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a cura di MASSIMO SALARI
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venerdì 7 gennaio 2022
Apogee
APOGEE
– The Blessing And The Curse Progressive
Promotion Records Distribuzione:
G.T. Music Genere: Progressive Rock Supporto: cd – 2021
La
Germania sembra essere un fiume in piena riguardo il filone Rock Progressivo,
ma questo non soltanto negli ultimi anni, ciò accade da decenni. Hanno sempre
avuto la capacità di aggiornarsi, oltre che creare musica dalle soluzioni
innovative. Se andiamo ad analizzare ad esempio gli anni ’80 e ’90 noteremo
parecchie formazioni ricche di buone idee, tanto da essere collocate nel genere
Crossover Prog, una su tutte i Versus X, band del polistrumentista Arne Schäfer.
L’ultima loro realizzazione è datata 2008 con l’ottimo “Primordial Ocean” (Musea).
Parallelamente ai Versus X, Schäfer crea un suo progetto solista dal nome
Apogee con il quale debutta nell’anno 1995 con “The Border Of Awareness”
(Musea). Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, Apogee rilascia una
nutrita scia di album, ben dieci e tutti di buona fattura. La tecnica è sempre
a disposizione della melodia, certo immancabili sono i numerosi cambi umorali e
di ritmo come il genere esige, ma il tutto è relegato al senso di gradevolezza.
I punti di riferimento sono circa gli stessi di chi ha amato il genere negli
anni ’70, ossia nel momento del massimo splendore, quindi fra le note si
possono godere richiami ai Genesis, Pink Floyd, Gentle Giant, Yes, ELP etc. L’undicesimo
album targato Apogee s’intitola “The Blessing And The Curse” ed è composto di
cinque canzoni tutte mini suite di circa quindici minuti, questo per rilevare quanto
sono immersi nel Progressive Rock. Sto parlando in plurale proprio perché Arne
Schäfer si coadiuva dell’aiuto dell’oramai fido Eberhard Graef alla batteria. Sia
l’artwork, sia il libretto al proprio interno sono curati con testi finalmente
ben leggibili, il tutto sempre per opera del tuttofare Arne Schäfer. Il
disco si apre con “Out Of Control”, la musica è un viaggio sonoro dalle tinte
pastello, la tavolozza Apogee è intrisa di molti colori, ma quelli che ricoprono
la chitarra sono davvero i migliori. Ogni passaggio è un ricordo, gli anni ’70
sono fortemente presenti, anche se la volontà di sorprendere è sempre e
comunque dietro l’angolo. Un flauto arricchisce l’inizio di “Congealing
Ground”, mentre la voce posata e mai forzata tesse scene barocche. Passaggi Neo
Prog fanno capolino, le tastiere non sono solamente da supporto ma vere e
proprie colonne portanti. Personalmente mi ricordano suoni scandinavi
riconducibili a band quali Anglagard e Sinkadus su tutte. L’alchimia funziona,
a testimonianza depone la canzone che è già finita, quattordici minuti sono
sembrati cinque. “Hard
To See” si apre con un lungo intro strumentale per poi giungere al cantato
semplice e diretto, a seguire si aleggia sul territorio IQ. Arie distese fanno
viaggiare la fantasia, la musica si alterna e lascia l’ascoltatore sempre con
l’attenzione accesa, questa in effetti è la magia del Progressive Rock. Con
“The Inspiring Tune” e la conclusiva “The Blessing And The Curse” il livello
sale maggiormente e alla fine del tutto si ha la sensazione di appagamento. Il
Progressive Rock è questo, chi ama la musica ed ha la pazienza di sedersi ad
ascoltare, ha di che godere, se poi ci aggiungiamo anche una buona qualità di
registrazione allora è bingo! In conclusione gli Apogee proseguono il loro
cammino senza mai inciampare, se non li conoscete già ascoltateli. MS
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