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martedì 19 aprile 2016

Karibow

KARIBOW – Holophinium
Progressive Promotion Records
Distribuzione italiana: GT Music
Genere: New Prog /AOR
Supporto: 2cd – 2016


Ci si imbatte in campo musicale sempre più spesso negli anni con i cosiddetti “supergruppi”. Questi sono formati da diversi musicisti provenienti da altrettante band più o meno di successo nell’ambito. Il Progressive Rock ci ha già regalato diverse di queste band di successo, basta nominare i Transatlantic o gli Ayreon per farvene avere un idea. Ebbene, i tedeschi Karibow oggi rientrano proprio in questo contesto, in quanto nelle file di questo ottavo lavoro da studio si trovano musicisti come Michael Sadler dei Saga (voce), Sean Timms già con Unitopia e Southern Empire (tastiere), Colin Tench dei Corvus Stone (chitarra) e Karsten Stiers della band Errorhead (voce). Con il gruppo del leader Oliver Rüsing (voce, chitarra, basso, batteria, tastiere) suonano nel disco anche Jörg Eschrig (mandolino e cori), Daniel Neustad (basso), Chris Thomas (chitarra acustica) e Markus Bergen (tastiere).
Sicuramente fra di voi chi è intenditore di questo genere musicale avrà già intuito che musica i Karibow vanno a proporre, ossia un mix fra New Prog in stile Marillion e del buon AOR in stile Saga. Chi non conoscesse queste due band è libero di farsi un tour informativo anche su You Tube.  Ne scaturisce in definitiva un monumentale doppio cd dal titolo “Holophinium”, con un artwork davvero speciale, cartonato e contenente un libretto all’interno esaustivo sia di testi che di informazioni.
Ci tengo a sottolineare questo fatto, perché l’acquisto di un disco a mio avviso non deve essere soltanto soldi per delle canzoni, perché l’autore vuole sempre comunicare emozioni, e questo bene si deve accompagnare anche visivamente, così anche l’acquirente è giusto che venga informato su chi lavora all’intera opera etc. Cosa sarebbero  “The Dark Side Of The Moon” o “Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band” senza l’artwork? Questa volta davvero notevole lo sforzo creativo di Oliver Rüsing.
Venendo invece al contenuto musicale, il primo cd è composto da dieci canzoni e come spesso accade in questo magniloquente genere, l’argomento è fantascientifico. Subito brividi all’ascolto di “Holophinium”, aperto da un breve intro oramai immancabile in ogni album Rock che si rispetti. Un lieve AOR con chitarre distorte attenuate dalle predominanti tastiere, sciolina armonie ruffiane e gradevoli, una sorta di Spock’s Beard era Neal Morse. La musica tenta qualcosa in più nella mini suite “E.G.O.”, anche interventi di elettronica che fanno da tappeto sonoro. Ciò che risulta già da questi primi ascolti è la facilità con cui Oliver Rüsing compone ritornelli semplici e diretti.
Piccole istantanee di Metal Prog di tanto in tanto fanno capolino nelle canzoni.
Resto colpito dalla bellezza di “Some Will Fall” e dall’energia di “Quantum Leap”, ma non sono i singoli episodi che vanno nominati, l’insieme scorre in maniera molto fulgida.

Il cd 2 è una lunga suite dal titolo “Letter From The White Room” suddivisa in sette episodi. Cambi di ritmo, controtempi, tastiere, chitarre, tutto quello che serve al Prog ed all’AOR è qui in “Walk On Water (Part II)”. Tuttavia questo monumentale lavoro in studio essendo  a cavallo fra due generi, probabilmente corre il rischio di scontentare un poco gli ascoltatori più integralisti degli stessi, ma è un rischio limitato, in quanto le atmosfere e le melodie sono così gradevoli che tutto va per il meglio. Un lavoro del genere necessita di un comodo divano dinanzi allo stereo, un volume alquanto allegro e magari anche un buon bicchierino (moderato) di quello che più piace a voi. Un lungo viaggio in musica che  giova al corpo e alla la mente. MS


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