PSICOSUONO
– Eta Carinae
Autoproduzione
Genere:
Rock Progressive
Supporto:
cd – 2013
Ho ascoltato nel 2008 con vero piacere (e non
nascondo che ancora lo faccio) l’album d’esordio dei Psicosuono “Aut Aut”, un
piccolo atollo nel mare della banalità Rock di oggi. Come dissi allora, non è
semplice fare giuste melodie senza cadere nella trappola delle banalità, questo
è un territorio che comunque può risultare minato, tuttavia non è questa la
sede per approfondire l’argomento. Lo è invece per andare a trattare il nuovo lavoro della band di Stefano De
Marchi (chitarra) ed Elisabetta Giglioli (voce), “Eta Carinae”. Nella
costellazione della Carena c’è una stella blu ipergigante, questa ha il nome di
Eta Carinae, tuttavia invisibile ad occhio nudo. Essa è uno spettacolo
dell’universo, l’infinito che ci circonda e che ci ispira sensazioni di immane
bellezza. Le stelle ispirano l’arte, spesso e volentieri, perché fanno parte
della nostra esistenza, siamo legati indissolubilmente a tutto questo
equilibrio, così la musica.
In otto canzoni, ecco come intendono oggi il Rock i
Psicosuono, un mutamento stilistico che porta non solo ad ascoltare, ma anche a
pensare. Infatti le buone melodie ancora si aggirano, ma accresce la ricerca
sonora, le influenze stilistiche si susseguono così come i cambi di tempo.
Subentrano soluzioni care al Prog, già dall’iniziale “Il Conte Orlok”, grazie
alle tastiere di Andrea Illuminati ed al sax di Betty Accorsi. I solo
strumentali sottolineano il concetto, buono specialmente quello di chitarra,
divertente quando duetta con le tastiere. Durante il percorso sonoro si
aggiunge l’ascolto della voce di Morena Cappai ai cori. Pulita e precisa la
sezione ritmica formata da Fabrizio Carriero alla batteria e da Luca Pissavini
al basso.
In direzione
canzone “ Uomo Di Latta”, con le coralità gentili e la farcitura di un sax
accattivante e caldo. Una valenza aggiuntiva è quella dei testi scritti da De
Marchi e Giglioli, mai scontati ed espressi in una metrica composta di
personalità, applicata al brano. “La Scena” è ariosa e decisa, trascinata da un
solo di tastiere finale esplosivo, qui si sprigiona nell’aria il profumo degli
anni ’70, così nella successiva “I Just Know That Wind Has Set” cantata da
Betty Accorsi. Una semi ballata che attinge nella cultura Folk per quello che
concerne le sonorità, tanto per riallacciarmi al discorso precedente
dell’evoluzione stilistica dei Psicosuono, del concetto di arricchimento
rispetto al precedente “Aut Aut”. Ritengo questa canzone uno dei momenti più
belli dell’intero lavoro, la band viaggia amalgamata a dovere, resta
impossibile tenere a bada il piede , deve battere il ritmo. Alessandro Mornati collabora
alla stesura dei brani e nelle liriche, come in “Perché Il Futuro”, semplice,
diretto curato negli arrangiamenti, così come lo è tutto l’album, perché gli
arrangiamenti risultano essere il vero punto di forza di “Eta Carinae”. Questo
accade anche con “L’Indiano” e nella conclusiva “Vedo”. Più Psichedelica ed
intimistica “Mare profondo”. L’album si chiude con un buon ensemble sonoro,
grintoso e di personalità, la band è matura.
Ora però vorrei che voi lettori ed usufruitori di
musica per una volta tanto non pensaste
che questa recensione riguardi una band italiana…fate finta che è straniera,
perché noi siamo fatti così, abbiamo in casa buoni artisti, ma non li
supportiamo a dovere, salvo poi dare soddisfazioni immeritate a prodotti
largamente ridicoli stranieri. Per questo i Psicosuono ci vengono incontro anche
con “Eta Carinae” in versione inglese, interamente cantato in inglese,
operazione commerciale? Certamente ed ascoltate come ne esce fuori….
Impossibile ignorarli. Potete anche reperire gli album su ITunes, Amazon,
Emusic, Goggle Play e Nokia Music per la versione in digitale. Ora però un
appello ai Psicosuono, ma che dobbiamo attendere altri cinque anni per avere un
vostro nuovo album? Egoisticamente parlando spero di no. Consigliato. (MS)
mi piace il disco così come la recensione: puntuale ed onesta.
RispondiEliminaGrazie! Molto gentile. Spero di poter ascoltare nel tempo altri dischi come questo dei Psicosuono, perchè nella media sono decisamente sopra. Oggi ci sono vagonate di uscite quotidiane...ma la qualità artistica lascia molto a desiderare.
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