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domenica 13 febbraio 2022

Giant Hedgehog

GIANT HEDGEHOG – Im Siel
Autoproduzione
Progressive Rock / Sperimentale
Supporto: cd – 2022




Nomi di fantasia per band ne abbiamo visti davvero di bizzarri, specialmente nel mondo del Rock Progressivo, fra Locande, Raccomandate, Banchi e Fornerie c’è di che sbizzarrirsi. Poi in tempi più recenti ci sono anche l’Albero Del Porcospino (Porcupine Tree) e ora un altro grazioso animaletto sempre con gli aculei, il Riccio Gigante (Giant Hedgehog)!
Il nome fa pensare a boschi e ad aria buona, poi la copertina con i colori pastellati e fiabeschi sottolineano la sensazione. Invece i tedeschi Giant Hedgehog di Folk hanno davvero poco a parte qualche sprazzo, e neppure punti di congiunzione con la band di Steven Wilson. Con “Im Siel” giungono al terzo disco in studio, dopo “Giant Hedgehog” (2014) e “Die Irrealität Der Zeit” (2018).
Si formano a Münster per suonare un Rock ricercato, attento al passato ma con una chiave di lettura moderna. Prog alla King Crimson e Van Der Graaf Generator s’incontra con il Jazz e qualche volta con il Metal per dare vita a frangenti anche cacofonici. Musica per palati fini, ossia per coloro che sono stanchi della solita solfa e ricercano un qualcosa di davvero forte e inusuale. La band è formata da Patrick Aguilar (basso), Moritz Nixdorf (batteria), Niklas Tieke (chitarra) e Thomas Mrosek (sassofono).
I Giant Hedgehog prediligono i brani dalla lunga durata, quindi all’interno dell’album non mancano le suite sempre ricche di cambi di tempo. Il disco si apre con “Gemurmel Aus Dem Brunnen”, arpeggi soavi e sassofono dipingono scenari davvero bucolici e senza grosse sorprese (a parte il crescendo sonoro) quasi non lasciano presagire cosa ci attende in seguito. Ed ecco immediatamente la suite di ventitré minuti “Im Siel”, e il mondo dei Van Der Graaf Generator si staglia avanti all’ascoltatore. Il brano è palestra per le capacità tecniche dei componenti che uno a un danno dimostrazione dell’estro personale. Non di rado trovo anche affinità con alcuni passaggi degli svedesi Landberk, questo lo dico ovviamente per chi li dovesse conoscere. Non c’è un attimo in cui restare tranquilli nel senso che quando l’orecchio si abitua a un motivo, ecco che la band vira in un altro percorso sonoro, tutto ciò rende sempre massima l’attenzione. Certo chi non ama questo modus operandi farà di questo disco una zeppa per un tavolo traballante, tutti gli altri sono convinto che invece quantomeno apprezzeranno. Decisamente particolare la scelta di incastrare l’Heavy Metal in brevi momenti e confesso che tutto questo non infastidisce, anzi, a ripetuti ascolti capisco anche il suo perché.
Ancora arpeggi di chitarra aprono il brano “Lunas Bank”, altro crescendo che nulla aggiunge e nulla toglie a quanto descritto. Questa è la musica del Riccio Gigante, prendere o lasciare. Proprio come i suoi aculei sa rendersi pericolosa ma non mortale, in parole povere i Giant Hedgehog sanno il fatto proprio, ascoltate “Damals Am Teiche” per credere, oppure la conclusiva “Einkehr”.
Di tanto in tanto è bello ascoltare nuove sonorità e questo fa bene anche alla mente. Certo, non un disco epocale e neppure da fischiettare, però come ho già detto, ha un suo perché…. Perché è semplicemente bello. MS


BANDCAMP: https://gianthedgehog.bandcamp.com/album/im-siel





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