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mercoledì 28 novembre 2012

Valeria Caputo

VALERIA CAPUTO - Migratory Birds
Vintage Factory Lab

Distribuzione italiana: si
Genere: Rock / Cantautore
Support: CD - 2012
Quando la musica è anche sfogo, quando le controversie della vita vengono narrate attraverso i suoni, così come i sogni e le speranze, questa ha prevalentemente un nome: Rock, qualunque ramo esso sia.
Valeria Caputo è una cantautrice pugliese ma residente in Romagna e "Migratory Birds" è l'album che la presenta per la prima volta al pubblico. Quasi quaranta minuti suddivisi in dieci brani, dove lo spirito Woodstockiano spesso e volentieri si espone in maniera importante all'ascolto, tanto per inquadrare lo stile a cui si va incontro.
Per raggiungere questo risultato, Valeria si circonda di musicisti quali Silvia Wakte, Vince Vallicelli, Tiziano Raspadori, Paolo Marini, Marco Remondini, Marco Pizzolla e Franco Naddei.
L'America west coast è dunque dietro l'angolo e la dolce voce di Valeria porta ad uno balzo spazio temporale di 60 anni, quando ci si lasciava avvolgere dalle dolci melodie del folk, come si evince già dall'iniziale "The Nex Train". Morbidezza e semplicità come spesso capita di ascoltare nei capolavori di Simon & Garfunkel e la chitarra acustica accompagna le dolci ballate, così in "The Face On The Screen". Non esulano coinvolgenti assolo elettrici, come in "December Sun", dove perfino il sax accompagna il procedere del cammino verso una psichedelia finale. Valeria ama Joni Mitchell, almeno questa è la sensazione che si ha all'ascolto delle sue composizioni, assimilate e rielaborate con garbo e semplicità. Questa musica seppure datata, sprigiona sempre serenità e voglia di vivere, quella solarità che fa bene all'anima, l'ascolto di "You Can't Stop" racconta questo ed altre storie.
Tengo anche a sottolineare la cura dei suoni, ben equilibrati e puliti, non sempre ci si imbatte in questo modo di lavorare.
"Honey In My Room" è un altra sensibile ballata acustica, fra violoncello e chitarra acustica, mentre la voce di Valeria canta un ritornello avvolgente e profondo, così è "Fly Away". Anche la title track mostra il concetto che per fare della buona musica non serve gridare o fare i muscoli, essa è riflessiva e malinconica, il tanto che l'ascolto prosegue incondizionatamente ad occhi chiusi.
"Ill Be Whit You" si avvicina più al nostrano stile cantautoriale ed è sicuramente uno dei frangenti più belli del disco. "The Sea Has Told Me" prosegue il discorso intrapreso da " Honey In My Room", mentre "It's Wrong" chiude l'album con maturità, un disco che sicuramente non resterà sugli scaffali a prendere polvere, perché di delicatezza e sensibilità, oggi più che mai, ce n'è bisogno come l'aria. Buon debutto, brava Valeria. MS

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