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giovedì 17 gennaio 2019

Bullfrog


BULLFROG – High Flyer
Grooveyard Records
Genere: Hard Rock
Supporto: cd – 2018




Possiamo definire oggi a ragione i Bullfrog una band storica italiana in ambito Hard Rock. In attività dal 1993 il trio veronese giunge con “High Flyer” al loro quinto sigillo da studio. Una band che ha vissuto molto sui palchi, e che ha respirato molta polvere in strada per andare di concerto in concerto, ma anche con grandi soddisfazioni, hanno aperto per miti come Uriah Heep, Glenn Hughes (ex – Deep Purple), Uli Roth (ex-Scorpions) e moltissimi altri ancora. Il trio è composto da Silvano Zago (chitarra), Francesco Dalla Riva (basso, voce) e Michele Dalla Riva (batteria).
“High Flyer” si presenta in veste cartonata con l’artowrk  ad opera di Nicolò Carozzi e undici brani da sciropparsi tutti di un botto! Si perché è il genere stesso che lo esige, come si dice a tavola, “una ciliegia tira l’altra”.  Ho vissuto gli anni dell’Hard Rock con impeto e veemenza, essendo stato giovane, e ne ho ascoltato e visto live così tanto da poterne restare sazio, ma così mai è stato, anzi restando su argomentazioni culinarie, dico che l’appetito vien mangiando.
L’Hard Rock lo si ha nel sangue, scorre, e quando partono le chitarre nel brano d’apertura “Lola Plays The Blues”, mi sconquassa dentro. Fare esempi di punti di riferimento è alquanto semplice, alcuni nomi potrebbero essere Led Zeppelin, Deep Purple, Cream, Bad Company, Lynyrd Skynyrd, Hendrix, Mountain, alcuni Saxon ed altre cento storiche band, perché questo è il sentiero.
Mid tempo per “Losing Time” dal profumo zeppeliano alquanto marcato, tanto Hard Blues e sudore.
Resto folgorato da “Dangerous Trails”, più di otto minuti di goduria, piacevolmente colpito dal Rock sudista di “Hot Rod”, e ci sono anche momenti più rilassati ed acustici come “Johnny Left The Village” e la conclusiva “River Of Tears”, ma è tutto l’album che ha numerosi picchi di piacere.
Se vi chiedono che il genere oggi non esiste più o che perlomeno non ha validi spunti, sbattetegli in faccia “High Flyer”, e visto che vi ci trovate ditegli pure che bisogna farla finita di essere esterofili, qui appunto… “Si vola alto”. MS

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