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sabato 19 febbraio 2022

Retreat From Moscow

RETREAT FROM MOSCOW - The World as We Knew It
Gravity Dream Music
Genere: Neo Prog
Supporto: cd – 2022




E’ proprio il caso di dirlo, il buon caro e vecchio Neo Prog! Nel mondo della musica davvero ne capitano tante e qualche volta anche di strane, come nel caso degli inglesi Retreat From Moscow. La band composta da  Andrew Raymond (tastiere, voce), John Harris (voce, chitarra, flauto, tastiere), Greg Haver (batteria, sintetizzatori, voce), e Tony Lewis (basso, voce) si forma in piena era Neo Prog nella fine degli anni ’70 per poi cadere in una sorta di letargo nel 1981. Si ritrovano sempre con la passione per la musica nel 2018 e montando anche sul carro del ritorno in voga del genere, decidono di ridare vita ai brani composti una quarantina di anni prima. Effettuata la reunion, la band si mette in studio a provare e infine a registrare quest’album che paradossalmente potremmo definire d’esordio intitolato “The World as We Knew It”.
Tuttavia non si può dire che non si sono presi il tempo dovuto, solo nel 2022 l’album vede luce negli scaffali dei dischi, per cui sono serviti altri quattro anni.
Quello che colpisce all'ascolto degli undici pezzi è il fattore temporale il quale manifesta un’incongruenza sonora apparente, per meglio dire immaginate di ascoltare i Pendragon dei fine anni ‘70 ma suonati con la tecnologia moderna analogica, la composizione è datata ma il suono è attuale. La voce e l’andamento ricordano molto anche il materiale del tastierista Clive Nolan (Pendragon, Shadowland, Stranger on A Train, Arena, Caamora, etc.). Si gustano gli anni ’80 sin dall’iniziale “The One You Left Behind” ma ancora di più nella successiva “Radiation”, dove le tastiere fanno sia da tappeto sia da colonna portante. La tecnica espressa è più che sufficiente, così le chitarre che alternano frangenti duri a pacati. “Radiation” Potrebbe benissimo uscire da un album dei primi Marillion per intenderci e già vedo i più attempati di voi sorridere dopo questa mia descrizione.
Affascinante “Henrietta”, l’arpeggio di chitarra iniziale è un altro punto di congiunzione con il territorio di Fish e company, un andamento allegro e spensierato, una canzone che sarebbe anche troppo semplice per il genere prog ma grazie al motivo centrale che spezza il ritmo in un assolo alla Camel o ancor meglio alla Steve Hackett il discorso cambia notevolmente. Davvero ben fatto anche il lavoro delle tastiere in stile Genesis. Non si è ancora giunti a metà disco e già si sorride.
“I’m Alive” è terreno Pallas, era “The Sentinel”, ancora una volta in tutto e per tutto classico Neo Prog! L’incedere massiccio lo rende oltretutto vigoroso. C’è a questo punto un motivo più rilassante, “Costantinople”. Si inizia con la voce e la chitarra acustica, per poi inserire il flauto e andare in un crescendo emotivo toccante grazie all'assolo della chitarra elettrica, seppur breve. L’ingresso della batteria e delle tastiere riempiono il suono e il brano portandolo dritto nel cuore del Prog fans. Quante volte negli anni abbiamo goduto di questo modo di fare, i Retreat From Moscow lo ribadiscono.
“Home” con gli undici minuti abbondanti di durata è una vetrina di quanto descritto sino ad ora. Un'altra canzone che mi ha colpito è la delicata “Moving Down”, per il resto nulla fuoriesce dai binari che ho definito.
Grazie Retreat From Moscow per la vostra caparbietà, avremmo altrimenti perso davvero una piccola gemma da gustare con tutta calma e serenità, proprio come avete fatto voi. MS







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