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giovedì 31 gennaio 2013

Riverside

RIVERSIDE - Shrine of New Generation Slaves
Insideout
Genere: Metal Prog
Supporto: cd - 2013



Ci sono dischi che si aspettano con ansia altri un po’ meno e forse, quelli che si aspettano col cuore in gola certi di trovarsi di fronte al capolavoro, purtroppo, quasi sempre finiscono con essere grandi delusioni. Non voglio dire che questo sia il caso del nuovo lavoro dei Riverside però ritengo che a fronte delle aspettative che si erano generate, anche trascurando il singolo che in qualche modo ha preceduto l’uscita del disco “Celebrity touch” che già comunque non riluce per freschezza creativa e/o innovazione anzi al contrario, era lecito aspettarsi qualcos’altro da questi ragazzi che negli ultimi dieci anni hanno regalato a me come a migliaia di altri ascoltatori emozioni vere ed esaltanti.
Siccome scrivo questa recensione per il blog di Max prendo a spunto, per spiegarmi un po’ meglio su quanto fin qui detto, la sua recensione relativa all’ultimo lavoro di Neal Morse “ Momentuum”. Scrive infatti Max: Era in balia anche lui del delirio di autoclonazione, diciamo pure della formulina trovata. Eppure con "Momentum" mi ha stupito, sapete perchè? Perchè pur restando nel riassunto delle puntate precedenti, Neal riaccende la fiammella e gode di una inattesa ispirazione. Sembra un album dei migliori Spock's Beard! Qualcuno di voi dirà finalmente e gli altri ...che lagna!”
Ecco per quanto riguarda il nuovo dei Riverside si può esattamente ripetere quanto sopra con l’aggravante che, a differenza di Neal Morse, i nostri non erano affatto in balia di autoclonazione anzi con “Anno Domini High definition” avevano cominciato a cercare nuove soluzioni magari un po’ più “dure” come sonorità ma comunque avevano cercato di evolversi. Qui invece siamo tornati indietro fin quasi agli inizi della loro carriera; infatti ci ripropongono le versioni riviste ed aggiornate dei successi di ieri tipo “Coinceving you “ o “Acronym love”, ma nel frattempo scompare ogni traccia di intrecci funambolici tra i riff del basso, le ruvide ma sensuali scale della chitarra e soprattutto, mi sembra, scompare in buona parte la profondità delle tastiere che nel bene e/o nel male rendevano comunque unico il sound dei Riverside unitamente all’ecletticità della voce del buon Mariusz. Certo il disco è fruibilissimo ma si ha sempre la sensazione di trovarsi, come dice Max, di fronte alla “formulina trovata”. Ad esempio ascoltate il brano più lungo “Escalator Shrine” che parte facendo l’occhiolino ad un blues-rock “di maniera”… beh immagino che quanti di voi hanno avuto modo di fare musica sanno bene che, quando non si sa come provare o cosa suonare si fa un blues, anche per darsi la carica e lanciarsi in nuove improvvisazioni sul giro in MI.Ora mi chiedo: i nostri cercavano ispirazione o non sapevano come coprire la durata del disco?Purtroppo tendo a propendere per la seconda che ho detto in ciò, ahimè, “s/confortato” dall’ascolto del secondo cd. E’ stato veramente il colpo di grazia!! Due pezzi lunghissimi che si basano su riff elettronici di tastiera e batteria programmata con accenno di chitarre, voce e, nel secondo brano in particolare, di sax. Questo secondo cd ce lo potevano davvero risparmiare, sempre secondo me. Non aggiunge assolutamente nulla se non tanta tristezza per l’occasione mancata. In conclusione ritengo di poter dire, parafrasando ancora Max e la sua recensione, che chi ama i Riverside apprezzerà questo nuovo lavoro, chi ama il prog inteso come River of constant change probabilmente resta in attesa del prossimo cd di questo gruppo.
(FRANZ LA ZANZ)

3 commenti:

  1. Grazie Franz per le citazioni! ;-) Comunque in effetti anche io sono nella tua stessa lunghezza d'onda, ossia hanno trovato la formula giusta. Non posso dire che sia un brutto disco, anzi, ma serve ben altro per venire a certi livelli. Discorso analogo a Neal Morse? Si per me si, poi per altri sarà un capolavoro.

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    1. Grazie a te Max sia per la possibilità di scrivere quello che uno pensa della musica sia per le affinità elettive con il mio giudizio. A me i Riverside piacciono davvero tanto ed è per questo che mi aspetto sempre tanto da loro. Però a chi piace la zuppa riscaldata...esalta questo disco; basta fare un salto su Progarchives per rendersene conto.
      Ciao

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