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lunedì 8 febbraio 2021

Aurora Lunare


AURORA LUNARE – Translunaggio (Nove tributi al Rock Progressivo)
Lizard Records
Genere: Rock Progressivo
Supporto: cd – 2018



La storia dei livornesi Aurora Lunare affonda le proprie radici nel lontano 1978, quando il genere in Italia sta dando gli ultimi colpi di coda. Una lunga storia che porta la band a fare musica controcorrente e a sciogliersi nel 1991 per poi riformarsi nel 2003, grazie al ritorno dell’interesse attorno al Prog “risorto”. Ciò che lasciano come testimonianza di quegli anni è un live datato 1980 dal titolo “Concerto Della Goldonetta”.
Una volta riformatisi, registrano l’album d’esordio in studio “Aurora Lunare” (Locanda Del Vento)  nel 2013, accolto dalla critica e dal pubblico in maniera favorevole.
L’amore per il Prog è davvero grande, così la voglia di gridare a tutti le proprie radici e dimostrare come si è formata la passione per suonare, così l’idea nel 2018 di registrare un album di cover, vero omaggio ad alcuni autori e musicisti Prog. In realtà a parte due brani, questa non è altro che una raccolta di brani già editi in altre compilation in tempi differenti, ma per questo c’è l’esaustivo libretto di accompagnamento al cd che chiarisce ogni dubbio.
Come dice il sottotitolo, in “Translunaggio” risiedono nove brani, e per la realizzazione  gli Aurora Lunare si avvalgono della presenza di special guest come Daniele Pistocchi (chitara), Greta Merli (voce), Valentina Cantini (violino), Alessandro Corvaglia (voce), Ares Tavolazzi degli Area (basso), Gianluca Milanese (flauto traverso), Giuseppe Tonetti (chitarra) e Marco Severa (flauto traverso).
Invece la band ad oggi è formata da Mauro Pini (voce, tastiere), Stefano Onorati (tastiere, chitarra), Luciano Tonetti (basso, chitarra) e Marco Santinelli (batteria).
Le cover dei brani godono tutti di buoni arrangiamenti e di personalità, gli artisti non si sono fermati a fare il compitino, bensì hanno donato loro nuova veste e stile.
Si apre con la voce di Corvaglia a cantare uno dei brani più importanti per la nascita del genere, quel “A Whiter Shade Of Pale” dei Procol Harum, brano proto Prog del 1967. Notevole l’assolo di tastiere annesso.
Sono felice per il tributo ad uno dei più grandi maestri che abbiamo avuto in Italia negli anni ‘60/ ‘70, Enrico Simonetti (si, il padre di Claudio dei Goblin), con Greta Merli alla voce. Il brano è estratto dalla compilation “Cani Arrabbiati Opening Themes… A Tribute” della Musea Records. Omaggio a Francesco Di Giacomo del Banco con il brano “Fino Alla Mia Porta”, e a proposito di grandi indimenticabili, a seguire “Hommage A Violette Nozières” degli Area e Demetrio Stratos. Al basso elettrico c’è lo stesso Ares Tavolazzi (Area) e nell’intro già si provano brividi. La prova vocale di Pini è notevole, così come gli arrangiamenti del brano, flauto compreso. Vengono omaggiati anche i maestri Yes con “Don’t Kill The Whale” tratto dalla compilation della Mellow Records “Tales From The Edge A Tribute To The Music Of Yes” del 2012. Ho citato prima I Goblin ed eccoli qua con “Connexion”, pezzo magistralmente arrangiato fra tastiere e violino. Se si parla di Prog non possono mancare i Genesis qui ricordati con il brano non scontato “Lorenzo” del 1996, scelta alquanto particolare. Un passaggio anche nel New Prog proprio per dare continuità al genere e per questo servono i mostri sacri Marillion ed il brano “The Party”, per giungere ai giorni nostri con i svedesi The Flower Kings del chitarrista Roine Stolt ed il brano “Trading My Soul” del 2007. 
Sono già passati quasi 50 minuti, il tributo ha raggiunto il suo scopo in maniera molteplice, sia per aver dato lustro ad un genere mai domo, sia per avermi fatto passare un ora di bella musica in totale rilassatezza. Complimenti Aurora Lunare. MS




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