NONSOLO PROGROCK, blog di informazione musicale ed altro
a cura di MASSIMO SALARI
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sabato 29 maggio 2021
Evership
EVERSHIP
- The Uncrowned King Act 1 Atkinsong
Productions Genere:
Progressive Rock sinfonico Supporto: Flac – 2021
Incredibile
come un certo tipo di Progressive Rock nel 2021 ancora sopravviva pur rimanendo
esclusivamente radicato al passato, questo testimonia che la qualità paga.
Evidentemente il genere in questione possiede uno zoccolo duro che non
tradisce, sempre affamato di novità e vivo acquirente. E la storia continua. Ecco
il progetto americano del compositore,
polistrumentista, produttore e ingegnere Shane Atkinson venire all’uopo per la causa.
Evership viene creato nel 2013 in
America, più precisamente a Nashville. Shane
Atkinson è molto attivo in ambito
produttivo, realizza anche lavori per pubblicità oltre che rappresentazioni teatrali. Nella sua carriera
ad un certo momento sente la necessità di dare sfogo alla propria creatività
realizzando appunto questo progetto Evership. Atkinson esordisce nel 2016 con
“Evership” (Atkinsong Productions) proponendo un Prog sinfonico adatto per
ascoltatori amanti degli Styx, EL&P e Yes su tutti. Il successo è buono
tanto da convincere l’artista a replicare nel 2018 con “Evership II” (Atkinsong
Productions). Oggi lo ritroviamo con un concept ambizioso diviso in due dischi,
al momento esce soltanto il primo atto “The Uncrowned King Act 1”, il re senza
corona. Ed è
subito mini suite con il primo brano “The Pilgrimage”, vetrina per i gusti
musicali dell’autore, gli anni ’70 sono davvero marcati ma con una produzione
sonora abbastanza felice. Gli Yes ed i EL&P sono presenti e rimanendo in
ambito regale si può dire che le tastiere e la voce regnano sovrane. Giunge
la bucolica “The Voice Of The Waves” ad accompagnare l’ascoltatore verso il
vero e proprio ascolto dell’album, ossia tutto ciò che ne consegue, un universo
sonoro fatto di moog, cori, mellotron e chitarre. Il
primo assaggio proviene da “Crownshine Allthetime”, undici minuti di grande e
magniloquente Prog. Gli autori di cotanta musica sono Beau West (voce), Shane
Atkinson (tastiere, batteria, voce, percussioni), James Atkinson (chitarra),
John Rose (chitarre), Ben Young (basso) e Matt Harrell (chitarra a 12 corde). Un
piano apre “The Tower” e sembra di immergersi nella discografia degli Yes
grazie soprattutto all’uso delle voci a cappella. Brano per gli amanti di
Hammond e Mellotron. “The
Voice Of The Evening Wind” è un frangente d’atmosfera acustico ed introverso
che conduce alla suite “Yettocome Itmightbe” vera e propria scorpacciata
vintage. Il disco si conclude con il pezzo più orecchiabile dell’album con
riferimenti questa volta rivolti verso i Camel ed i Kansas. Musica
melodiosa e tecnica al punto giusto, la classica che ti fa stare bene. Non un
capolavoro ma neppure un passo falso dettato dai troppi richiami al passato
perché in Evership risiede anche personalità. Si sente che Atkinson ama il
proprio mestiere e ciò che realizza è sicuramente fatto con il cuore.
Contagioso. MS
Non ho mai capito perché 80% delle band prog americane dei 70 (dove il prog arrivò tardi) ma anche contemporanee sono e si rifanno al suono degli YES. A me interessano di più i Mirthrandir e soprattutto i Chatedral che con il loro primo disco crearono qualcosa di realmente nuovo e straordinario, poi sviluppato dagli svedesi Anglagard.
Se andiamo ad analizzare probabilmente (dico probabilmente) l'America ha messo sempre avanti a tutto il Dio dollaro, ossia la commercializzazione del prodotto che si crea, qualunque esso sia. La musica non esula da tutto ciò, pochi i casi di grande sperimentazione astrusa e complessa, gli americani hanno sempre prediletto la musica più orecchiabile, a buon mercato. Ovvio non tutti, ma la grande maggioranza si. Facci caso. Gli Yes sono la band che ha portato il Prog al successo commerciale mondiale e che allo stesso tempo grazie alle sue composizioni sempre più complesse e lunghe, negli anni lo ha affossato. Non a caso la gente alla fine degli anni ’70 volta le spalle al Prog per il più diretto Punk (tre note divertiamoci senza pensare troppo e brani brevissimi) o disco o New Wave. Comunque il sound Yes è quello al mondo più conosciuto e per questo maggiormente “scippato”. Credo sia questo il motivo, poi se ci sono altri punti di vista ben vengano.
Non ho mai capito perché 80% delle band prog americane dei 70 (dove il prog arrivò tardi) ma anche contemporanee sono e si rifanno al suono degli YES. A me interessano di più i Mirthrandir e soprattutto i Chatedral che con il loro primo disco crearono qualcosa di realmente nuovo e straordinario, poi sviluppato dagli svedesi Anglagard.
RispondiEliminaSe andiamo ad analizzare probabilmente (dico probabilmente) l'America ha messo sempre avanti a tutto il Dio dollaro, ossia la commercializzazione del prodotto che si crea, qualunque esso sia. La musica non esula da tutto ciò, pochi i casi di grande sperimentazione astrusa e complessa, gli americani hanno sempre prediletto la musica più orecchiabile, a buon mercato. Ovvio non tutti, ma la grande maggioranza si. Facci caso.
RispondiEliminaGli Yes sono la band che ha portato il Prog al successo commerciale mondiale e che allo stesso tempo grazie alle sue composizioni sempre più complesse e lunghe, negli anni lo ha affossato. Non a caso la gente alla fine degli anni ’70 volta le spalle al Prog per il più diretto Punk (tre note divertiamoci senza pensare troppo e brani brevissimi) o disco o New Wave. Comunque il sound Yes è quello al mondo più conosciuto e per questo maggiormente “scippato”. Credo sia questo il motivo, poi se ci sono altri punti di vista ben vengano.