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martedì 13 dicembre 2011

La NWOBHM

LA NWOBHM di MAX SALARI

 
Girando di recensione in recensione e di rivista in rivista, quante volte abbiamo letto il termine NWOBHM? Sicuramente tante, si intuisce che sia stato un movimento musicale, ma quale? Cosa vogliono dire le lettere NWOBHM? Quali sono stati i gruppi fondamentali del genere? In questo piccolo “contenitore” si vuole tracciare una mappa del movimento a partire dalle origini passando per i complessi e le canzoni più significative, andiamola a scoprire insieme:

LE ORIGINI

Tanto per iniziare NWOBHM è l’abbreviazione di New Wave Of British Heavy Metal.
Conosciamo molto bene i colossi come Led Zeppelin, Black Sabbath, Uriah Heep e Deep Purple, tanto per citare i più famosi e sappiamo pure quanta importanza storica hanno avuto per la nascita dell’Heavy Metal. Sono gli inizi degli anni ’70, la chitarra elettrica distorta comincia a fare proseliti fra gli amanti del Rock più aggressivo, fra coloro che vogliono prendere le distanze dal sistema che li circonda, quelli che vivono la strada ai quali la vita sembra aver voltato le spalle, quelli che hanno la voglia di gridare il loro dissenso alla società così forte per sentirsi più vivi che mai! Grida di rabbia violente proprio come le loro chitarre, questi sono i primi Metallari. J. Hendrix è fra i precursori di certi suoni e approcci con il proprio strumento, tanto da diventare un idolo tutt’oggi ancora mai troppo rimpianto. Nascono vere e proprie icone, un esempio su tutti Robert Plant dei Led Zeppelin, così l’ascoltatore si incanta all’ascolto della sua voce e si immedesima nelle sue magnifiche storie. Si ricerca disperatamente ogni minima uscita discografica di questi “eroi”, anche una misera registrazione live illegale (Bootleg), è ben accetta. Da parte loro, l’impegno a migliorarsi è all’inizio ragguardevole, ma con il passare degli anni le idee si impoveriscono, il successo li appaga ed i conflitti interni per accaparrarsi la leadership portano spesso e volentieri allo scioglimento del gruppo stesso. In certi versi diciamo che i colossi dell’ Heavy Metal fra il 1975 ed il 1977 conoscono un periodo di vera e propria crisi.
Nel frattempo nasce la New Wave la quale in se racchiude una miriade di generi come il Punk, il Rockabilly, la psichedelia, l’elettronica e quant’altro. Questa influenza molti complessi, ma proprio a causa della sua ricca coalizione sonora, in breve tempo è costretta pure lei ad andare in crisi d’identità tanto da far rimanere ai posteri solamente il suo termine. Molti combi non si sentono più contenuti nella sigla.
La patria di tutto questo fermento è la Gran Bretagna, la nazione che ha fatto storia con il Punk, sfruttandolo come mezzo di protesta socio-politica (vedi Sex Pistols), del Progressive, il Rock più “colto” con personaggi del calibro di Genesis, King Crimson, Jethro Tull e Pink Floyd solo per citarne alcuni, insomma la sede del Rock. La sete di Metal è grande pure agli inizi degli anni ’80 e le nuove leve riescono ad adeguare le fresche sonorità New Wave a quanto i predecessori hanno loro insegnato, nasce la NWOBHM.

I GRUPPI MIGLIORI

Mi sembra doveroso sennonché logico cominciare con i mitici:
IRON MAIDEN- Gruppo dotato di straordinaria tecnica non ha teoricamente bisogno di presentazioni, comunque il gruppo del bassista Steve Harris è sicuramente uno fra i più imitati nel campo. Nulla di simile sino ad ora si è potuto ascoltare, la vergine di ferro sprigiona energia e rabbia come pochi sanno fare e la mascotte Eddy (leggendario zombie che subirà le peggio trasfigurazioni da LP in LP) all’incirca è il riassunto della musica degli inglesi. Con canzoni del calibro di “Phantom Of The Opera”, “Running Free” e “Transylvanya”, sanno immediatamente distinguersi dalla massa e mettono in evidenza l' elevata tecnica strumentale. Impressionanti le loro performance live infarcite di molto sangue (ovviamente finto) che annichilisce un pubblico sinora vergine a certi atteggiamenti. E’ l’avvento della bestia! Il cantante Paul Di Anno lascia comunque molto presto Harris e soci per passare il microfono al misterioso cantante dei Samson “Bruce Bruce” Dickinson. Straordinari i dischi che producono insieme sino ai giorni nostri, restando sempre un faro nel mare Heavy Metal. “Iron Maiden”, “Killer“ e “The Number Of The Beast“ sono classici che nessun metallaro degno di questa parvenza di nome deve mancare. Con “The Number…” possiamo dire concluso il periodo NWOBHM e siamo circa nel 1983. “Run To The Hills” è il pezzo estrapolato dall’Lp che resta il simbolo di questo movimento che se ascoltato anche oggi sa stupire.



SAMSON- Ho appena nominato i Samson ebbene anche loro fanno parte della grande famiglia. Prende il nome dal chitarrista sennonché leader Paul Samson e nelle sue file milita come gia detto Bruce Dickinson. Ma non è solo il cantante che i Samson condividono con i Maiden, ma pure il batterista Clive Burr, anche se solo per un breve periodo. I migliori dischi da loro realizzati sono “Survivors”, “H.O.” e “Shock Tactics”.

SAXON- Immensi dominatori della strada, artisti che vivono la vita “on the road”, esempio vivente di coerenza e di professionalità, questi sono i Saxon. Anche loro hanno resistito alle innumerevoli mutazioni musicali negli anni arrivando sino ad oggi con una freschezza più fulgida che mai. Riff taglienti come rasoi ed orecchiabili sono la loro arma segreta, il leader carismatico Biff Byford con la sua cintura a cartucciera porta i Saxon ad un grande successo in patria e persino ad un discreto riconoscimento pure nella nostra penisola. Il loro simbolo è l’aquila, non a caso “Wheels Of Steel”, “Strong Arm Of The Law” e “Denim And Leather” sono dischi che volano molto in alto, nelle classifiche si intende…
Canzoni simbolo di questi anni oltre le omonime gia nominate sono: “Motorcycle Man”, “Princess Of The Night”, “Strangers In The Night” ed “Heavy Metal Thunder”, veri e propri must!

DEF LEPPARD- Provenienti da Sheffield questi leopardi dell’Heavy Metal assimilano nel proprio sound le sonorità “Class” americane ottenendo uno stile che farà scuola a molti altri gruppi. La sfortuna si accanisce con il loro batterista Rick Allen che in un incidente perde un braccio ma non la voglia di suonare. Una batteria studiata apposta per lui, fa si che Rick possa proseguire con successo il viaggio con i Def Leppard. Notevole il disco d’esordio “One Through The Night” con i classici dal titolo “Hello America”, “Satellite”, “Rocks Off” e “Wasted”.

MOTORHEAD- Cosa dire allora dei grezzi Motorhead che ancora non sia stato detto? Forse qualcuno non sa ancora che il soprannome del loro leader bassista e cantante Lemmy deriva proprio dalla sua fama di “braccio corto”, per il resto credo che sia stato detto veramente tutto… Kilminster (vero nome di Lemmy) riesce a fondere blues ed Heavy Metal fine anni ’70 amalgamando il tutto con notevole potenza e, ciliegina sulla torta, con la sua roca voce. La formazione triangolo Clarke, Taylor e Kilminster lasciano a noi gioiosi ascoltatori un capolavoro del calibro di “Ace Of Spade”, disco di rara potenza che non deve mancare a nessun fans del Metal! Ancora eseguite in sede live a distanza di venti anni sono la stessa “Ace Of Spade”, Fire,Fire” e “The Hammer”.

ANGEL WITCH- Durati la bellezza di poco più di un passaggio meteoritico questi Londinesi sanno catturare l’attenzione di tutti coloro che amano le atmosfere più Dark, traendo ispirazione dalla letteratura nera medioevale. Ovviamente, visto il nome, trattano pure di streghe e la bella voce di Kevin Heybourne riesce a suggestionare. Dave Hogg alla batteria e Kevin Riddles al basso completano il trio. Esordiscono nella mitica raccolta “Metal For Muthas” con il brano “Baphomet” ed a loro insaputa sono fra i precursori (se non proprio i primi) della NWOBHM. La loro casa discografica è la stessa dei Mothorhad e delle Girlschool, la Bronze. Rimane alla storia il disco “Angel Witch”.



GIRLSCHOOL- Appena citate queste quattro ragazze scatenate di Londra esordiscono con il poco convincente “Demolition” causa inesperienza (bella comunque “Demolition Boys”), ma notate da Lemmy e soci si fanno aiutare nel convincente disco successivo dal titolo “St. Valentine’s Day Massacre”. E’ comunque con “Hit & Run” che si impongono prepotentemente all’attenzione pure di quel pubblico che le snobbava perché femmine ed in quanto tali prive di quella cattiveria che solo gli uomini duri sanno esprimere. Molti metallari si sono dovuti felicemente ricredere. Intressanti.

DIAMOND HEAD- Icone per gran parte dei gruppi nati agli inizi degli anni ’80 hanno saputo miscelare armonie articolate con momenti più duri rimanendo un gruppo che è saputo emergere dalla mischia. La bellissima voce di Sean Harris è un'altra prerogativa dei Diamon che scrivono brani come “Am I Evil” e “Helpless” in seguito coverizzate dai “giovani” Metallica. Cercate l’lp “Lightning to the Nations”, non ve ne pentirete….

HOLOCAUST- Ancora tanta potenza, questa volta ce la elargisce un quintetto capitanato da Garry Lettice. Le influenze dei Black Sabbath sono marcate e la chitarra di John Mortimer padroneggia in ogni solco. E’ proprio questo il problema, John, o meglio la sua personalità, è troppo ingombrante nel gruppo e questo farà si che gli Holocaust si sciolgano molto presto salvo poi ricomparire nei più recenti anni ’90 (precisamente 1992) sotto la forma di trio e con solo John superstite del combo. OTTIMO è “Covenant” DEL 1997, un disco che sprizza vero Metal da tutte le parti! Ma ritorniamo indietro nel tempo e ricordiamo l’unico disco,se non vogliamo menzionare l’ EP “Coming Through”, che i cavalieri metallici ci hanno lasciato ossia quel “The Nightcomers” che racchiude in se gioielli come “Shoot The Moon” e “Death Or Glory”. Indispensabili per la NWOBHM ma veramente sfortunati in campo di vendite…

TYGERS OF PAN TANG- La tigre di Newcastle sa ruggire forte, sia con il leader vocalist Jess Cox lasciando ai posteri dischi del calibro di “Wild Cat” sia con Jon Deverill introducendosi fra le fila del classico Heavy Metal. I concerti si susseguono abbastanza frequenti e soprattutto i gruppi si coalizzano fra loro per dar vita a dei veri e propri eventi musicali quali il “Reading Rock’80” suddiviso in tre serate. Nella terza compaiono i TOPT con i Whitesnake, Def Leppard ed i Sledghammer solo per fare tre nomi. Oppure ad ottobre del 1980 al famoso “Marquee” assieme agli Angel Witch ed ai Samson, insomma la sede live è fondamentale per la vita di questo nuovo movimento musicale. Tornando alle tigri se comprate “Spellbound” spenderete certamente bene i vostri Euro.

GIRL- Breve ma interessante pure la vita dei londinesi Girl che con il loro trucco “Glam” non troppo marcato sanno unire immagine e musica con grande naturalezza. Il loro Hard Rock si fa ascoltare con piacere ed i dischi incisi sono due, “Sheer Greed” e “Wasted Youth”. Phil Lewis è carismatico, il trucco non richiama i Kiss ma in qualche modo hanno ha che fare con loro visto che incidono la cover “Do You Love Me” tratto da “Destroyer”. Sarà proprio questa canzone a farli conoscere al grande pubblico.

VENOM- Abaddon, Cronos e Mantas compongono il trio diabolico che inventa il Black Metal. Il loro merito sta nel fondere il suono Dark con lo Speed Metal. Chitarre violente tirate a tutta velocità,anche se nel tempo troppo ripetitive, sono il loro pane quotidiano, nulla di simile si era ascoltato sino ad ora. E’ normale quindi che il loro capolavoro “Welcome To Hell” diventi punto di riferimento per molti complessi, persino di oggi!



RAVEN- Ovviamente intendo i Raven di allora e non quelli più recenti, perché la follia, la potenza e la velocità che avevano i loro primi lavori non hanno avuto più repliche. Fortissimi e trascinanti i loro concerti erano pregni di pazzia schizoide mista a tecnica strumentale non indifferente. Il primo “Rock Until You Drop” è una testimonianza indelebile di quanto descritto e anche se i successivi “Wiped Out”, “All For One” e gli altri sono lavori onesti direi che i Raven con Rock hanno detto già molto… Niente da dire, Newcastle è veramente la patria di ottimi gruppi, almeno in quel periodo.

SWEET SAVAGE- Questo quartetto irlandese resta famoso soprattutto per la presenza nei suoi ranghi del talentuoso chitarrista Vivian Cambell (R.J. Dio). Fra le canzoni più interessanti per la nascita del NWOBHM si ricordano “Take No Prisoners” e “Eye Of The Storm”.

SLEDGEHAMMER- Provenienti da Slough vivono la loro esperienza musicale nel tratto di un solo singolo e di un solo lp, ma che esperienza! Sono messaggeri di un Heavy Metal Psichedelico figlio soltanto agli Hawkwind e a pochi altri eletti. Anche loro incidono il loro singolo per la collezione “Metal For Muthas”, in questo caso “Volume1”, dal titolo “Sledgehammer”. Celebrali ma intressanti.

JAGUAR- Venuti dall’underground di Bristol i Jaguar del cantante Rob Reiss è considerato gruppo di culto soprattutto grazie all’impatto sonoro riconducibile solo ai Motorhead. Questo lo si può riscontrare soprattutto nel bellissimo singolo “Back Street Woman”. In futuro però decidono di dare una sterzata al loro stile privilegiando sonorità Pop Metal cadendo nel più ovvio anonimato, veramente un peccato.

VARDIS- Ancora un trio ed ancora un leader carismatico che in questo caso ha il nome di Steve Zodiac (chitarra e voce). Una volta avevano il nome Quo Vardis ed indovinate un po’ a chi somigliavano? Bravi, proprio agli Status Quo (ricordate “Watever You Want”?). L’energia sprigionata dai Vardis è pulita e gioiosa ed il suono è un Boogie Metal che fa muovere istintivamente il piede al suo ascolto. Ascoltate “If I Were King” e la bella cover degli Hawkwind “Silver Machine” per credere.

TRESPASS- Un nuovo gruppo lampo, giusto il tempo di tre singoli, ma che singoli…. Il gruppo del bravissimo chitarrista Mark Sutcliffe che in seguito troveremo nei Mendes Prey, esordisce per la solita compilation “Metal For Muthas” ma questa volta “Vol 2”, con il pezzo One Of These Days”. In questo gustoso EP si gode della presenza di una canzone che molto sa emozionare dal titolo “The Duel”



L’IMPORTANZA DEI SINGOLI

Singoli dicevo, mai come nei primi anni ’80 escono così tante realise perché?
Come già detto nel paragrafo “Le Origini”, la New Wave stava ingoiando tutto quello che incontrava nella sua strada proprio come un buco nero spaziale, ed allora per spezzare questa indifferenza del mercato musicale metallico raggiunta in questo periodo quale miglior mezzo se non quello più economico per attirare l’attenzione su se stessi?
Oltretutto il singolo, soprattutto quello orecchiabile, è più adatto al passaggio radiofonico.
Oggi questi piccoli vinili sono diventati la croce e la delizia dei collezionisti i quali maledicono (ovviamente per modo di dire) tutte quelle ristampe che oggi molte case discografiche stanno realizzando per dare l’opportunità a tutti di godere di certi piccoli capolavori, e forse anche perché non è che esca della musica più tanto innovativa…

Senza ripetere i gruppi sopraccitati,ecco a voi alcuni altri molto intressanti:


AGONY BAG- Recentemente ristampati da noi in Italia dalla Black Widow gli Agony Bag dei folli Clive Jones e Clive Box (ex Black Widow) sono fautori di un dark sound pregno di chitarre taglienti come lame. Il 45 giri “Rabies Is A Killer “ allora edito dalla fantomatica casa discografica Monza (1980) è corredato di una copertina glamoure e perversa con i componenti del gruppo in giarrettiere e truccati insieme a due donnine seminude. Interpretazione vocale del brano al limite della follia con tanto di ululati. Sax e chitarre formano un’atmosfera molto particolare da rendere unico e gradevole questo disco che veramente segna una pagina importante nel libro della NWOBHM.

BLITZKRIEG- Il combo del cantante Brian Ross esce nel 1981 per la Neat Records con il 45 “Buried Alive” . Il logo del gruppo è bruttino, la copertina del disco contenente disegni di navi e statue di fantasia (e poi sono veramente statue?) è quasi infantile, ma il contenuto sonoro è eccezionale! Un muro di note investe l’ascoltatore e la differenza fra il lato A ed il lato B è inesistente, finalmente una volta tanto sono tutti e due i brani da godere. La seconda canzone si intitola “Blitzkrieg”. Se il compito di trovare questo 45 è incongruo allora cercate la raccolta “NWOBHM ’79 Revisited” uscita nel 1990 per la Metal Blade Records. I brani sono scelti da un certo Lars Ulrich, conoscete?

DARK STAR- Altro gruppo sparito presto nel dimenticatoio anche se è uno dei pochi ad aver calcato il suolo Italico. Anche i Dark Star hanno fatto parte della raccolta “Metal For Muthas Vol2”. Il loro single ha fatto comunque storia nel genere, il titolo è “Lady Of Mars” (Avatar-1980) e possiamo avvicinarlo al suono Iron Maiden anche se leggermente più raffinato. Se per caso dovreste incontrarlo non fatevelo scappare!

MONEY- Era logico che un gruppo elegante come questo nell’allora periodo delle chitarre urlanti dovesse passare pressoché inosservato… Ci troviamo al cospetto di uno dei 7” più lunghi della storie discografica, quasi 18 minuti! “Money EP” (Hobo-1980) con i suoi sognanti arpeggi di chitarra e la sua ottima produzione è uno dei momenti più alti della NWOBHM.

SACRED ALIEN- Da Manchester arriva questo straordinario gruppo che attinge a piene mani dalla fonte d’ispirazione Deep Purple e Black Sabbath. Ma questo non impedisce di sperimentare altri lidi e quindi la loro straordinaria classe va a pescare persino nella psichedelica. Gran lavoro da parte del chitarrista Martin Ainscow ed ottima l’interpretazione di Sean Canning, il 45 si intitola “Spiritual Placet” (Greenwood-1981) ed è veramente valido.

TYTAN- Piccolo supergruppo durato l’attimo di un lp sono formati dagli ’ex Angel Witch Dave Dufort e Kevin Riddles, dal futuro cantante dei Lion Kal Swaan, e da Garry Owen e Steve Mann (ex chitarrista dei Wild Horses). Classico Heavy Metal alla R.J. Dio tanto per intenderci, “Blind Men And Fools” (Kamaflage-1982) lascia un buon segno.

BITCHES SIN- L’EP 12” “No More Chances” (Bitches Sin 1983) segna all’incirca la fine di questo immenso movimento inglese, proprio come dice il suo premonitore titolo. Disco adatto a tutti coloro che preferiscono atmosfere Gothic Metal e che vivono la loro esistenza psicologica nelle oscurità.

E per finire in bellezza ecco una rapida carrellata di altri singoli interessanti:
GASKIN- “I’M No Fool” (Rondelet Music & Records-1981), WHITE SPIRIT “Back To The Grind” (Neat Records-1980), PARALEX “Paralex” (Reddingts Rare Records-1980), WOLF “Head Contact” (Chrysalis-1982), CLOVEN HOOF “The Opening Ritual” (Elemental Music-1982), WITCHFYNDER GENERAL “Soviet Invasion” (Heavy Metal-1982), SILVERWING “That’s Entement” (Mayhem-1882), CRUCIFIXION “The Fox” (Miramar-1981), TORA TORA “Red Sun Setting” (Mancuni Metal-1980), MEGATON “Aluminum Lady” (Hot Metal-1981), GEDDES AXE “The Return Of The Gods” (ACS-1981) e FIST “Name, Rank & Serial Number” (Neat-1980).

Nel 1984 finisce il boom della NWOBHM ma quello che ne rimane è un alone sonoro ben definito che aleggia tuttora in qua ed in là nei lavori moderni e come per il Rock Progressive possiamo dire che in verità anche l’Heavy Metal non è mai morto.



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