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giovedì 11 giugno 2015

Apogee

APOGEE – The Art Of Mind
Progressive Promotion Records
Distribuzione Italiana: GT Music
Genere: Rock Progressive/ New Progressive
Supporto: cd – 2015


Chi ha avuto modo di ascoltare la band tedesca Versus X, sarà sicuramente rimasto colpito dalla buona tecnica e dal Prog Rock proposto. Fughe strumentali e suite come genere richiede. Il componente di questo gruppo si chiama Arne Schäfer e ne è il polistrumentista e cantante (chitarra elettrica, acustica, tastiere, basso). Apogee è in auge dalla metà degli anni ’90, tanto che il primo album “The Border Of Awareness” risale al 1995. L’attenzione degli esperti del genere e dei fans stessi, viene catalizzata subito all’ascolto in quanto nella musica degli Apogee non mancano mai lunghi brani, influenze Jethro Tull, Genesis, Gentle Giant e Yes, vera e propria manna per la mente.
Con “The Art Of Mind” si giunge all’ottavo sigillo da studio e in questo caso Arne si coadiuva alla batteria con Eberhard Graef.
Il cd ben presentato in un elegante cartonato contenente un libretto esaustivo di testi e dettagli, è composto da cinque brani, tutti di lunga durata, a partire dal primo che porta il titolo dell’album “The Art Of Mind”, vera suite di venti minuti suddivisa in cinque frammenti. Anche gli altri quattro brani non sono di certo brevi, rimanendo tutti non sotto ai nove minuti.
Proprio la suite apre il disco, mostrando anche una buona incisione sonora.
Le tastiere sono in evidenza, raccogliendo frangenti di reminescenze anni ’70, l’epicità si alterna  alla formula canzone, giocando a proprio favore le carte della melodia semplice e gradevole.
I più ferrati di voi sull’argomento, riscontreranno sicuramente alcune analogie con i Pendragon, anche per la cadenza del cantato, attuata nel settore New Prog periodo anni ’80 in generale. Musica articolata, che ovviamente non sto qui a dettagliarvi in quanto il Progressive Rock è questo, cambi di tempo e di umore a profusione, alternato da buoni assolo strumentali. Chitarra centrale effettata alla Steve Hackett, tutti particolari che fanno del fans del genere una persona appagata dall’ascolto.
Esce fuori l’anima più Progressiva di Schäfer, anche se con i Versus X non è che siamo poi molto distanti come stile, meno vigore forse, ma più attenzione ai passaggi emotivi. In conclusione, una suite che ha tutte le carte in regola per accalappiare l’attenzione e strappare anche consensi.
Segue “Inside The Wheel”, ancora Pendragon in cattedra, ma del periodo più recente. Il brano si lascia apprezzare più che altro per il frangente strumentale centrale.
In “The Games You Play”, Apogee mostra il lato più Rock senza strafare, mentre con “The Price” To Pay” si torna ad un New Prog più delicato e canonico, uno dei brani migliori del disco.
Greve e impegnata la conclusiva “Sea Of Dreams”, pane per i denti dei fans IQ primo periodo.

Il disco è una passeggiata in questo sentiero tortuoso, ricco d’incontri a sorpresa, l’importante è avventurarsi consapevoli di non essere in un rettilineo. Ci sono anche momenti per fermarsi a riflettere e riposare, anche altri per correre e viceversa zone più stagnanti, nell’insieme un bel percorso, probabilmente non adatto a tutti, ma chi ama il genere sa di cosa ho parlato. Agli altri consiglio un ascolto preventivo. MS

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