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venerdì 14 giugno 2019

Feat. Esserelà


FEAT. ESSERELA’ -  Disco Dooro
Lizard Records Joe Frassino Records
Genere: Jazz Rock / Progressive Rock
Supporto: cd – 2019


Questa volta voglio iniziare la recensione dall’artwork, perchè ha a mio modo di vedere ha una valenza importante, cosa sarebbe ad esempio il disco “The Dark Side Of The Moon” senza il prisma? L’immagine è specchio di quello che si ascolta o perlomeno di quello che gli artisti vogliono comunicare, e se poi codesti sono i geniali bolognesi Feat. Esserelà, allora c’è di che visualizzare. La genialità e l’ironia del trio Francesco Ciampolini (tastiere), Renato Minguzzi (chitarra) e Lorenzo Muggia (batteria) è ben rappresentata dai disegni coloratissimi e bizzarri di Vanni Venturini. Un libretto di accompagnamento al cd da godere nei particolari durante l’ascolto, solo così molte cose potranno raggiungere un senso. La musica dei Feat. Esserelà è sempre sulla scia del precedente esordio intitolato “Tuorl” del 2015, che potrete sempre trovare nella scuderia Lizard Records.
Vogliamo poi parlare dei titoli? Mi viene da ridere, specialmente nella traccia nove dove la durata del brano è pari a cinque secondi, mentre il titolo è quantomeno chilometrico, 888 caratteri adoperati! Da una band che ha come front man un manichino (l’esserelà che è in cantina mentre provano) c’è d’aspettarsi veramente di tutto.
La musica quindi non annoia di certo, ad iniziare dalla breve e corale “Lauto Grill”, in stile Bobby McFerrin. “Kajitemeco” ha tanto da raccontare, il brano strumentale nel suo incedere Jazz Rock ha reminiscenze Area all’ interno, ma questo non è solo che un minimo particolare, in quanto la musica dei Feat.  è senza meno basata sull’improvvisazione. Essa è riconoscibile, tuttavia il tutto  è coeso e ragionato, in parole povere un modo di comporre che alla fine porta ad un godibilissimo senso compiuto. Ritmi variegati e sostenuti con assolo di chitarra precisi e mai scontati, anche l’elettronica adoperata ha un suo perché, anche quando fa il verso alla musica del gioco elettronico di “Mario Bross”.
“Servi Della Klepa” è uno dei momenti che più ho apprezzato, sia nel piano che nella struttura del brano, sempre articolata con riferimenti King Crimson e con una buona melodia orecchiabile su un ritmo irresistibile.
I Feat. Esserelà oltre che ottimi compositori sono soprattutto bravi musicisti dotati di ottima tecnica individuale, lo palesano in ogni momento. Simpatico il gioco synth in “Sahara…” e coma va ad intitolarsi il brano successivo? Ovvio, “…Svegliati E’ Primavehera” (da notare il gioco delle “h”). Disarmanti.
Ma la musica in alcuni casi scherza poco, specie quando decide di mostrare la classe, come nel brano “Lodovico Svarchi” grazie anche al sax tenore di Lorenzo Musca e al sax baritono di Michele Tamburini, ospiti nell’album. E quando la musica scherza, sa mostrare anche i muscoli, come in “Popoloto”. Fra le mie preferite “[…] Aio”, vetrina delle qualità tecniche dei ragazzi e profumo di anni ’70, che non guasta mai. Come può finire un album? Ovviamente per loro con “L’Intro”.
A mio intendere questo è Progressive Rock, ricercare, improvvisare, innestare, i Feat. Esserelà piano piano diventano un patrimonio del nostro Prog moderno. Da avere assolutamente se siete degni dell’appellativo “progghettaro”, mentre voi ragazzi musicisti salutatemi l’esserelà, non vorrei che se la fosse presa a male perché non l’ho considerato molto.  MS

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