ANACONDIA – L’Orizzonte Degli
Eventi
Lizard Records/ La Locanda Del
Vento
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2015
Ci voleva la Lizard Records per dare voce ad
una band del territorio milanese (Arese) attiva da più di venti anni. Come si
dice in gergo, giustizia è fatta!
Per
la serie “La Locanda Del Vento”, il disco “L’Orizzonte Degli Eventi” subentra
nella cultura di quel Prog caratterizzato da testi riguardanti il sociale ed il
relazionarsi. L’evoluzione rappresentata
dalla copertina di Antonio Emanuele Sergi e Massimo Valerio è
emblematica, il passaggio da scimmia a scarafaggio, l’unico essere vivente che
può sopravvivere nel tempo dopo una ipotetica guerra nucleare.
Gli
Anacondia sono Gabriele Ramilli (voce),
Andrea Canonico (piano, tastiere e cori), Antonio Sergi (batteria,
percussioni) Walter Marocchi (chitarra elettrica e cori), Vincenzo Valerio (basso)
e Nicoletta Bartola (sax, flauto, cori).
Apre
l’Hard Prog di “Eroi Di Solitudine”, canzone che mette in evidenza il lavoro
della chitarra e del basso. La successiva e breve “Nel Silenzio” mi piace molto,
il flauto è a mio avviso uno strumento che con il Prog si sposa alla perfezione,
e la struttura armoniosa che vede come punti di riferimento gruppi come La
Maschera Di Cera o Finisterre di Fabio Zuffanti, conferma che anche il Prog
moderno comincia a fare finalmente proseliti, esulando i soliti noti degli anni
’70.
Arioso
New Prog dalle tinte Folk viene proposto nel brano “Ideale O Verità”, bene
arrangiato e bene eseguito. “Come Un Fiume In Piena” lo vedo come singolo del
disco (magari non lo è), per la struttura melodica e decisamente più
radiofonica. Non sfugge il ritornello ruffiano con il coretto da cantare assieme a loro.
Ritorna
il Prog moderno in “Un Foglio Bianco”, buone le chitarre ritmiche sopra il
piano che fa da tappeto alle voci maschili e femminili, una formula che
funziona sempre. Il suono si indurisce nel granitico brano “Gerico”, le
chitarre offrono passaggi più elettrici e vibrati che si alternano a frangenti
più pacati.
Chiude
l’album il brano che preferisco di più, “Il Colore Dell’Aria”, poetico,
ammaliante e caldo, grazie anche all’uso del sax.
La
carta vincente degli Anacondia è la capacità di scrivere canzoni mai uguali, a
dimostrazione non solo di cultura musicale, ma anche di saggezza, infatti il
risultato è che sono passati quasi 38 minuti in un battibaleno e viene subito
la voglia di ripremere Play. MS
Nessun commento:
Posta un commento