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venerdì 14 giugno 2019

Quantum Fantay


QUANTUM FANTAY – Yemaya Orisha
Progressive Promotion Records
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: Space Rock / Progressive Rock
Supporto: cd – 2019


Annosa la storia dei belgi Quantum Fantay, traghettatori di musica spaziale e progressiva ad iniziare dal primo album “Agapanthusterra” uscito nel 2005. Molta strada hanno percorso questi artisti, salendo sul treno dell’improvvisazione ponderata, quella che poi riesci a migliorare in studio con aggiunta di idee. Musica a colori, come le loro oramai storiche copertine, colori che trasportano in questo ennesimo trip composto da cinque lunghi brani.
In questo ottavo album da studio suonano Pete Mush (synths), Tom Tee (chitarra), Jaro (basso) e Louis Verlinden (batteria) con l’ausilio dei special guest Charles Sla (flauto), Maera (voce nel terzo brano) e Rafaela (voce nel quinto brano).
Inizio etereo, arioso come un vento nei capelli con “Yemaya Orisha (Veautifull Mocean pt1)”, dove le tastiere giocano un ruolo fondamentale. Fughe strumentali si susseguono mentre la ritmica inforca passaggi spezzati e all’occasione persistenti. Tredici minuti dove tutte le caratteristiche dello Space Rock vengono rigorosamente rispettate, il lato progressivo fuoriesce nei cambi di tempo e di conseguenza di temperamento. Il ritmo sale in crescendo verso il finale dove la chitarra elettrica fa il suo ingresso.
Rilassatezza ed atmosfere importanti nell’inizio di “Mami Wata (Veautifull Mocean pt2)” grazie all’uso dell’elettronica. Il suono avvolge l’ascolto come un turbine di nebbia per poi sfociare in una corsa elettrica da volo pindarico. Qui vengono alla mente i migliori Øresund Space Collective quando si lanciano in favolose improvvisazioni. Il flauto di Sla dona eleganza al tutto, piacevole lasciarsi andare ad occhi chiusi.
“Riddles Of The Sphinx” è più Progressive Rock e gode di un ritmo irrefrenabile spesso utilizzato da artisti che si gettano le Prog Jazz come gli Area, solo per fare un nome. Dopo questa vagonata di energia sopraggiunge “Gemini Flower” con una chitarra che sembra parlare da quanto si snoda nella Psichedelia. Il disco si chiude con i sette minuti di “Serra Da Estrela”, un piccolo tassello che completa il puzzle colorato della discografia Quantum Fantay in maniera perfetta.
Un percorso questo della band belga che va anno per anno sempre in crescendo, con la sapienza di miscelare più generi e la consapevolezza di farlo in maniera intelligente.
Se volete assentarvi dalla realtà senza l’ausilio di dannose sostanze, questo disco è perfetto all’uso, buon viaggio. MS

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