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a cura di MASSIMO SALARI
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sabato 15 gennaio 2022
Aparticle
APARTICLE - The Glamour Tapes Ritmo & Blu Records Genere: Jazz Rock Supporto: Digitale – 2002
Il
Jazz è un linguaggio universale, dove molti artisti si incontrano e scambiano
le proprie conoscenze. L’improvvisazione fa del genere un viatico importante
per la relazionalità, l’esperienza, l’amore per la musica, un mettersi a nudo e
mostrare le sensazioni che si provano all’istante, e quando ciò accade
attraverso quattro anime distinte assume un valore particolare, a seconda dei
caratteri dei strumentisti. Le alchimie dunque sono molteplici e mutano di
volta in volta in base a chi si relaziona. Nel caso dei Aparticle i
protagonisti si chiamano Cristiano Arcelli (sax contralto), Michele Bonifati (chitarra),
Giulio Stermieri (tastiere) e Ermanno Baron (batteria) e si formano nel 2017. Registrano
in studio due album, “Bulbs” nel 2018, e “The Glamour Action” nel 2020. “The
Glamour Tapes” non è altro che la rivisitazione del disco “The Glamour Action”,
arricchita da nuovi interventi di carattere vintage. Cristiano
Arcelli, Michele Bonifati, Giulio Stermieri e Ermanno Baronsono artisti noti nel campo del Jazz, se
vogliamo possiamo quindi appellare Aparticle un supergruppo. Bonifati diplomato
con lode in “Discipline Musicali Jazz” presso il Biennio del Conservatorio
“Arrigo Boito” di Parma si è esibito in platee importanti come l’EFG London
Jazz Festival, Ashkenaz Festival (Toronto, Canada), Foligno Young Jazz, Opus
Jazz Club (Budapest) e moltissime altre. Stermieri è considerato fra i
tastieristi migliori del Jazzit Awards, dal 2011 al 2014. Arcelli ha composto
per l’Italian Jazz Orchestra, l’Orchestra Bruno Maderna, Orchestra da Camera di
Mantova, e la Bangkok Symphony Orchestra. Baron annovera moltissime
collaborazioni fra le quali Antonello Salis, Frank Tiberi, Marcello Allulli,
David Binney, Ada Montellanico, Gianni Gebbia, Giovanni Falzone, Francesco
Bearzatti, Shane Endsley, Ohad Talmor, Roberto Bellatalla, Brad Shepik,
Fabrizio Bosso solo per fare qualche nome. Tre
i brani contenuti ad iniziare da “The Glamour Tapes Part 1”. Immediati i deja
vù all’ascolto, ecco passare nella mente band anni ’70 come Perigeo, Area, Arti
& Mestieri, Agorà, Bella Band etc. L’improvvisazione proposta lascia
incantati perché si denota una forte intesa fra i componenti e molta
elettricità. Praticamente rispetto “The Glamour Action” siamo al cospetto di
nuove composizioni che testimoniano una continua ricerca collettiva. La
chitarra elettrica è spesso protagonista mentre la ritmica è attenta e attraverso
passaggi astrusi riesce sempre a sottolineare il linguaggio proposto, come una
sorta di evidenziatore. Spesso sembrano parlare fra di loro più che suonare,
tanta è l’intimità che si crea attraverso i suoni. Il sax contribuisce in
maniera indispensabile, proprio qui si avverte l’alchimia in cui gli Aparticle
risiedono. Ma
non ci sono soltanto richiami vintage, il Jazz in certi istanti sembra non
avere tempo, aleggia in un limbo comunque noto a tutto il pubblico amante di
questa musica. Come
in una sorta di suite “progressiva”, il brano si districa fra cambi di tempo ed
umorali davvero importanti, avvicinando al prodotto anche un altro tipo di
pubblico, quello del Rock Progressive e soprattutto della Scuola Di Canterbury. I
brani che seguono si intitolano “The Glamour Tapes Part 2” e “The Glamour Tapes
Part3”, sempre immessi nei binari ora descritti. In
conclusione la musica non è solo arte , ma soprattutto è condivisione e io
ruberei indegnamente la frase del grande Giorgio Gaber per aggiungere che “la
libertà è partecipazione”. MS
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