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martedì 10 luglio 2018

Il Tusco


IL TUSCO – Degeneratorium
Andromeda Relix
Distribuzione: G.T. Music Distribution
Genere: Rock
Supporto: Vinile rosso limited (300 copie) / MP3


Dietro Il Tusco si cimenta il cantante Diego Tuscano, e con la sua band Valdo/Anglo/Torinese ritorna all’attacco grazie all’Andromeda Relix sempre attenta ai fenomeni Rock e dintorni italiani. Dopo “ Il Tusco Canta E Mao Gliele Suona!” (2015) e “Il Tusco Feat. Luke Smith” (2016) è la volta del terzo album dal titolo “Degeneratorium”. Un disco che si sfrega all’ascoltatore come un gatto e quando questo si sente a proprio agio, viene sorpreso da fughe lisergiche e psichedeliche. Cinque canzoni per un vinile rosso in edizione limitata di 300 copie, ma tranquilli, esiste ovviamente anche la versione digitale.
Un sound amplificato dalla presenza di due bassi, un muro sonoro che comunque viene surclassato spesso e volentieri da assolo di chitarra importanti.
Il gruppo è composto da Diego Tuscano (voce), AleAlle (basso, voce, compositore, arrangiatore), Stefano Trieste (basso), Todaro (batteria, voce), Lerco (chitarra), Luke Smith (chitarra), Snooky Chivers (tastiere, armonica).
Il disco si apre con una suite di tredici minuti fra cantautorato e fughe strumentali di matrice Rock Psichedelico. Il ritornello è martellante, semplice e diretto, come piace a chi vuol cantare le canzoni con la band, specie in sede live. Il brano si intitola “Benvenuto Nella Macina” e la band non nasconde puntate nel Prog. Il pezzo centrale di chitarra spettina e fa alzare il pelo nelle braccia del rocker.
Un arpeggio di chitarra accoglie l’ascolto all’inizio di “Altro Da Me”, una semi ballata orecchiabile che si lascia trasportare nuovamente a metà del brano da un altro assolo di chitarra importante. Bella la voce di Diego Tuscano, pulita e sempre sul pezzo, senza mai strafare.
In “Idee Cattive” ritrovo lo stile dell’immenso Ivan Graziani, vero cantautore Rock italiano e questo non può che farmi piacere.
“La Distanza” ha il profumo degli anni ’70, a dimostrazione di una cultura musicale a tutto tondo della band, Orme e Prog italiano vintage fanno capolino di tanto in tanto, mentre il finale si affida all’Hard Rock!
Il disco si chiude con “Indecidibilità”, che nulla toglie e nulla aggiunge a quanto detto.
“Degeneratorium” è un lavoro che ha molto da dire, un muro sonoro che si alterna alla melodia di facile fruizione in una sorta di schiaffo e bacio. Di aggettivi se ne possono trovare tanti, ma in realtà è più semplice di come si pensa: E’ bello. MS

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