esaustiva risposta. Anche se parzialmente gradevole, alla PFM in Ulisse mancò il dovuto coraggio di creare almeno 2-3 pezzi di rinascita prog, ma il coraggio e soprattutto la paraculaggine.vinsero e non fu la prima volta. Discorso molto diverso quello del Banco del Mutuo Soccorso, che proprio nel 1997 fiutando bene il momento storico, pubblicarono, come di certo saprai, un clamoroso doppio CD dal titolo Nudo e senza nessun timore come incipit al primo CD, inserirono una bellissima Suite di quasi 20 minuti che in parte ripercorreva i fasti dei primi anni 70. Una composizione che io amo molto e che purtroppo non suonarono mai dal vivo. Poi il resto dell' album era una registrazione live dei loro titoli prog migliori, attingendo anche a quelle rare chicche contenute in 13 l'ultimo album da studio con il compianto Di Giacomo. E anche qui ci si dovrebbe chiedere e scrivere il perché dal 94 e fino alla sua dipartita, Nocenzi e di Giacomo non abbiano mai più prodotto nemmeno un EP. Eppure il talento e i brani abbastanza discreti nell' album 13 non mancano. Un' altra occasione parzialmente mancata negli anni per me d'oro dei 90. Però almeno il Banco ci regalò una Suite stupenda che personalmente ascolto di tanto in tanto.
    Cordialmente ti saluto con un imbocca al lupo per il tuo nuovo libro.
    Ivano

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