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a cura di MASSIMO SALARI
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giovedì 14 aprile 2022
Saints Trade
SAINTS TRADE – The Golden Cage Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group Genere: Hard Rock Supporto: cd – 2022
Siamo
sinceri, il periodo interminabile del lockdown che abbiamo passato ci ha
davvero stressato la vita, restrizioni varie hanno impedito soprattutto agli
artisti di proporsi dal vivo con danni economici enormi per chi vive di musica.
Un lato positivo tuttavia c’è stato, molti hanno composto nelle quattro mura,
una valvola di sfogo che in certi casi ha dato anche vita a buoni risultati.
Parlare dei Saints Trade è parlare di Hard Rock e questo genere ha un habitat
che non è quello delle stanze, ma dei palchi, della strada, della folla, l’Hard
Rock è vita. Può piacere o no, ma di certo la purezza sulla quale si sorregge
questo stile non va scalfita, più che purezza aggiungerei sincerità. Chi suona
Hard Rock e anche coloro che lo seguono sa bene cosa significa tutto questo. Il
trio Saints Trade è sempre formato da Santi Libra (voce), Andrea Sangermano
(basso) e Claus (chitarre), così come nel precedente “Time To Be Heroes”
dell’anno 2019, si avvalgono del supporto di special guest: Paolo Caridi
(batteria), Pier Mazzini (tastiere) e Roberto Priori (assolo di chitarra nel
brano “Once And For All”). I bolognesi in “The Golden Cage” ci propongono
undici canzoni registrate, mixate e masterizzate ai Pri Studio di Roberto
Priori, lo sottolineo perché la qualità sonora ben si sposa con le sonorità
grezze del genere proposto. Tutte
le canzoni solo raramente superano i quattro minuti, a testimonianza di una
snella capacità di badare al sodo, al divertimento, come sa trascinare
“Neverland” grazie al ritornello ruffiano e perfetto per una riuscita live
coinvolgente. Si apre con enfasi “Break The Chain”, la prova vocale è giusta
per la musica proposta, senza strafare. Questa canzone potrebbe risiedere
tranquillamente anche in un disco degli Scorpions. Sale
il ritmo con “Casino Royale”, singolo estratto del quale è girato anche il
video. Tutte le canzoni godono di un breve assolo di chitarra, sicuramente un
piacere aggiunto all’ascolto. “That’s What I Know” ha un intro iniziale che mi
rimanda ai Saxon di fine anni ’80 per poi proseguire con vivacità e un
ritornello corale ancora una volta atto alla sede live. Una ballata coglie
l’ascoltatore quasi a metà del disco, “Stay With Me” è un mix fra Bon Jovi e
Scorpions tanto per rendere l’idea. Musica semplice e diretta, da ascoltare
sicuramente ad alto volume. Ho parlato nell’intro della recensione di lockdown,
e lo fanno anche i Saints Trade in “Lockdown Blues”, il Blues si fonde con
l’Hard Rock come hanno fatto gli AC/DC per quasi cinquanta anni. Un altro riff
indovinato apre “Mirror Of Myself”, canzone che nulla toglie e neppure aggiunge
a quanto detto sino ad ora. Effetti elettronici invece introducono “Once And
For All”, altra impennata alla Saxon con il ritornello inevitabilmente da
cantare assieme a loro. “Together We Stand” è un’altra ballata, a mio gusto
personale anche superiore alla precedente, qui l’assolo di chitarra è coinvolgente.
Ruffiana “Double Trouble”, dalle potenzialità d’ipotetico secondo singolo,
quando il trio parte in coralità, l’effetto è decisamente interessante. La
chiusura spetta a “Born To Do (What I Want)” e lo fa con energia. I
Saints Trade con “The Golden Cage” dimostrano un’ulteriore crescita, una
maturazione dovuta a mio avviso anche alla buona amalgama fra i musicisti i
quali si conoscono a memoria e si divertono, così anche noi! MS
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