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sabato 24 dicembre 2022

Moon Letters

MOON LETTERS  – Thank You From The Future
Autoproduzione / Bad Dog Promotion
Genere: Prog Rock/Psychedelic Rock
Supporto: cd / vinile - 2022




Nuovi Echolyn avanzano? Probabilmente sì, e poi i Moon Letters sono guarda caso sempre americani. Se pensate che io l’abbia sparata grossa, date prima un ascolto a questo secondo lavoro della band di Seattle. Si formano nel 2016 ed esordiscono attraverso “Until They Feel The Sun”, con il prezioso apporto produttivo di Barrett Jones (Foo Fighters). La tecnica individuale dei componenti John Allday (tastiere, voce), Mike Murphy (basso, voce), Kelly Mynes (batteria), Michael Trew (voce, flauto) e Dave Webb (chitarra) è eccelsa, così la capacità di comporre canzoni a tempi dispari fra complessità e immediatezza. Testi fantascientifici avvicinano la band anche al mondo degli Yes, così le strutture corali che giocano in questo senso un ruolo davvero fondamentale.
In “Thank You From The Future” la produzione è affidata a Robert Cheek (Band Of Horses) e i Moon Letters giocano con le complessità astruse del Rock Progressivo anni ’70 con delle soluzioni maggiormente approcciabili oltre che gradevoli. Sette le canzoni rappresentate dalla copertina dell’artista argentino Mariano Peccinetti attraverso l’opera “Visiting Of The Children”.
“Sudden Sun *The Astral Projectionist*” è il primo pezzo che mi ha fatto scaturire in mente l’accostamento con i suddetti Echolyn, qui i giochi sono apparentemente semplici, ma con i dovuti e ripetuti ascolti le analogie affiorano di volta in volta sempre di più. Splendido l’inizio di “The Hrossa” per poi svilupparsi in una parte giocosa ricca di cori e di un ritmo irresistibile che in buono stile Prog si spezza spesso e volentieri.
Più ariosa “Mother River”, essa naviga nella saggezza del Rock che fu, ma attraverso nuovo materiale dettato dai tempi più moderni per un mix stupefacente dal risultato eccellente. Non si può restare indifferenti avanti tanta intesa e sonorità. Bello il motivo centrale ritmato e bene arrangiato.
Per chi possiede o vuole comprare il vinile, dico che il lato A si conclude con “Isolation And Foreboding” dove i Gentle Giant fanno spesso e volentieri capolino fra le note. La ritmica della band s’intende alla perfezione e sono motorino oliato per il cammino sonoro della band.
Vintage l’inizio di “Child Of Tomorrow”, pezzo più orecchiabile dove l’attenzione dei componenti si concentra maggiormente sulla melodia e sul buon ritornello, l’anima dei Moody Blues aleggia nell’aria, questo però non so se sia un fatto puramente voluto, oppure inconsapevole, comunque il loro DNA comprende anche questa band storica. Quando poi partono le scorribande strumentali c’è di che godere!
“Fate Of The Alacorn” è un gioiellino da coccolare, come lui fa con noi. La chiusura è affidata a “Yesterday Is Gone” che nulla toglie e nulla aggiunge a quanto esaminato sino ad ora.
La musica dei Moon Letters non va sentita, ma ascoltata, in più si necessitano ripetuti ascolti per goderne al meglio il risultato finale che vi assicuro è decisamente sopra la media dei prodotti usciti in questo comunque ottimo 2022. Ma come si fa a dire che la musica oggi non regala più nulla di buono? Misteri della massa, quest’album invece è da possedere e basta! MS






2 commenti:

  1. Decisamente un album di grande qualità. Gli Echolin non possono non venire in evidenza. A volte anche interventi alla Rush. Ma la loro peculiarità è ottimamente presente. Sicuramente non un capolavoro, ma un lavoro suonato con cuore, che dimostra come il prog statunitense è in forma e soprattutto non servono i muscoli come spesso accade per gli americani. Ad avercene in Italia di band che pur non facendo nulla di nuovo, riescono con freschezza compositiva a creare un lavoro a tratti superlativo.

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  2. Ciao Ivano, esatto, non un capolavoro ma un disco ottimo che si lascia ascoltare per fluidità, tecnica ed idee. Concordo.

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