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mercoledì 17 maggio 2023

Klidas

KLIDAS – No Harmony
Bird's Robe Records / Pejote Press
Genere: Jazz/Progressive Rock
Supporto: cd/lp – 2023




La regione Marche in Italia apporta nel tempo il proprio contributo al Progressive Rock soprattutto al filone Jazz, un nome su tutti quello degli storici Agorà. Ciò ha avuto inizio negli anni ’70, ma anche in quelli successivi con il progredire delle mode e soprattutto della tecnologia, il genere vede continuare lo sviluppo. Oggi un nome davvero interessante è quello dei Klidas il quale tradotto in lingua ceca significa “Gigante del silenzio”. Si formano nel 2014 e sono composti da Emanuele Bury (chitarra, voce), Francesco Coacci (basso, voce), Samuele De Santis (sassofono), Alberto Marchegiani (tastiere, synth) e Giorgio Staffolani (batteria), mentre in sede live si coadiuvano con Lisa Luminari (chitarra, voce) e Francesco Fratalocchi (sassofono), ospite in quest’album di debutto intitolato “No Harmony” Manami Kunitomo, voce nel brano “Arrival”.
 L’album è registrato da Stefano Luciani al NuFabric studio di Fermo, mixato da Alex Wilson degli Sleepmakeswaves a Sydney in Australia e masterizzato da Josh Bonati (Sufjan Stevens, Mac DeMarco, Pharoah Sanders, Drab Majesty, ecc.) a New York. Vista la varietà degli strumenti, la musica viaggia in diverse strade che vanno dal Jazz alla Psichedelia, dal Rock alternativo al Prog. Le premesse dunque lasciano ben sperare in un ascolto quantomeno coinvolgente nei sei brani che compongono il disco che esce anche in formato vinilico oltre che digitale. Molto bello l’artwork di Paolo Mazzuferi con le fotografe di Alberto Marchegiani.
L’uscita di “No Harmonyes” è anticipata da tre singoli, “Shores”, “Not To Dissect” e “Arrival”, ed è proprio “Shores” ad aprire le danze attraverso un riff psichedelico di chitarra dove il sassofono riesce a creare crescendo emotivi piacevoli. Questa ipnosi sonora è delicata, proprio in stile Agorà ma con le percussioni che donano al sound modernità a questo canonico Jazz Rock di base. Quando la chitarra si addentra in un vortice Hard, tutto assume un volume maggiore con suoni ampi e travolgenti. Non scopro di certo io la bravura del chitarrista Francesco Coacci. 
“Shine” mette ulteriormente in luce le qualità della band la quale si trova a proprio agio anche nei passaggi maggiormente “progressivi” dal profumo Canterburiano. I silenzi (come suggeriti dal nome) apportano attesa ed enfasi al brano che muta d’umore nel proseguo. La storia del passato sembra essere bene assorbita e rielaborata attraverso la personalità attuale degli strumentisti. Aggiungo poi che il crescendo è una formula che raramente non funziona e credo proprio che i Klidas ne siano pienamente a conoscenza. La ricerca prosegue in “Not To Dissect” fra sprazzi di Frank Zappa e King Crimson. Ci pensa “Arrival” a dare un momento di relax, tramite la delicatezza del sax e una struttura compositiva morbida oltre che facilmente assimilabile. Ma è soltanto una mera illusione, perché i Klidas si divertono a svisare nel pentagramma in lungo e in largo, una vera macchina da guerra rodata malgrado sia soltanto al debutto discografico. La batteria apre “Circular”, altra vetrina per le qualità balistiche dei componenti mentre la chiusura è affidata a “The Trees Are In Misery”, adiacente come in una suite alla precedente composizione. Gli arpeggi psichedelici ancora una volta mi convincono.
Musica prettamente strumentale, salvo qualche caso come “Shine”, una bordata sonora che si diletta a giocare con l’ascoltatore attraverso il classico gioco “schiaffo o bacio”, un disco che lascia stupiti per freschezza e idee. Ottimo primo passo ragazzi! MS




Versione Inglese:


KLIDAS - No Harmony
Bird's Robe Records / Pejote Press
Genre: Jazz/Progressive Rock
Support: cd/lp - 2023


The Marche region in Italy contributes over time to Progressive Rock especially to the Jazz strand, one name above all that of the historic Agora. This began in the 1970s, but even in later years as fashions and especially technology progressed, the genre saw continued development. Today a really interesting name is that of Klidas which translated into Czech means "Giant of Silence." They were formed in 2014 and are composed of Emanuele Bury (guitar, vocals), Francesco Coacci (bass, vocals), Samuele De Santis (saxophone), Alberto Marchegiani (keyboards, synths) and Giorgio Staffolani (drums), while in live performances they are assisted by Lisa Luminari (guitar, vocals) and Francesco Fratalocchi (saxophone), guest on this debut album titled "No Harmony" Manami Kunitomo, vocals in the track "Arrival."
 The album is recorded by Stefano Luciani at NuFabric studio in Fermo, mixed by Alex Wilson of Sleepmakeswaves in Sydney, Australia, and mastered by Josh Bonati (Sufjan Stevens, Mac DeMarco, Pharoah Sanders, Drab Majesty, etc.) in New York. Given the variety of instruments, the music travels several roads ranging from Jazz to Psychedelia, from Alternative Rock to Prog. The premises therefore bode well for at least engaging listening in the six tracks that make up the record, which is also being released in vinyl as well as digital format. Very nice artwork by Paolo Mazzuferi with photographs by Alberto Marchegiani.
The release of "No Harmonyes" is anticipated by three singles, "Shores," "Not To Dissect" and "Arrival," and it is "Shores" that opens the dance through a psychedelic guitar riff where the saxophone manages to create pleasing emotional crescendos. This sonic hypnosis is delicate, just in the style of Agora but with percussion giving the sound modernity to this basic Jazz Rock canon. When the guitar goes into a Hard vortex, everything takes on a greater volume with sweeping, wide sounds. I certainly do not discover the prowess of guitarist Francesco Coacci.  "Shine" further highlights the qualities of the band which is at ease even in the more "progressive" passages with a Canterburian scent. The silences (as suggested by the name) bring anticipation and emphasis to the song, which changes mood as it continues. The history of the past seems to be well absorbed and reworked through the current personality of the instrumentalists. I would then add that the crescendo is a formula that rarely fails, and I do believe that the Klidas are fully aware of this. The search continues in "Not To Dissect" among flashes of Frank Zappa and King Crimson. There is "Arrival" to give a moment of relaxation, through the delicacy of the sax and a soft as well as easily assimilated compositional structure. But it is only a mere illusion, for the Klidas revel in eviscerating in the pentagram far and wide, a true, broken-in war machine despite being only on their recording debut. The drums open "Circular," another showcase for the ballistic qualities of the members while the close is given to "The Trees Are In Misery," adjacent as in a suite to the previous composition. The psychedelic arpeggios once again convince me.Purely instrumental music, except for a few instances such as "Shine," a sonic broadside that delights in playing with the listener through the classic "slap or kiss" game, a record that leaves one amazed by freshness and ideas. Great first step guys! MS







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