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giovedì 14 aprile 2022

The Rome Pro(g)ject

THE ROME PRO(G)JECT – V – Compendium Of A Lifetime
Autoproduzione TRP
Genere: Progressive Rock Sinfonico
Supporto: cd – 2022



Per un amante del Progressive Rock classico, ascoltare ogni lavoro dei The Rome Pro(g)ject è sempre un piacere. Dico questo perché al suo interno navigano musicisti non solo famosi, ma anche preparati. Vincenzo Ricca è l’artefice del progetto e si circonda sempre di special guest, soltanto due fanno sempre parte della lista, ossia Steve Hackett ex chitarrista dei Genesis e David Jackson ai fiati (Van Der Graaf Generator). Basterebbero solo questi due nomi per attirare l’attenzione sul prodotto, ma le sorprese non finiscono qui, si esibiscono alternandosi nei brani anche John Hackett, Bernardo Lanzetti, Tony Levin, Nick Magnus, Frank Carducci, Tony Patterson, Daniele Pomo, Paolo Ricca e Roberto Vitelli.
Parlare del tastierista Vincenzo Ricca è un’impresa titanica, perché la carriera che ha percorso dagli anni ’80 a oggi è davvero colma di realizzazioni, fra colonne sonore, sigle televisive in RAI, dischi, Radio RAI e molto altro ancora. Ha collaborato con Folco Quilici, per la Nuova Fonit Cetra incide i suoi primi tre cd di sonorizzazione (“Argomenti” – “Medioevo, Rinascimento e ‘700” – “Americhe”) e un suo brano è stato anche interpretato da Katia Riccarelli. Ecco, questo a grandi linee è il curriculum di Ricca, ma quello che a noi interessa maggiormente è il progetto The Rome Pro(g)ject, con il quale incide cinque album compreso quest’ultimo “V – Compendium Of A Lifetime”. Da sempre la critica di settore ha dimostrato di apprezzare ogni lavoro, a iniziare da “The Rome Pro(G)ject” del 2012. Seguiranno “Of Fate And Glory” (2016), “Exegi Monumentum Aere Perennius” (2017), e “IV - Beaten Paths Different Ways” (2020).
Chi è veramente cultore della musica, ama tutto quello che circonda un disco, ossia la qualità sonora e l’artwork in primis, spesso negli ultimi anni troppo trascurato dagli artisti stessi in quanto si è puntato di più sulla musica liquida che su questa solida, con ciò voglio rimarcare il bellissimo libretto che accompagna il cd in versione cartonata. All’interno si possono vedere dipinti, le fotografie dei musicisti partecipanti oltre che i testi.
Questo disco consentitemi di chiamarlo più opera, in quanto il lavoro certosino che lo consolida è sicuramente da rimarcare.
Otto le tracce che lo compongono, compresa una nona finale bonus track del 2021. Come spesso accade il primo brano è un intro, qui intitolato “V”, aperto sontuosamente da un organo imponente che lascia spazio alla roboante batteria di Daniele Pomo. Il Prog anni ’70 fa capolino immediatamente, nella fattispecie ha le vesti dei Genesis, il mellotron pone la propria valenza e il disco si apre con enfasi. Ed è subito mini suite con “Compendium Of A Lifetime”, chitarra e flauto dialogano fra di loro, la chitarra elettrica di Steve Hackett fa venire i brividi per come solo lui sa adoperare, sembra quasi che ragioni sopra ogni nota, a volte sostenendola altre suonando con dolcezza. Franck Carducci al basso esegue un lavoro ineccepibile, così i fiati di David Jackson. La parte vocale è lasciata a Bernardo Lanzetti e il tempo sembra fermarsi.
“Vesuvius” è una vera e propria opera strumentale seppur breve, una fotografia su Pompei. Questa volta è la chitarra di Paolo Ricca a impreziosire le melodie. La voce di Tony Patterson inizia “The Last Night In The World” e subito sembra di trovarci al cospetto di Peter Gabriel. Questo è uno dei brani che ho apprezzato maggiormente, per le armonie, l’enfasi, e il carattere. L’assolo sostenuto di Hackett mi fa volare nel tempo ancora una volta. Con il basso di Tony Levin (Peter Gabriel, King Crimson) è la volta di “Have Caesar!”, uno strumentale che riconduce direttamente nell’antica Roma, così come “Morituri Te Salutant”, “Gladiatores” e “Have Caesar! (Reprise)” in definitiva tutti questi movimenti possono considerarsi a tutti gli effetti una suite. Anche la bonus track “Exegi Monvmentvm 2021” emoziona fortemente, un lento strumentale dove ognuno mette il cuore mentre passeggia nel Prog.
Il potere di questa musica è proprio quello di farci estraniare dal mondo che ci circonda, un turbinio di emozioni che si accavallano proprio come i strumenti dei protagonisti che di certo non si sono risparmiati nelle esecuzioni. Un disco professionale, colto, adatto a un pubblico preparato e attento perché certi passaggi vanno assaporati con consapevolezza. Il Prog scusate se lo dico ma non è per tutti, oggi la musica si ascolta troppo distrattamente e di certo questo va a cozzare con l’appartenenza del genere in questione. Certo è che può piacere a tanti, perché no anche a neofiti che per fortuna si aggiungono sempre di volta in volta nel tempo, tuttavia qui dentro c’è molta storia che parte dai Genesis, passando per i Van Der Graaf Generator fino ad arrivare alla nostra PFM. Musica per la mente, è stato mai detto? Complimenti a Vincenzo Ricca per questo ennesimo gioiello sonoro. MS

 

 




 
 

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