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lunedì 15 luglio 2013

DAAL

DAAL - Dodecahedron
Agla Records

Distribuzione italiana: si
Genere: Prog / Avantgarde
Support: CD - 2012




Anno dopo anno i Daal proseguono il proprio cammino Progressive, arricchendolo sempre più di nuovi innesti, per un risultato finale davvero interessante. Questa volta i capitoli sonori in analisi, come presagisce il titolo, sono dodici, mentre gli innesti riguardano una presenza più marcata di chitarre ed archi, immersi nella consueta Psichedelìa a tratti elettronica.
Il duo Alfio Costa (tastiere) e Davide Guidoni (percussioni) si avvalgono della collaborazione di artisti noti nell'ambito Progressive Rock italiano quali, Ettore Salati alle chitarre (The Watch), Alessandro Papotto ai fiati (B.M.S.), Vincenzo Zitello all'arpa e flauto, Bobo Aiolfi al basso (Tilion, Prowlers), le violiniste e violoncelliste Sylvia Trabucco e Chiara Alberti (Hostsonaten) ed altri ancora.
Che i Daal siano dei fuoriclasse non ci sono dubbi e la discografia in crescendo qualitativo sta li a testimonianza, ma quello che tengo a sottolineare è la cura per la registrazione, un suono cristallino che non fa che evidenziare la potenza sonora delle composizioni. Le tastiere di Costa sono basi irremovibili su cui costruire colonne ritmiche nette, senza troppi fronzoli, solo con qualche virgola che impreziosisce l'ascolto. Numerosi cambi umorali, per cui anche di tempo, fanno si che gli alti ed i bassi sonori siano legati in maniera intelligente e scorrevole. L'uso delle tastiere è pressoché privo di aria fritta, bensì bada al sodo e stampa nella mente dell'ascoltatore motivi memorizzabili e a tratti anche imponenti. Album strumentale che si lancia dentro la psiche, colmo di influenze che variano dal Folk passando attraverso la Psichedelìa primi Pink Floyd e sperimentali, a dimostrazione di una elevata cultura musicale degli artisti in analisi.
Capitoli da ascoltare spesso ad occhi chiusi questi di "Dodecahedron", come il secondo, dove la chitarra slide fa la gioia di chi come me ama il suono di Gilmour ed il profumo dei primi anni '70...ancora oggi!
Oscurità di tanto in tanto fra i fraseggi cadenzati di chitarre elettriche e percussioni, come nel capitolo terzo, ben chiuso con archi e piano. Un momento gotico di matrice prettamente italica, come una volta sapevano inculcarci i Goblin del maestro Simonetti Junior.
Malinconia dadaista è descritta dai fiati di Papotto nel quarto capitolo assieme al violino di Sylvia Trabucco. La musica dei Daal è come stare in una stanza di specchi, il suono come un raggio di luce viene riflesso di angolo in angolo del nostro stato d'animo. Sensazioni a volte sospese nell'aria, come nel capitolo cinque, ma è davvero riduttivo stilare una classifica di "Dodecahedron", in quanto tutto si svolge all'insegna della continuità e con cognizione di causa. Infatti i Daal sanno dove andare, la musica ricca di innesti è un frutto goloso per chi vive di Progressive Rock e Psichedelìa.
Una riflessione è d'obbligo, in Italia ci sono molti artisti che meriterebbero molto di più di quello che raccolgono, perchè la cultura se ancora resiste (sempre con più difficoltà) è grazie a coloro che fanno degli strumenti sensazioni e non banalità.
Bravi Daal, sempre dritti per la vostra strada. MS
Per i collezionisti dico che del disco esiste anche una edizione limitata in Boxset, contattate al seguente link: https://www.facebook.com/DAALMUSIC

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