Per
un tipo attempato come me leggere certi nomi è un ripercorrere dentro
bellissime sensazioni e ricordi. Hermetique Garage era il titolo di una storia
a fumetti di fantascienza di Moebius. Fu pubblicato in Francia in episodi da
due-quattro pagine sulla rivista Métal Hurlant tra il 1976 e il 1980. Un
disegnatore che se non conoscete già vi consiglio la visione e la lettura. Con quest’appellativo
si ritrovano Alessandro Niero (pianoforte e tastiere, synth e voce), Nicola
Boer (chitarre), Giacomo Bertoldi (basso) e Giulio Maria Genovesi (batteria),
esordienti veneziani che approcciano al mondo musicale con inattesa personalità
e aggiungo anche veemenza. Sì, perché la musica proposta ha al proprio interno
diversi mondi sonori che partono dal Rock degli anni ’70 alla Psichedelia
passando per il Progressive Rock. Il
disco s’intitola proprio “Hermetique Garage” ed è un’opera Rock con tematiche
sociali introspettive, poi l’amore e quelle sensazioni di sofferenza che spesso
portano dietro con sé. Il lavoro potrebbe uscire benissimo come doppio lp in
quanto la durata totale è di settanta minuti, il che impegna molto l’ascoltatore.
Per fortuna questo impegno è ripagato da una musica che lascia spazio a diverse
interpretazioni, un disco che sicuramente fa riflettere e quindi impiegare bene
il tempo dedicato. Mi
resta difficile trovare un brano su tutti che mi colpisca di più, il livello è
mediamente buono. Il cantato è in inglese sin dall’iniziale “Short Story Of A
Failed Assasination”, qui già c’è il sunto del carattere “Hermetique Garage” e
gli anni ’70 aleggiano nella stanza compresi certi Van Der Graaf Generator. Le
parti strumentali sono ottime in senso generale, la band s’intende a memoria,
si sente che sono passati anni di prove, infatti si formano nel 2009. Ci
sono brani strumentali, ballate come ad esempio l’arpeggiata ”Fall Down” o la
pianistica “The Choice” il tutto a spezzare il lungo percorso rendendolo meno
impegnativo. Ritmo
irresistibile per “We Wan’t”, più sorniona e ruffiana “Light” con coralità
Echolyn, mentre “Deadalus” sperimenta. Grunge Stoner e del Post Rock degli anni
'90 aleggiano di tanto in tanto nelle canzoni a testimonianza di un insieme di
generi proposti davvero importante. In
questo periodo storico il Progressive Rock Italiano vede nascere molteplici
band e tante di loro esordiscono con un disco importante che tutto fa pensare
tranne a una band al suo primo lavoro. Carattere, questa sembra la parola d’ordine
d’oggi e aggiungo io per fortuna, perché i media ci mostrano un’Italia musicale
decisamente differente, fatta di copia incolla imbarazzanti. Se vi piace
impegnarvi seriamente all’ascolto della musica i veneziani Hermetique Garage vi
offrono davvero molti spunti. La copertina dell’album di Benedetto Mineo bene
rappresenta con i colori il contenuto sonoro. Buon ascolto. MS
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