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mercoledì 10 aprile 2019

Seven Steps To The Green Door


SEVEN STEPS TO THE GREEN DOOR – The? Lie
Progressive Promotion Records
Distribuzione: G.T.Music
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2019


Con i tedeschi Seven Steps To The Green Door ho rischiato nelle mie passate recensioni di non essere del tutto obbiettivo, in quanto ho sempre amato la loro musica che rispecchia molto il mio modo di concepire il Progressive Rock, fatto di ricerca ma soprattutto di buone melodie. Ebbene si, sono sincero, ma questa volta giuro resto giudice imparziale, anche se già il libro che accompagna la loro ultima fatica dal titolo “The? Lie” contenente testi e spiegazione dell’opera, da solo vale già il prezzo del disco!
“The? Lie” è il quinto album in studio ed è anche la seconda parte di una trilogia iniziata nel 2011 con “The? Book” ma non proseguita con l’ottimo “Fetish” del 2015. Oggi si torna a discutere sulla religione ed il fanatismo attraverso la visione di una famiglia, dove l’autore delle liriche George Andrade è  ispirato da testi tratti dalla storia di Thoraff Koss.
Uno sforzo artistico molto grande questo di “The? Lie”, una grande produzione con moltissimi ospiti che partecipano alla realizzazione dell’opera Rock. Peter Jones (Tiger Moth Tales, Camel, Francis Dunnery Band) voce (Padre), Luke Machin (Maschine, The Tangent, Damanek) chitarre elettriche, Steve Unruh (Resistor, The Samurai of Prog, UPF)  violino, Michael Schetter basso, Andreas "Eddy" Gemeinhardt (ex-Seven Steps to the Green Door) chitarre acustiche, basso, Denis Strassburg (Cyril) basso,  Jason Melidonie (Cytotoxin) assolo di chitarra, Susan Kammler oboe,
Gerd Albers (Project: Patchwork) chitarra Acustica,  Sören Flechsig voce (Noah), Annemarie Schmid voce e Amelie Hofmann voce (Crying Child), mentre il gruppo è composto da Ulf Reinhardt batteria, Marek Arnold (Toxic Smile, UPF, Cyril, Flaming Row, Stern Combo Meissen) piano, organo, tastiere, soprano e sassofono contralto, clarinetto, Lars Köhler voce (Samuel), Anne Trautmann voce (Lover / Samuel's Girlfriend),  Stephan Pankow chitarre elettriche e Jana Pöche  voce (Madre). Undici composizioni legate anche da momenti di narrazione, e il tutto lo si può seguire leggendo il libro d’accompagnamento.
Tre minuti di prologo narrato e si parte con “Salvation”, Prog ampio con tanto di clarinetto, un suono eccellente a dimostrazione di una produzione adeguata all’ambizioso progetto.
“A Price To Pray I” ha una fuga strumentale che si potrebbe avvicinare allo stile Dream Theater, anche se ovviamente meno metallico. Nel frattempo il libro narra dove si trovano i protagonisti e cosa fanno in quel determinato momento, una sorta di lettura ed ascolto che esula dalla solita banalità di leggere un testo di una canzone, qui è un vero e proprio discorso interattivo.
Progressive Rock pacato e ricco di buoni arrangiamenti in “A Dream That Strayed I”.
Fra richiami di motivi passati arriva “A Price To Pray II”, ed il gioco incomincia a farsi duro con incedere più profondo ed intenso, addirittura un breve momento di cantato growl. Ma ecco un violino portare tutto verso un sound in stile PFM. Come avrete potuto capire tanta carne al fuoco! Voce femminile quella di Anne Trautmann che duetta con Lars Kohler in “A Dream That Strayed II” per poi giungere a chitarre elettriche oniriche di stampo pinkfloydiano.  Coralità in “Heaven”, composizione ariosa ed aperta che potrebbe molto piacere a Neal Morse dei Spock’s Beard. Ma i veri capolavori del disco sono lasciati per ultimo, un trittico che spazza via il buon 90% delle realizzazioni di quest’anno in ambito progressive Rock, “The Word Made Flesh”, “Hear My Voice Tonight” e “ Come To You Father”.
Si, sono stato anche un poco di parte come dicevo all’inizio, non riesco a non esserlo, ma questo è un gran disco che si candida sicuramente ad essere uno dei migliori in questo 2019.
Malgrado duri più di cinquanta minuti, la voglia di riascoltarlo immediatamente è inesorabile. MS

2 commenti:

  1. Quando leggo certe recensioni e ascolto brani come quello che hai riportato in questo post mi faccio sempre la stessa domanda: come ho fatto a vivere prima di scoprire il tuo blog??
    Sul serio: da un po' di mesi sto ascoltando roba di gran qualità, per cui.....grazie mille per tutto quello che pubblichi!

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  2. Grazie Giovanni, sei molto buono! In verità il merito non è solo il mio, io ascolto e cerco di descrivere al meglio nel limite delle mie capacità le sensazioni. Il vero merito lo hanno gli artisti che mi mandano il materiale o che mi segnalano le loro uscite. Poi dai, il progressive si fa amare eccome! ;-) Grazie e spero che riuscirai a sorprenderti ogni volta, come accade a me, la musica è questo, ci fa sentire vivi. A presto, quando vuoi.

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