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domenica 25 agosto 2019

Aliante

ALIANTE – Sul Confine
M.P. & Records. /G.T. Music
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2019




Nel 2017, la band Aliante stupisce pubblico e critica con un esordio discografico a dir poco notevole intitolato “Forme Libere”. Nel web e nei social questo disco spopola mettendo tutti d’accordo in quanto composto da brani molto orecchiabili, strumentali e vicini alla tradizione Progressive Rock in tutto e per tutto. I riferimenti alle nostrane Orme a volte sono evidenti, ma l’insieme è elaborato dalla personalità del gruppo che palesa un carattere importante. Si parlò quella volta di debutto, anche se la band in ambito Prog fece già vedere di che pasta fosse fatta, infatti alcuni componenti  (Jacopo Giusti e Alfonso Capasso) provengono dal progetto Egoband.
A distanza di due anni ritornano con il nuovo album “Sul Confine”, composto da otto brani.
Non ci sono suite all’interno, bensì canzoni di media o lunga durata, anche in questo caso Aliante bada al sodo senza pensare  ad eccessive elucubrazioni.
La sostanza si palesa già nel primo brano “Viaggio Nel Vento”, basato principalmente sul piano e le tastiere di Enrico Filippi. Anche questo nuovo lavoro è completamente strumentale e adatto proprio come suggerisce il nome della band, ai voli pindarici della nostra fantasia. Si presentano importanti passaggi nelle basi Jazz, esibiti soprattutto nella fase centrale del brano dove le tastiere si lasciano andare in una sorta di assolo improvvisato.
Il sound della band risulta essere sempre elegante, molto semplice e tuttavia accurato. La storia del genere viene assorbita e rielaborata con apparente semplicità, quel modo di fare che sembra essere semplice, ma che nella realtà non è alla portata di tutti. Il brano “Metzada” ne è la conferma.
Ritmi lenti, violino elettrico e tanta atmosfera in “Ai Confini Del Mondo”, dove mi ritornano alla memoria brani dei primi Mostly Autumn (per chi li conoscesse) o per intenderci maggiormente con i più pacati Pink Floyd. Un brano che sicuramente sarà acclamato dai più accaniti fans del genere. Qui gli Aliante fanno centro.
Sanno anche rendersi giocosi con i suoni come nel brano “La Rana”, dove sempre le tastiere restano  in evidenza con la giunta del grintoso Hammond a fare il verso alla rana. Nell’evolversi tutto torna nel binario rassicurante della formula canzone. Le dita volano sui tasti d’avorio in uno stile New Prog caro a maestri come Marillion era Fish o Clive Nolan dei Pendragon.
“Il Cigno Nero” mostra ancora una volta le capacità estremamente naturali di compore musica da parte degli Aliante. Segue “Il Quadrato”, brano più muscoloso dell’album in sonorità, qui il passato vintage è maggiormente evidente, soprattutto quello in stile EL&P. “Tenente Drogo” è un tuffo nel New Prog anni ’80 a testimonianza per l’ennesima volta (se ce ne dovesse essere ancora il bisogno), di una cultura musicale ad ampio spettro da parte dei musicisti.
L’album si chiude con il piano di “Nel Cielo” ed il suono onirico ci fa nuovamente volare.
Questo volo è quello che prenota incessantemente il Prog fans, con la speranza di non atterrare mai, perché la vita non è la partenza o l’arrivo, ma il viaggio e gli Aliante sono ottimi piloti. MS





ALIANTE – Forme Libere
M.P. & Records
Distribuzione: G.T. Music Distribution
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2017


Da una costola di Egoband (Jacopo Giusti e Alfonso Capasso sono stati membri del gruppo), si plasmano gli Aliante. Il nome lascia già presagire gli intenti sonori e il paesaggio in cui si vuole andare ad interagire. Sono formati da Enrico Filippi (Moog Sub 37, Kurzweil pc3 61 kore expansion, Roland Fantom G6, Yamaha P120, Korg Trinity plus), Alfonso Capasso (basso Ibanez Musicians, basso Fender Jaguar, distorsore Electro Armonix Big Muff, testata Mark big bang, monitor Ampeg) e Jacopo Giusti (batteria Yamaha Stage Custom, piatti Paiste Signature, Zildjian, Stagg e Gong Ufip).
“Forme Libere” è anche il titolo dell’intro narrato che porta all’ascolto di questo lavoro composto da otto canzoni, dove (lo avrete già intuito) le tastiere la fanno da padrona.
“Kilowatt Store” mette immediatamente in chiaro il fattore vintage, ossia la passione del trio alla musica Prog degli anni ’70 e visto lo schieramento, non possono che venire alla memoria gli EL&P, i Quatermass e le nostre immense Orme. Infatti le fughe strumentali lasciano decollare l’ascoltatore in un volo pindarico che tuttavia senza il rumore di un motore è silenzioso e puro.
I nostri non si perdono in inutili virtuosismi, l’ascolto va a godere di una musica che presto si ritaglia un angolo sia del nostro cervello che del cuore. Melodie semplici e a tratti toccanti, come in “Tre Di Quattro”, minisuite di quasi dieci minuti fanno del sound Aliante una vera boccata di ossigeno per il nostalgico Prog fans.
E via a planare verso “Etnomenia”, musica più Folk e Jazz, il lato della band che cerca di sperimentare di più, anche nelle ritmiche date dalle percussioni, quindi cambi di ritmo e di umore al suo interno.
“Kinesis” è un contenitore di musica scintillante, in cinque minuti tante emozioni e suoni da ascoltare in assoluto silenzio ad alto volume per poterne cogliere al meglio le caratteristiche. Tuttavia vorrei che passasse soprattutto il concetto di semplicità, perché gli Aliante come già detto, non fanno elucubrazioni ma badano al sodo, attingendo nella loro esperienza di musicisti e nella singola  passione musicale.
“Coda: Marea 03” è un breve intervento sonoro molto in stile Orme che porta all’ascolto della successiva “L’Ultima Balena”. Bellissimo l’inizio del piano in stile classico, una musica senza tempo che si articola ovviamente in più tasselli come genere ci insegna.
L’album completamente strumentale si conclude con la seconda mini suite dal titolo “San Gregorio”, in essa anche la ripresa di “Kinesis”.

Per chi vi scrive non esiste un brano migliore di un altro, tutti vanno a cozzare con il piacere del mio ascolto in quanto molto di parte, essendo io un grande amante delle band riferimento da me citate in precedenza, tuttavia faccio i complimenti agli Aliante per aver composto questo mosaico semplice e dai color pastello. Colori tenui, sempre gradevoli e mai esagerati. Cura per la musica, per i suoni e le melodie, un disco che fa affiorare la memoria ai tempi che furono , ma anche goderseli con la tecnologia di oggi. Consigliato agli amanti del genere. MS

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