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giovedì 2 aprile 2020

Rick Miller


RICK MILLER – Belief In The Machine
Progressive Promotion Records
Distribuzione: G.T.Music
Genere: Progressive Rock
Formato: cd – 2020


L’artista e polistrumentista canadese Rick Miller ha una discografia veramente cospicua, “Belief In The Machine” è il quattordicesimo album da studio. Esordisce discograficamente nel 1983 con “Starsong”, un album di successo viste le oltre 30.000 copie vendute. Disco dopo disco, l’artista si avvicina sempre di più al Rock Progressivo di stampo Genesis, Pink Floyd e Moody Blues.
La sua musica è incentrata soprattutto attorno alle emozioni forti date dalle melodie semplici e toccanti, come spesso hanno saputo fare i Pink Floyd in alcuni storici assolo di chitarra, così Steve Hackett. La media qualitativa delle  produzioni è ampiamente elevata, in una costanza invidiabile per molti altri artisti. C’è addirittura una maturazione ulteriore, una ricerca attenta per le atmosfere, soprattutto espressa nei momenti strumentali. Miller ha passione e competenza, un connubio davvero importante per chi è di questo mestiere.
“Belief In TheMachine” è composto da dieci brani ed una bonus track, fra canzoni semplici e mini suite, a cominciare da “Correct To The Core”. Un approccio psichedelico apre il brano fra incedere di basso e di percussioni, un percorso Pinkfloidiano era “The Wall” e dintorni. Miller è un artista intelligente, capisce dove la musica deve andare a parare, la mente si apre e si lascia penetrare senza neanche accorgersene.
Molto spesso non servono grandi scorpacciate di tecniche autocelebrative, neppure liriche logorroiche, bensì un equilibrio ben molto più semplice, ma questo risiede  nel sapere di chi considera la musica soltanto un bene per l’anima oltre che per il corpo.
“That Inward Eye”  è un breve strumentale nostalgico, fra arpeggi di chitarra e flauto, quello di Sarah Young. Nel disco compaiono altri special guest, Mateusz Swoboda al violoncello, Barry Haggarty alla chitarra Stratocaster e Will alla batteria e percussioni.
Resto colpito dalle melodie di “The Need To believe”, Steven Wilson sembra aver avuto un'altra vittima. Tutto lineare, senza impennate.
“Prelude To The rial” è un frangente rumoristico/psichedelico supportato oltre che dai synth, dal violoncello. Uno strumentale con assolo di chitarra che fa parte dei momenti d’atmosfera a cui mi riferivo in precedenza.
La malinconia regna anche in “That Inward Eye”, arie soavi e un cantato quasi sussurrato come Miller ci ha solitamente abituati. Il percorso giunge ai dieci minuti di “The Trial”, un sunto dell’intero lavoro che bene veste l’anima dell’artista. Oserei per certi versi definire l’album Belief In The Machine” un disco cinematografico per il susseguirsi di immagini che lascia creare durante l’ascolto.
La bonus track è un momento di chitarra elettrica ben eseguito e concepito.
Niente di più che quanto detto, un altro disco di  Rick Miller che scalda il cuore, senza mai alzare la voce, prerogativa per pochi e sicuramente disco che piace a chi ama Pink Floyd e certi Porcupine Tree. MS


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