NONSOLO PROGROCK, blog di informazione musicale ed altro
a cura di MASSIMO SALARI
Pagine
▼
giovedì 23 marzo 2023
Old Rock City Orchestra
OLD
ROCK CITY ORCHESTRA – Y (Ipsilon) M.P. & Records / Edizioni
Musicali Micio Poldo Distribuzione: G.T. Music Genere: Dark Rock Prog Supporto: cd – 2023
Uno
degli argomenti più cari all'arte nel senso generale è l’eterna lotta fra il
bene e il male. Nel corso della vita ci siamo trovati molte volte avanti al
bivio di scelte che hanno portato a risultati ben differenti. E’ nella natura
dell’uomo. La musica ha trattato l’argomento in svariate sfumature e modalità,
come per esempio non ricordare l’opera Rock Progressiva delle Orme “Felona E
Sorona”? Il concept è argomento infinito fatto appunto di scelte, dove il mondo
e l’uomo sono protagonisti. Sembrano
addentrarsi in questo cammino anche gli orvietani Old Rock City Orchestra, band
di cui ho già avuto modo negli anni di tesserne le lodi. In questo quarto
lavoro in studio il titolo è “Y”, lettera che simboleggia due possibili
percorsi di vita. Nel
disco suonano Cinzia Catalucci (voce, tastiere), Raffaele Spanetta (chitarre,
basso, voce, tastiere) e Michele “Mike” Capriolo (batteria) a cui l’opera è
dedicata con stima, affetto e riconoscenza alla memoria dopo la prematura dipartita.
L’ultimo lavoro risale all’anno 2018, quel “The Magic Park Of Dark Roses” che
ha saputo convincere critica e pubblico grazie ad un raffinato Dark Prog e Jazz
Rock. Lo stile resta invariato, solo l’esperienza aggiunge un maggiore apporto
compositivo e qualitativo e questo grazie anche alla co-produzione di Vannuccio
Zanella, figura oramai popolare nel circuito e sinonimo di qualità. L’opera è
suddivisa in undici brani per una durata totale di quaranta minuti di musica
ben registrata da Raffaele Spanetta e masterizzata da Maxim Goranov ai Max
Sound Studios a Sofia in Bulgaria. Da rilevare la durata dei brani che
difficilmente superano i quattro minuti, rafforzando la volontà di badare al
sodo senza perdersi in passaggi inutili. Tutto l’artwork è elegante e il colore
dominante è il bianco il quale esalta al meglio le forme naturali di colore
sgocciolate nell’acqua per le foto. Giustamente la prima pagina del libretto è
dedicata a Michele “Mike” Capriolo con un immagine che comunque lo ritrae di
spalle dietro alla sua batteria. Nell’album c’è solamente un brano
completamente strumentale e lo si trova proprio all’inizio dell’ascolto ed è
“Y”, con quelle arie psichedeliche che molto spesso hanno fatto rizzare il pelo
sulle braccia degli amanti dei Pink Floyd. La voce di Cinzia ha un’estensione
malleabile, adatta a tutti i tipi di situazioni che vanno dalle scale medio
alte a quelle più basse. Gli anni ’70 si palesano fra le note in “The Warning”,
scolpendo nel pentagramma cambi di ritmo e appunto tonalità basse. Queste
salgono in “Gypsy’s Prediction”, canzone ipnotica che nella seconda parte
richiama il sound arabeggiante degli Area. Il piano batte il ritmo in “Take My
Hand” e si alterna all’Hammond per un giro sonoro accattivante impreziosito da
un assolo di chitarra coinvolgente ed effettato, sono quei passaggi che
prediligo, vorrei non finissero mai. Le atmosfere si fanno più scure in
“Preacher”, il Dark si palesa ammiccante grazie ancora una volta alla voce
pulita e intonata di Cinzia Catalucci. Scorgo influenze Atomic Rooster e non
nascondo il personale piacere, perché questa band è sempre stata a mio modo di
vedere troppo sottovalutata dal grande pubblico. Un arpeggio di chitarra apre
la spiazzante “No Way” inizialmente dedita a uno stile Orme per poi gettarsi
nello Swing. Di certo gli Old Rock City Orchestra non dormono sugli allori
costruendo sempre nuove strutture ricche di storia ma anche di novità,
quest’ultima apportata dalla loro forte personalità. Sale sempre più in alto la
voce in “Daimon”, canzone in modalità Paatos per chi li dovesse conoscere,
quelli di Petronella Nettermalm e dei ex Landberk Reine Fiske e Stefan Dimle. Il
sound s’indurisce in “The Magic Pathways”, la chitarra elettrica diventa
granitica, sciolinante un riff oscuro che solo durante gli interventi delle
tastiere coglie il respiro. Qui tornano anche i passaggi arabeggianti.
“Stranger” è sorniona ma attenzione al ritornello Hard. Prog Rock in “Fly
Away”, composizione fra le mie preferite dell’album, qui c’è di tutto, Moog
compreso. E per finire “We’ll Be One”, altra piccola gemma sonora dalle
caratteristiche Curved Air. Mi
sento di dire alla fine degli ascolti che questo “Ipsilon” sicuramente si va a
collocare fra i migliori album di questo 2023, certo, l’anno è ancora molto
lungo, ma se il buongiorno si vede dal mattino qui ci sono forti indizi al
riguardo. La mente vola all’ascolto, e come scritto alla fine del libretto che
accompagna il CD, “Oltre le colline e molto lontano”, giusto! R.I.P. Mike e
grazie per la tua arte. MS
Nessun commento:
Posta un commento